Henry Moore: una continua scoperta delle forme nella figura umana

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Dal 24 settembre 2015 al 10 gennaio 2016, Henry Moore ritorna a Roma, dopo vent’anni dall’ultima mostra italiana, alle Terme di Diocleziano.

«Partorita dalla feconda collaborazione con il Tate di Londra, la mostra è rappresentativa dell’intera carriera dell’artista, dagli anni venti agli anni ottanta. L’accurata selezione delle opere (sculture, disegni, acquerelli, stampe e filmati) – ha dichiarato Francesco Prosperetti, Soprintendente Speciale per i Beni Archeologici di Roma – proviene infatti dal museo londinese ma comprende pure prestiti eccellenti dall’Italia», tra cui Figura distesa (1953-54) e Gruppo di famiglia (1945), conservati entrambi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma.

77 opere che raccontano il percorso artistico-creativo dell’artista, considerato uno dei più importanti scultori del Novecento e famoso per lo studio della figura umana nell’arte astratta.

La mostra è un viaggio tra la tridimensionalità delle sue opere, una continua scoperta di forme che, si allontanano dalla staticità tipica della massa scultorea, ma sono in continuo divenire, dove a ogni punto di vista cambia la prospettiva e l’ idea dell’opera.

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Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Le sculture di Moore si sposano bene con l’ambiente classico del sito archeologico in cui sono ospitate. Ciò che colpisce il visitatore è l’assoluto inglobamento delle sculture nel contesto architettonico delle Terme di Diocleziano. I grandi spazi vuoti delle terme vengono ricreati dalle voluminose e sinuose sculture di Moore. Le opere riempiono lo spazio tanto da assottigliare l’enorme distanza con il soffitto e creare un ambiente intimo nel quale far trascorrere lo sguardo del visitatore assolto nella contemplazione.
«Henry Moore intrattiene un rapporto privilegiato con l’arte e la cultura italiane, – ha dichiarato Nicholas Serota, direttore della Tate – ispirandosi alla scultura etrusca e rinascimentale, lavorando nelle cave di marmo di Carrara ed esponendo le sue opere in mostre rimaste memorabili, come la spettacolare retrospettiva del 1972 al Forte Belvedere di Firenze».

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Composizione in quattro pezzi: figura distesa (1934) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Le grandi aule termali sottolineano il rapporto di Moore con l’Antichità e diventano uno straordinario spazio espositivo, dove le opere si snodano in 5 aree tematiche, che rappresentano i capisaldi della sua ricerca artistica:

• L’esplorazione del moderno

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Sezione “L’esplorazione del moderno”- Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Questa sezione della mostra è dedicata all’arte di Moore che ha subito il forte fascino di artisti come Modigliani, Brancusi, Picasso e l’arte primitiva. Qui si vuole esaltare la libertà dell’artista di abbandonare le pratiche accademiche e avvicinarsi a un linguaggio moderno. Da questo lavoro si riesce a percepire nelle opere di Moore la voglia di raggiungere una scultura diretta, libera dalle forme.
Nella sezione trovano particolare risalto:
Composizione in quattro pezzi: figura distesa (1934), Londra, Tate;
Figura con corde (1939), Londra, Tate.
Le corde hanno la funzione di definire lo spazio e suggerire una tensione in contrasto con le curve dell’elemento principale.

• Guerra e Pace

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Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

L’esperienza diretta della guerra provoca nell’artista un profondo cambiamento e questo si riflette nelle sue opere, anche se l’artista è antimilitarista.
Tra le più cariche di pathos:

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Tre punte (1939-40) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Tre punte (1939-40), Londra, Tate.
In cui si vuole suggerire, tramite una forma astratta in tensione, l’innesco di una bomba.
Prospettiva di un ricovero antiaereo (1941), Londra, Tate.

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Figure dormienti in rosa e verde (1941) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Figure dormienti in rosa e verde (1941), Londra, Tate. In cui si esprime il rapporto tra interno ed esterno. Il lenzuolo che avvolge il capo delle due figure rievoca quella di un’altra scultura dell’artista Testa-Elmo, di cui esistono due versioni, una de 1950 e l’altra del 1952.

