Estratto di un articolo del Tempo pubblicato sabato 24 gennaio
Roma, centro storico, l’‘associazione Botteghe Storiche ha raccolto decine di immagini inequivocabili sui sulk e lancia un appello a Sovrintendenza, Comune e I Municipio perché «lo scempio abbia fine».
«Ci sono antiche drogherie ancora con le insegne risalenti alla fine dell’800, ad esempio in via del Lavatore – spiega Giulio Anticoli, presidente di Botteghe Storiche – trasformate in negozi dove si vende merce ad un euro proveniente dalla Cina, che penzola perfino dalle mura fuori dal locale. Come si può permettere una situazione simile quando poi la Sovrintendenza fa questioni di cono visivo, di monumenti che non possono essere oscurati e l’amministrazione dichiara guerra ai ristoranti con un secolo di storia riducendogli i tavoli all’aperto?».
In via dei Crociferi, via del Lavatore, via delle Muratte, i negozi cinesi sono ormai la maggioranza e non mostrano alcun interesse a rispettare le regole, a cominciare dal modo in cui espongono le merci. Ma almeno questi esercizi sono autorizzati. Ben altro discorso per gli abusivi con la merce contraffatta e per le bancarelle che, quelle sì, oscurano la vista di chiese e monumenti della città.
«Basta mettersi davanti a Fontana di Trevi per essere assaliti da decine di ambulanti – continua Anticoli – e vogliamo parlare delle bancarelle con i cosiddetti souvenir? Non so se siano autorizzate o meno ma anche se lo fossero come possono avere il permesso di stare lì dalla Sovrintendenza? Se vedessi un simile spettacolo in qualsiasi altra città d’Europa direi che è uno scempio e mi vergognerei per loro, vederlo qui nella Capitale fa ancora più male». Va giù pesante Anticoli e ci mostra un’immagine di una bancarella ricoperta da un telone di plastica dal quale penzolano borse, cappelli, maglie, davanti alla Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio in piazza Trevi.
«Vorrei chiedere alla Sovrintendenza se quella bancarella può stare lì, non oscura la vista della chiesa? Se sì, perché non viene rimossa subito?».
L’associazione Botteghe Storiche andrà ora dall’assessore capitolino al commercio, Marta Leonori, con in mano il dossier fotografico e chiederà di intervenire per far rispettare la legalità e il decoro. Anche perché Trevi è solo una parte del materiale in possesso dell’associazione; nel mirino degli artigiani ci sono anche Pantheon, piazza Navona, Campo de’ Fiori, Trastevere, dove degrado e abusivismo ormai si consumano alla luce del giorno e nell’indifferenza delle istituzioni e degli organi preposti al controllo.
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