L’Italia perde appeal. Offerta turistica inadeguata e poco innovativa

venezia

Mancano pochi giorni alla chiusura dell’Expo e poco più di un mese all’inaugurazione di un altro evento di respiro internazionale, il Giubileo. È tempo di bilanci e previsioni per il nostro Paese e uno dei settori, quello turistico, da cui dipende il 6% circa del PIL. E nonostante l’Italia si appresti a concludere un 2015 positivo, la situazione complessiva è tutt’altro che rosea.

L’andamento del turismo nel mondo

Il Bel Paese riflette il trend positivo che negli ultimi anni sta interessando a livello globale il settore dei viaggi. Nel 2013, e per la prima volta nella storia, più di un miliardo di persone ha varcato i confini nazionali per visitare un paese diverso dal proprio. La crescita è proseguita nel 2014 e anche il 2015 dovrebbe concludersi con il segno più. Secondo la World Tourism Organization la crescita complessiva dovrebbe attestarsi tra il 3% e il 4%.
A fare da traino è il continente asiatico, mentre la vecchia Europa sta perdendo gradualmente quote di mercato. Tra i Paesi che perdono posizioni nella classifica dei più visitati c’è anche l’Italia, nonostante un patrimonio turistico unico al mondo per arte, storia, cultura, cibo e varietà paesaggistica. Il Bel Paese è scivolato al sesto posto, preceduto da Stati Uniti, Spagna, Francia e Cina.

L’Italia perde appeal. Quali le possibili cause?

L’Italia perde appeal di fronte ai competitor della scena internazionale. Perdita che potrebbe rivelarsi disastrosa per un Paese che conta 2,6 milioni di addetti al settore (il 12% degli occupati) per un giro d’affari di circa 100 miliardi di euro. E se queste cifre non sono sufficienti a dare un’idea basti pensare che l’offerta ricettiva del nostro Paese mette a disposizione 7.800.000 posti letto, di cui 2.250.000 in strutture alberghiere, 1.400.000 in campeggi e villaggi turistici, 3.250.000 in alloggi e 900.000 in residenze ricettive adibite al turismo. Numeri che da soli non bastano a reggere il confronto con le altre nazioni. Le richieste dei buyer esteri lo confermano.

Si è tenuta a Rimini lo scorso 8 ottobre (e si è conclusa il 10) la 52esima edizione della fiera Ttg Incontri, uno dei più importanti appuntamenti in Europa per gli operatori turistici. Nel corso della tre giorni, alla quale hanno preso parte 1.100 buyer provenienti da 85 paesi, sono emersi i punti deboli dell’offerta turistica italiana. A partire dal deficit di strutture che rispondano agli standard.

Assenza di strutture adeguate

I piccoli hotel non rispondono al target e quando si parla di alberghi diffusi sono pochi quelli che si adeguano alla domanda, così come sono poche le strutture in grado di mettere a disposizione degli operatori un numero sufficiente di camere. Molti albergatori preferiscono vendere online e non cedono alla richiesta di allotment. Questo esclude molte strutture ricettive dall’inserimento nei cataloghi.

Offerta Vecchia

L’offerta non si evolve. Sempre più buyer ricercano soluzioni alternative da proporre ai propri clienti, nuovi percorsi e soluzioni di viaggio sempre più su misura e al di fuori del turismo di massa. In modo da accontentare non solo i turisti più esigenti ma anche chi nella Penisola è già stato.

Scarsa presenza online

Il Bel Paese pecca anche quando si parla di auto-promozione. Le istituzioni non riescono a delineare una politica promozionale chiara e adeguata in casa come all’estero. Soprattutto se si parla di promozione online. Se negli Stati Uniti il 50% delle vacanze si vende sul web, mentre in Europa la percentuale si dimezza (25%), in Italia solo il 9% acquista il proprio viaggio in rete. E non si tratta di semplice sfiducia da parte dell’utente ma di scarsi investimenti sul digitale, sempre più determinante nel settore del turismo.

Problemi di natura logistica

Altra nota dolente riguarda l’accessibilità. Molte destinazioni non sono facilmente raggiungibili, soprattutto da Roma in giù. Questo fa sì che aree interessanti e dal forte potenziale turistico non vengano sfruttate appieno solo perché mal servite. La richiesta di voli e collegamenti diretti è prioritaria.

 

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