Matisse e il suo tempo. La collezione del Centre Pompidou a Torino

Matisse e il suo tempo. La collezione del Centre Pompidou. Torino, Palazzo Chiablese 12 dicembre 2015 – 15 maggio 2016

Astratto vs figurativo, questo fu il dilemma dei grandi artisti del primo Novecento.

La mostra Matisse e il suo tempo. La collezione del Centre Pompidou è un viaggio lungo il segno pittorico di Matisse che dalla scoperta del colore acceso, passando per l’appiattimento della forma, arriva a combinare i due elementi antagonisti in una sintesi figurativa che li supera entrambi.

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Pittura social, potremmo definirla oggi, in cui gli artisti si scambiavano idee e conquiste pittoriche.

Al contrario di quello che pettegolezzi e luoghi comuni hanno finora raccontato, Matisse e Picasso non erano antagonisti! O almeno non com’è stato descritto finora. Come non lo erano gli altri grandi dell’epoca. La Mostra tende a sottolineare questo: Matisse nel suo contesto, nelle relazioni con gli altri artisti, nelle influenze degli uni sugli altri, in quella grande fucina di idee e arte che furono gli inizi del Novecento.

Quasi a dimostrare che in un contesto di scambio e condivisione nascono le grandi opere. Ed è qui che la mostra demolisce il luogo comune dello scontro tra Matisse e Picasso a favore di un momento idilliaco, in cui la pittura si alimentava dell’arte dell’altro  in una sorta di ‘novello Rinascimento’.

Ma chi era l’artista Henri Matisse?

‘Follemente ansioso’

Grande collezionista di opere d’arte, che acquistava in modo quasi compulsivo.

Matisse viveva d’arte, disinteressato alla politica, il suo mondo era la pittura .

Con Picasso influenzò la pittura del Novecento.

Concepiva la pittura come equilibrio, purezza e tranquillità. Fulminato dal colore acceso, lo usò in modo sempre meno naturalistico, fino ad eliminare la tridimensionalità e dare all’immagine piena autonomia pittorica.

La mostra in breve

Il percorso della mostra è volutamente cronologico, perche racconta una storia.

La storia pittorica del maestro dagli esordi alla maturità in rapporto dialettico tra assimilazioni e discostamenti con i Picasso, i Renoir, i Braque, i Bonnard, ecc. Con la presenza delle opere dei suoi amici e contemporanei, il percorso espositivo racconta delle influenze reciproche, delle fonti di ispirazione comuni e coglie lo spirito del tempo che  unisce Matisse agli altri artisti.

La storia del colore dominerà sempre la sua pittura.

Dagli esordi del Fauvismo in cui domina il colore puro, all’ultimo periodo in cui per ritagliare al vivo il colore inventò una nuova tecnica,  il guazzo ritagliato.

Luogo Torino, Palazzo Chiablese

Orari

lunedì 14.30 – 19.30 martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 – 19.30 giovedì 9.30 – 22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Aperture straordinarie

– 24 dicembre: 9.30 – 17.30 (due ore prima del classico orario di chiusura) – 25 dicembre: 14.30 – 19.30 – 26 dicembre: orario regolare

– 31 dicembre: 9.30 – 17.30 (due ore prima del classico orario di chiusura) – 1 gennaio: 14.30 – 19.30 – 6 gennaio: orario regolare

– 27 marzo: orario regolare – 28 marzo: 9.30 – 19.30 – 25 aprile: 9.30 – 19.30 – 1 maggio: orario regolare

Prenotazioni

Tel. +39 011.0240113

www.mostramatisse.it

A cura di Cécile Debray, curatrice responsabile delle collezioni Matisse presso il Musée national d’Art moderne-Centre Pompidou. Promossa dal Comune di Torino – Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group

Catalogo

Matisse e il suo tempo. La collezione del Centre Pompidou, a cura di Cécile Debray. 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE – 2015

GUIDA

La mostra si articola in dieci sezioni

Prima sezioneI “Moreau” gli esordi di Matisse e gli indefettibili legami d’amicizia che egli stringe con i condiscepoli dell’atelier di Gustave Moreau all’École des Beaux-Arts: Albert Marquet, Charles Camoin, Henri

Manguin. Essi dipingono insieme una serie di quadri da medesimi soggetti (caffettiere, vedute della Senna – come in Pont Saint-Michel del 1900 -, modelli in studio o sessioni di copie di dipinti al Louvre), accomunati dall’insegnamento impartito dall’atelier più liberale di Parigi.

