Impatto terrorismo su cultura, turismo, ristorazione

Gli italiani non si fanno mettere i piedi in testa dall’Isis. In partenza 8,4 milioni per ponte Immacolata. Calo ristoranti e alberghi, ma è presto per fare stime. 

Che i tragici attacchi al cuore della Francia abbiano diffuso paura e psicosi è ormai chiaro. Da Roma a Milano l’effetto è stato dirompente. Falsi allarmi su pacchi sospetti, interviste e dichiarazioni su misure di sicurezza straordinarie, militari con mitra spianati su e giù dalle scale mobili delle metropolitane. E la percezione di un imminente pericolo si è fatta forte. I primi a lanciare l’sos sono stati proprio gli operatori della cultura, del turismo e della ristorazione. Tutti hanno dichiarato cali di presenze preoccupanti, ma i dati attuali smorzano in parte i torni allarmistici dei giorni scorsi.

TURISMO. Prima data utile per partire è il ponte dell’Immacolata, l’8 dicembre, giorno di inizio del Giubileo. Ben quattro giorni liberi a disposizione degli italiani. La prova del 9 sarà questa e a leggere il sondaggio di Confesercenti-Swg, gli 8,4 milioni di italiani in partenza non si fanno mettere i piedi in testa dall’Isis. il 55 per cento – più di un italiano su due – non cancellerà la prenotazione. Soltanto l’8 per cento dichiara di aver annullato il viaggio in seguito agli attentati . L’annuncio del piano sicurezza della questura di Roma e il dispiegamento di forze (in divisa e invisibili) ha avuto un effetto positivo sulla fiducia degli italiani. Il tema scurezza pesa, soprattutto sul turismo legato al Giubileo, ma non frena la voglia di relax e di viaggio.

Passando alle iniziative culturali, l’evento ‘Musei in Musica’ dello scorso sabato notte, ha visto la partecipazione di un terzo dei visitatori rispetto ai 70 mila dello scorso anno. Un netto calo, ma non si può non registrare comunque l’alta affluenza: 25 mila persone, secondo Zètema, in fila agli ingressi dei musei, in barba agli allarmi dilaganti.

HOTEL. Sul fronte alberghi, di pochi giorni fa la dichiarazione di Roberto Necci, presidente associazione Direttori d’albergo, che registrava un boom di cancellazioni delle prenotazioni subito dopo gli attentati, a cui è seguita la decisione di Federalberghi Roma di creare un osservatorio, per monitorare l’effetto Parigi sulle prenotazioni, e capire se siano disdette fisiologiche, come succede ogni anno, oppure conseguenze della paura. Certo che, a detta di Giuseppe Roscioli, presidente dell’associazione degli albergatori romani “a venir meno sono stati soprattutto i potenziali visitatori del sud-est asiatico, Giappone, Cina, Corea. Ma è ancora presto per fare stime”.

RISTORANTI. I fatti di Parigi sembra abbiano inciso anche sui ristoranti delle grandi città. Anche se qui l’allarme si è ridimensionato molto rispetto ai primi dati del centro studi Fipe-Confcommercio, anticipati qualche giorno fa, che vedevano un calo del 40 per cento sulle prenotazioni. Il presidente Fabio Spada dichiarava il 20 novembre: “Solo oggi mi hanno chiamato una quindicina di associati per lamentarsi di un crollo degli affari che sfiora il 20 per cento in meno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Soprattutto in centro, forse perché i luoghi di aggregazione, nell’immaginario collettivo, sono i più rischiosi”. I ristoranti stellati ad esempio, per la prima volta stanno ricevendo cancellazioni, soprattutto dall’estero. Fipe stessa in realtà oggi ridimensiona molto l’impatto negativo, registrando che solo il 3,1 per cento dei ristoranti ha denunciato un calo di presenze, mentre il 59 per cento non ha subito alcun danno.

A queste dichiarazioni si era aggiunta la preoccupazione di Alessandro Circiello della Federazione italiana cuochi Lazio, che lamentava gli effetti negativi dell’allarmismo sulle prenotazioni nei ristoranti del centro storico romano, soprattutto da Piazza Navona a Campo de Fuori.

ISTITUZIONI. Intanto il piano di sicurezza su Roma, annunciato dal questore D’Angelo e partito lunedì, prosegue ed entra nel vivo del potenziamento. 1500 militari e 400 agenti della Polizia di stato in aggiunta ai 24 mila uomini in pattugliamento, dal centro alle periferie. In arrivo più di 100 nuove volanti, pronte a integrare tutti gli altri dispositivi di sicurezza, e poi 50 moto e altre 100 auto civili. Franco Gabrielli, prefetto di Roma, invita i cittadini a fidarsi delle istituzioni e a non cedere alla psicosi: “Le scuole, le università e i musei sono ‘luoghi di aggregazione’ definiti come obiettivi sensibili, ma se qualcuno immagina che il contatto si espliciti con una camionetta dell’Esercito e due militari h24 davanti le scuole o i musei si sbaglia. E’ altrettanto importante l’attività invisibile di forze dell’ordine e intelligence, ha concluso Gabrielli. No quindi a una Roma militarizzata, ma protezione e attività mirate.

Sull’intelligence poi interviene anche il Governo, con l’annuncio di Renzi di destinare 1 miliardo alla sicurezza (di cui 150 milioni usati per la cyber-intelligence) e 1 altro miliardo alla cultura, di cui 500 milioni per riqualificare le periferie. “Con gli attacchi di Parigi i terroristi hanno fatto un salto di qualità, ora l’Europa deve ritrovare se stessa”, afferma il premier. Il succo quindi è ‘andate al cinema, allo stadio, ai concerti, nei musei e nei ristoranti. La vita deve continuare. Nessuno deve riuscire nell’intento violare le nostre libertà civili. E l’obiettivo mirato del terrorismo internazionale, cioè uccidere le economie dei paesi nemici, non deve vincere’.

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