New York. Fino al 23 agosto al Brooklyn Museum è possibile ammirare, nella mostra intitolata “The Unknown notebooks”, uno degli esponenti più significativi del graffitismo americano degli anni Ottanta: Jean Michel Basquiat.
Al quarto piano del museo, nell’ala Morris and Meyer Schapiro Wing è esposta una raccolta di quaderni inediti dell’enfant prodige, pupillo di Andy Warol. Un totale di 160 pagine, tra taccuini e block notes, in cui Basquiat aveva annotato in modo caotico pensieri, indirizzi e frammenti di testi a lui cari.
Batman, Moby Dick, l’antico testamento, Mark Twain. E poi parole e contrari come poison (veleno) e antidote (antidoto). Poesie, giochi di parole, numeri di telefono, schizzi, osservazioni legati alla vita di strada e alla cultura popolare.
Otto taccuini e una trentina di opere che mostrano il caos creativo di Basquiat. Un’arte straordinaria fatta di simboli e segni, che seppe trasmutare nei veloci graffiti così come nelle brillanti tele elaborate. Dal suo lavoro emergono temi importanti e cruciali per l’epoca, legati alle divisioni razziali, alla storia, alle classi e alla denuncia della società dei consumi.
E proprio della strada Basquiat ha fatto la sua opera d’arte. Nato e cresciuto a Brooklyn, dove morì a 27 anni di overdose, all’apice di una sfolgorante ma breve carriera. Artista colto e grande divoratore di musei, che frequentava con la stessa disinvoltura gallerie alla moda, strade e sobborghi. Dal giorno in cui scelse una panchina per dormire, dopo la fuga da casa, a quello in cui conobbe Al Diaz giovane graffittista e cominciò a firmarsi nelle sue opere sui muri con l’acronimo SAMO (Same old shit), fino al momento in cui entrò nella ‘factory’ del re della pop art, Andy Warol e si lanciò verso il folgorante riconoscimento di grande artista e perno del graffitismo.
Dettagli:
la mostra è aperta al pubblico fino al 23 agosto
Jean-Michel Basquiat – The Unknown Notebooks
a cura di Dieter Buchhart
BROOKLYN MUSEUM
200 Eastern Parkway
+1 (0)718 6385000
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