Che ne sarà di Via Veneto

Via Veneto: dove il liberty della Belle Epoque si incontrava con il glamour della Roma felliniana.
Dove c’era il quartier generale del Jet Set – quello vero – fatto di stelle del cinema, intellettuali, aristocrazia festaiola e di paparazzi, che immortalavano, all’epoca, dei divi talmente divi da essere diventati loro stessi delle star.

Dolce Vita

Oggi che l’intrepido “King of paparazziRino Barillari ha compiuto 70 anni, Carlo Riccardi 90 e che la splendida, iconica Anita Ekberg ha lasciato questo mondo, la strada della Dolce Vita si presenta con un volto completamente diverso: gazebo polverosi, aiuole non curate, scarsa illuminazione, traffico sempre intenso, alberi non potati e clochard hanno fatto da biglietto da visita alla Via Veneto degli ultimi anni.
I turisti si aggirano con aria delusa tra i bar alla ricerca di qualche vecchia foto, i romani non la frequentano.

Emblematica la questione del Cafè de Paris – molto amato dall’ex re egiziano Farouk e da tanti altri vip – che è stato protagonista di uno spiacevole fenomeno di abusivismo, a causa del gazebo (occupante ben 35 metri del marciapiede sinistro) costruito senza autorizzazione nel 2000.

Sequestrato nel 2009, il Caffè ha chiuso i battenti definitivamente nel 2014 con lo sfratto della gestione; ma solo verso la fine dello scorso marzo la polizia municipale ha posto sotto sequestro il gazebo denunciando la gestione precedente per abusivismo edilizio e occupazione abusiva di spazi pubblici.
Adesso, finalmente, il rilancio: dopo la rimozione della struttura, la catena cinese Shangri-La ha acquistato l’immobile che ospitava lo storico locale per farne un albergo pentastellato.

E non è un caso isolato, Via Veneto è da tempo nel mirino degli investitori stranieri: lo sceicco Nawaf bin Jassim Jabor Al-Thani, proprietario del colosso arabo Katara Hospitality, ha acquistato l’Hotel Excelsior per 220 milioni di euro, mentre il Grand Hotel Via Veneto è ora della Jumeirah International, gestito dal Gruppo Dubai Holding, che fa capo all’emiro Mohamed bin Rashid Al Maktoum lla.

L’allure italiano attira, il progetto di riportare la storica strada ai suoi antichi fasti anche, la crisi economica ha fatto il resto: oggi questa via-simbolo dell’età felliniana, si è piegata al soldo straniero.

Un peccato? Forse più un’opportunità.
Da italiani, siamo ben consci del fatto che la Dolce Vita ha avuto il suo glorioso tempo, ma c’è da sperare che dei buoni investimenti riportino ad essere curata, e frequentata, una strada che oltre ad essere stata un pezzo di storia importante – anche se recente – di Roma è indubbiamente bella, con il valore aggiunto di trovarsi a un passo dal polmone verde di Villa Borghese.

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