Wedding tourism: il Chianti in testa

Il mercato del wedding tourism in Italia – secondo i dati riportati dal Centro Studi Turistici di Firenze – nel 2015 ha generato 7.043 eventi, con una media di  53.998 euro di spesa ad evento, per un totale di 380,3 mln di euro di fatturato stimato.

Sono circa 52.600 gli operatori del settore coinvolti nell’attività del turismo matrimoniale: tra questi soprattutto wedding planner (circa 3.150, alcuni con sede all’estero), fotografi (7.300), floral designers (2.200), film-makers (1200) e  8200 locations.

La maggior parte delle richieste provengono dal mondo anglosassone: i turisti che scelgono l’Italia per convolare a nozze arrivano, per la maggioranza, dal Regno Unito (26,4%).
Al secondo posto gli statunitensi con il 20,7%, seguiti dagli australiani con l’8,4%, dagli irlandesi (5,4%) e dai tedeschi (4,9%).

L’oro  è stato vinto dalla Toscana, che ha intercettato il 32,1% del mercato con un fatturato di 122,7 milioni di euro; argento per la Lombardia, (15,8%) con un fatturato di 59,3 milioni di euro; bronzo per la Campania (14,4%) con un fatturato di 52,7 milioni di euro; a seguire il Veneto (7,9%) con un fatturato di 29,2 milioni di euro e il Lazio, (7,3%) con 30,8 milioni di euro di fatturato.
In crescita anche Puglia, Umbria, e soprattutto la Sicilia, per i suoi Luxury Hotels e Relais di destinazioni esclusive che sono di grande impatto sui mercati internazionali.

E, nella tanto amata Toscana, è il Chianti il luogo più scelto per il : tanto che parecchi proprietari terrieri hanno spalancato le porte delle loro ville (e qualche anno fa erano poco propensi a farlo) agli organizzatori di eventi e in particolare ai wedding planners.

Alcuni comuni del Chianti – per alcuni dei quali il turismo matrimoniale è diventata l’attività produttiva principale – hanno lanciato i cosiddetti “matrimoni fuori dal Comune”, cerimonie con rito civile celebrate in ville e dimore storiche (ovviamente valide in termini di legge).
Nonostante l’entusiasmo con cui Greve, San Casciano, Tavarnelle e Barberino si sono lanciati nell’iniziativa, e nonostante siano molti i futuri sposi che hanno dimostrato interesse e si sono informati – come confermato dagli uffici comunali – in pochi ancora hanno scelto di richiedere la licenza per potersi sposare in luoghi diversi dal municipio.

La burocrazia spaventa molti ma in realtà non presenta ostacoli così insormontabili: si richiede una domanda di partecipazione (con annessi dati del richiedente), una planimetria dettagliata della location, una dichiarazione di conformità edilizia-urbanistica e alle normative in materia di sicurezza, requisiti economici e giuridici per garantire che le condizioni dell’azienda godano di buona salute, dal punto di vista giuridico come da quello economico.

Ad ogni modo, nonostante la risposta all’iniziativa sia stata più “in sordina” rispetto alle aspettative, il potenziale c’è, e il Chianti è determinato a primeggiare anche nel campo dei matrimoni civili.

Fonti: centrostudicts.it

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