Un giro fuori dagli schemi: “Guida alla Roma ribelle”

Roma, sede del potere, città “di lotta e di governo”. Di governo, sicuramente, ma dov’è la lotta?Cola di Rienzo

Ce lo svelano tre giornalisti e una urbanista, Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro, nella “Guida alla Roma ribelle”, edita da Voland, prezzo 16 euro.

384 pagine suddivise in capitoli corrispondenti ai diversi rioni, visualizzati nelle mappe del cartografo Luigi Farrauto, per scoprire gli aspetti sovversivi della toponomastica romana. «Per esempio: se uno passa il Ponte Regina Margherita, sbarca su piazza della Libertà, percorre via Cola di Rienzo, arriva a piazza Via Rasella, 23 marzo 1944Risorgimento – proprio addosso al Vaticano. Non è una toponomastica innocente: è Roma liberale (e savoiarda) che dopo Porta Pia si strofina a Roma papalina e la irrita (mettiamoci pure che al ponte si arriva dal lungotevere Arnaldo da Brescia – frate eretico impiccato e scomunicato nel 1155).», si legge nella prefazione di Alessandro Portelli.

Una città disseminata di posti insoliti in cui inciampare, guida alla mano. Storie, luoghi e personaggi: Giordano Bruno, il Cimitero acattolico, la Repubblica Romana, i quartieri popolari della Resistenza, le statue parlanti, le nozze gay celebrate in segreto nel ‘500, il set de I soliti ignoti, le piazze dei punk, degli artisti e dei movimenti studenteschi. Storie che arrivano fino ad oggi.

C’è anche Ostia, dove nel ’77 vennero fischiati importanti letterati italiani ed acclamati in un religioso, attento silenzio i poeti della Beat Generation, Allen Ginsberg e Gregory Corso. Ci sono Kurt Cobain che soggiornò in una lussuosa suite e Pablo Picasso che visse e dipinse in via Margutta.

CatturaA questi inediti percorsi si affiancano le testimonianze di illustri romani come Ascanio Celestini, Carlo Lizzani, Giovanna Marini.

Il libro fa parte di una collana di guide ribelli per città ribelli edita da Voland, dove sono già state pubblicate le guide su Parigi e Barcellona ribelli, e si annunciano nuove “puntate” rivoluzionarie.

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