Al via Piano europeo per il Sud, credito e fondi per le imprese

Turismo e cultura sono due tra i tanti ambiti in cui si fa grande il divario tra Nord e Sud d’Italia. Una forbice che continua ad allargarsi, sottolineando tutta l’inefficienza dei sistemi e delle politiche attuate fino a oggi.

Cinquanta i siti italiani riconosciuti dall’Unesco come “patrimonio dell’umanità” nella World Heritage List, la maggiore concentrazione al mondo, e più di centomila i beni censiti dal ministero dei Beni e delle attività culturali, tra siti archeologici, architettonici e museali. Eppure il Mezzogiorno arranca e, nonostante la rilevanza dei tesori d’arte e turistici, attira solo il 15 per cento dei flussi nazionali. E le cose non vanno meglio con i turisti internazionali, come rileva l’analisi 2014 dell’Ufficio studi Confcommercio, sugli squilibri a livello territoriale in termini di presenze. “Il 44,3% ha come destinazione il Nord-Est e solo il 13,2% sceglie le regioni del Mezzogiorno. Le ridotte presenze turistiche straniere rappresentano un ulteriore elemento di freno allo sviluppo del meridione”

Per colmare questo divario entra in scena il piano PON (Piano operativo nazionale), dedicato alla cultura e riservato a cinque regioni del sud Italia, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Un piano da 490 milioni di euro, tra fondi comunitari e cofinanziamenti italiani, a cui da febbraio dovrebbero aggiungersi altri fondi, destinati al comparto turistico.

Nell’ambito del Pon, prende il via l'”Iniziativa PMI 2014-2020”, strumento di facilitazione di accesso al credito per le piccole e medie imprese del Sud, pronta a destinare più di 102 milioni di euro alle cinque regioni parte del programma. L’approvazione della Commissione europea è arrivata nei giorni scorsi.

Proprio pochi giorni fa il ministro del beni culturali, Dario Franceschini, aveva annunciato che “nel decidere la destinazione delle risorse europee del Piano Obiettivo Nazionale, è stata prevista una quota di 114 milioni di euro per il sostegno alle industrie creative, culturali e del turismo del Mezzogiorno” (un bacino di 1.700 aziende, di cui il 30 per cento appartenenti al privato sociale).Il bando dovrebbe partire il prossimo febbraio e si inserisce nelle volontà di dare slancio al settore produttivo che opera nella cultura e nel turismo.

L’intento dichiarato del programma Iniziativa 2014-2020 è “promuovere la competitività delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, migliorando le condizioni di accesso al credito attraverso una forma di intervento mirata e basata sul ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria”.

Avverrà attraverso operazioni di cartolarizzazione (cessione a terzi di attività o beni) di portafogli di prestiti bancari esistenti, in sinergia con il Fondo centrale di garanzia nel PON “Imprese e Competitività”, che fornirà garanzie alle banche e agli intermediari finanziari.

La cartolarizzazione di prestiti esistenti consentirà alle banche che aderiranno all’iniziativa di liberare capitale di vigilanza. Il capitale liberato sarà utilizzato dalle stesse banche per erogare nuovi finanziamenti a tasso agevolato alle PMI localizzate nelle Regioni del Mezzogiorno, per un ammontare complessivo di almeno 1,2 miliardi con un effetto moltiplicatore pari a 6 sulle risorse pubbliche dedicate all’iniziativa.

Di Sud e problemi legati alla parte debole d’Italia si è parlato anche nell’inchiesta della Banca del Mezzogiorno – Microcredito centrale spa “Se fallisce il Mezzogiorno fallisce il Paese”,  allo scopo di monitorare la salute economica italiana. Risultati non confortanti di un Sud dove mancano strade, reti bancarie e servizi, ferrovie, dove c’è arretramento su telefonia, porti, energia e ambiente e aeroporti e continuano a mancare i finanziamenti alle infrastrutture, alle imprese e alle opere pubbliche. Un celato ottimismo si vede nei segnali di ripresa, seppur lenta e l’indagine rileva come i fondi strutturali dell’Unione europea stia incentivando la nascita di giovani imprenditori.

Proprio a loro si rivolgono i programmi co-finanziati dall’Ue, per creare una classe imprenditoriale che sappia rendere il sud una meta turistica e culturale attrattiva e arrestare il processo di deindustrializzazione. Una sfida forte: trasformare il Mezzogiorno in una delle destinazioni turistiche più attrattive al mondo e più richieste dai tour operator internazionali per tutti i tipi di viaggi e promuovere l’industria culturale e creativa come straordinaria occasione di rilancio.

I finanziamenti ci sono dunque, resta da valutare l’efficacia reale, la qualità dei bandi emessi e come vengano declinati i fondi una volta giunti nelle mani degli operatori.

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