• Madre e figlio

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Sezione “Madre e figlio” – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Il tema della madre e del figlio è molto frequente, quasi ossessivo, tra le opere dell’artista inglese. Il senso suggerito da Moore nelle sue opere non è soltanto quello relativo al rapporto di protezione della madre nei confronti del figlio (visto anche con l’accezione religiosa del binomio Madonna e Bambino):

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Madre seduta e figlio (1979-80) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Madre seduta e figlio (1979-80), Londra, Tate.
Moore sottolinea anche i temi delle madri cattive e dei figli matricidi, come:

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Madre e figlio (1953) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Madre e figlio (1953), Londra, Tate.
Dove le figure guardano in direzioni opposte, mentre la madre respinge il figlio che, in questo caso, assume l’aspetto di un serpente.
In questo contesto ritroviamo anche i gruppi di famiglia, dove non solo affronta il rapporto affettivo ma anche le relazioni spaziali tra le forme.
Gruppo di famiglia (1944) Venezia, Collezione Peggy Guggenheim;
Gruppo di famiglia (1945) Roma, Galleria d’Arte Moderna.

• Figura distesa
Emblema dell’arte di Moore, gran parte delle sue opere sono figure femminili reclinate. Fonte di ispirazione sono state le sculture etrusche viste in Italia nel 1925, ma anche i modelli delle bagnanti di Cézanne, Matisse e Picasso.
Le figure in questo caso sono ruotate e distese nello spazio, scandito dall’alternanza tra vuoti e pieni. Alcune di queste figure sono blocchi bronzei separati tra loro ma dialoganti, ogni sezione interagisce perfettamente con l’altra, suggerendo non un senso di rottura, ma di continuità. Mentre lo studio grafico delle figure mostra le infinite possibilità di un’idea.
In questa sezione troviamo:

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Figura distesa (1938) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Figura distesa (1938) Venezia, Collezione Peggy Guggenheim;

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Figura distesa (1953-54) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Figura distesa (1953-54), Londra, Tate.

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Figura distesa in tre pezzi n.2: spalla di ponte (1963) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Rom)

Figura distesa in tre pezzi n.2: spalla di ponte (1963), Londra, Tate

Scultura distesa in due pezzi n.9 moore roma

Scultura distesa in due pezzi n.9 (1968) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Scultura distesa in due pezzi n.9 (1968), Londra, Tate.

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Temporale a Forte dei Marmi (1970) – Mostra Henry Moore (Terme di Diocleziano, Roma)

Temporale a Forte dei marmi (1970), Spoleto, Palazzo Collicola Arti Visive.

 

• Scultura negli spazi pubblici

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Modello di lavoro per la Figura distesa dell’Unesco (1957) – Mostra Herny Moore (Terme di Diocleziano – Roma)

Per Moore la scultura è un’arte pubblica, più delle altre, in cui ricercare il proprio senso di realtà. L’approccio con la realizzazione di opere destinate a luoghi pubblici lo porta a confrontarsi con opere sempre più monumentali, forme tridimensionali asimmetriche, che regalano visioni multiple. Come è mostrato nel Modello di lavoro per la Figura distesa dell’Unesco, (1957), Londra, Tate.

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Ritratto di Henry Moore (1962) di Mariano Marini- Terme di Diocleziano (Roma)

Henry Moore (1898-1986), originario dello Yorkshire, dove ha iniziato a scolpire il legno e a modellare l’argilla. Si è diplomato al Royal College, dove ha conseguito il titolo di professore d’arte, per il quale ha vinto una borsa di studi per un viaggio di perfezionamento in Italia. Il legame di Moore con l’Italia è sottolineato dal suo forte interesse nei confronti del Rinascimento e dei primitivi toscani, accentuato dall’amicizia con lo scultore Mariano Marini che, nel 1962, ha modellato la testa di Moore. Esiste anche una testimonianza video di Moore in cui spiega la Pietà di Rondanini di Michelangelo.

Negli anni 40 realizza i famosi Shelter Drawings, che si ispiravano alla fuga di centinaia di persone, nelle gallerie della metropolitana, durante i bombardamenti nazisti.
Nel 1948, dopo aver vinto il premio internazionale per la scultura alla XXIV Biennale di Venezia, si conferma nel panorama artistico della sua epoca e viene celebrato in molte altre mostre.
Nel 1959 Moore riceve il premio per la V Tokyo International Art Exhibition e riprende alcuni motivi, già studiati nel 1934, e realizza una serie di Figure distese. Nella sua attività artistica in poche opere si distacca dalla rappresentazione della figura umana.

La mostra Henry Moore è curata da Chris Stephens e Davide Colombo e promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma, in collaborazione con Tate e con Electa.

Informazioni utili:
Data Inizio: 24 settembre 2015
Data Fine: 10 gennaio 2016
Costo del biglietto: 13,00 euro; 9,50 ridotto
Prenotazione: facoltativa
Luogo: Roma, Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano – Grandi Aule
Orario: dalle 09.00 alle 19.30 con ultimo ingresso alle 18.30
Telefono: 06 56358003 (06 39967700 info, visite guidate e didattica)
E-mail: sandra.terranova@beniculturali.it
Sito web: http://archeoroma.beniculturali.it

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