Oltre 150 gli scatti del pluripremiato foto-documentarista Steve McCurry in esposizione fino al 20 settembre al Teatro 1 di Cinecittà. Con la mostra “Oltre lo sguardo” si inaugura un nuovo spazio espositivo nella “fabbrica dei sogni” tanto cara a Fellini.
L’evento nasce dall’incontro di qualche anno fa tra il fotoreporter di Philadelphia e Cinecittà per il bisogno di aprire lo sguardo verso nuovi orizzonti e prospettive, impercettibili a prima vista, perché vanno oltre le interpretazioni, oltre lo sguardo.
150 foto di grande formato che ripercorrono in maniera destrutturata, senza un filo cronologico, la trentennale carriera del reporter, dalle più recenti e inedite a quelle che l’hanno reso celebre: gli scatti tra i set e i magazzini degli studios romani, il progetto “The last roll” portato a compimento con l’ultimo rullino Kodak, i calendari Pirelli 2013 e Lavazza 2015 fino ai lavori più ambiziosi e impegnativi che lo hanno condotto in India, Afghanistan, Etiopia, Birmania, Giappone e altre parti di mondo a lui care.
Occhi e volti attraverso cui descrivere conflitti, tradizioni, esperienze di vita vissuta, timori, gioie e dolori da restituire a chi osserva, insieme alla bellezza e al senso di stupore e familiarità. Occhi bellissimi e tristi come quelli della “Ragazza Afgana“, Sharbat Gula, ritratta all’esterno della scuola femminile frequentata in Pakistan nel 1984 e fotomodella inconsapevole per la rivista National Geographic che le ha dedicato la famosa copertina di giugno 1985. Sguardi spezzati come quello del rifugiato afgano, ai tempi dell’invasione russa, ritratto poco dopo un intervento alla cataratta con una benda all’occhio destro ricavata dal turbante indossato. Sguardo fiero come quello del sarto che riesce a salvare la sua macchina per cucire e il suo lavoro dalla stagione delle piogge. Grazie alla popolarità della foto la casa di produzione di quella stessa macchina è riuscita a rintracciare l’indiano e a regalargliene una nuova. O come quello della nomade Tuareg, simbolo di una cultura che impone il velo agli uomini, non alle donne.
Uno sguardo d’insieme irripetibile e unico quello che ritrae due operai su una locomotiva a vapore mentre alle loro spalle si intravede il Taj Mahal: oggi al posto della ferrovie ci sono solo case.
Occhi vivaci, annoiati, inconsapevoli quelli dei bambini, tra i soggetti prediletti da McCurry. Come lo sguardo del bimbo stretto tra due adulti durante un matrimonio in Yemen, desideroso solo di giocare con i coetanei. Sguardo che cambia e diventa soggettivo nella scena surreale in cui un gruppo di ragazzetti afgani gioca con un cannone, mentre a terra colpi inesplosi li minacciano di morte.
Occhi che raccontano molto anche quando non direttamente inquadrati, come quelli della gibbosa e anziana afgana, sposa bambina e vedova a soli quattordici anni e ciononostante donna generosa, solare e ironica.
Tra labirintici pannelli di velo nero, il visitatore si ritrova in una dimensione nebulosa e imprecisa, in uno spazio vuoto e scuro, in cui è libero di scegliere quale percorso seguire e quale punto di vista adottare. Negli sguardi e nei volti sospesi e nei colori saturi delle opere esposte il visitatore incontra il suo unico punto di luce e riferimento, per perdersi e sorprendersi tra porte e finestre aperte verso scenari indefiniti, metafisici, tra occhi e visi di donne, uomini e bambini che raccontano, senza parlare, esperienze ed emozioni, dai finestrini di un treno, nel mezzo del deserto o tra i resti delle abitazioni bombardate.
Sguardi che fanno riflettere o semplicemente ci immettono in mondi nuovi aprendoci a usanze, abitudini e culture che a ben guardare non sono così distanti.
Info e prenotazioni
te. 06 32810910
mccurry@cinecittastudios.it
www.mostrastevemccurry.it
Orari
Aperto tutti i giorni (escluso il martedì) dalle ore 9:30 alle 19:00
Biglietti solo mostra acquistabili fino alle ore 18:00
Biglietti cumulativi acquistabili fino alle ore 17:30
Biglietti
MOSTRA
12 € Intero
10 € Ridotto per gruppi di almeno 15 persone
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