Seconda sezioneIl Fauvismo Un soggiorno nel Midi, a Collioure, nell’estate 1905, segna l’inizio dell’avventura del fauvismo sotto l’egida di Matisse. Lo scandalo provocato dalla mostra dei dipinti dai colori puri di Matisse e dei suoi amici Manguin, Camoin e Marquet e di André Derain e Maurice de Vlaminck al Salon d’Automne del 1905 segna la nascita del movimento, al quale l’anno seguente si uniscono i giovani Braque e Dufy. A questo periodo, e presenti in mostra, appartengono Autoritratto (1900) di Matisse e Il sobborgo di Collioure (1905) di Derain.

Terza sezioneMatisse, che si è vivamente opposto alla svolta cubista di Braque nel 1908 e alla sua amicizia con Picasso, ammetterà tuttavia molto più tardi che “il cubismo deriva da Cézanne” il quale diceva che ogni cosa è cilindrica o cubica. Nel settembre 1914 Matisse, non essendo stato chiamato alle armi, parte per Collioure e vi ritrova Juan Gris. I dipinti che esegue sono fortemente segnati dalla riflessione condotta da Picasso, Braque e Gris a partire dagli anni 1909-10. Matisse dipinge finestre, un tema ricorrente nella sua opera, e ritratti. La tela, quasi astratta, sembrerebbe incompiuta: Porta-finestra a Collioure (1914) presenta una composizione a bande parallele di campiture nere e blu, sulla linea del lavoro di Gris. Allo stesso modo, la stilizzazione della figura che Matisse realizza nella serie plastica dei Nudi di spalle o nel grande dipinto Bagnanti al fiume riecheggia le ricerche di Henri Laurens.

Quarta sezione –Dopo il tumulto degli anni parigini, alla fine del 1917, Matisse si stabilisce a Nizza offrendo a se stesso un nuovo inizio. In questa regione dal clima privilegiato incontra Auguste Renoir, visita spesso lo studio di Maillol, stringe amicizia con Pierre Bonnard. Tramite l’École des Beaux-Arts di Nizza conosce nuove modelle, come l’italiana Lorette (rappresentata in Lorette con tazza di caffè del 1917). Moltiplica i ritratti e le composizioni intimiste di figura, tornando ad attingere alle sue prime fonti, ossia l’Impressionismo, con lo studio degli ultimi dipinti di Renoir e di Monet. Attraverso questo dialogo con i suoi predecessori, Matisse partecipa a modo suo al ritorno al classicismo degli anni Venti, al pari di Derain e Picasso.

Quinta sezioneIspirato dai suoi soggiorni in Marocco, Matisse rivisita nella linea di Delacroix il tema esotico dell’odalisca (L’algerina del 1909). La densità dell’ornamentazione e del colore caratterizza i dipinti di questo periodo, che resterà a lungo emblematico dell’arte edonista e raffinata di Matisse. Per lui ora si può parlare di successo (anche in termini economici) e di una vera e propria moda. Attorno alle odalische di Matisse si viene a formare una corrente orientalista moderna attraverso la mediazione di Roger Bezombes, e lo stesso Picasso (presente in questa sezione con Nudo con berretto turco del 1955), dopo la morte di Matisse, confiderà: “Quando Matisse è morto, mi ha lasciato in eredità le sue odalische, ed è questa la mia idea dell’Oriente, sebbene non ci sia mai stato”.

Sesta sezioneIl desiderio della linea. Matisse e il Surrealismo Gli anni trenta segnano una svolta nel lavoro di Matisse che concepisce allora la grande decorazione murale per il dottor Barnes, La danza, e le illustrazioni delle Poesie di Mallarmé. In seguito a quella svolta radicale, il pittore reinventa il proprio disegno che diviene autonomo, stilizzato, quasi automatico, e sviluppa il nuovo approccio alla linea nella serie Temi e variazioni (1943). La liberazione del tratto, l’onirismo, la rappresentazione di semplici oggetti caratterizzano le opere grafiche prodotte in quegli anni da Matisse, Picasso, Masson, Miró e addirittura Léger, tutti autori influenzati dallo stesso clima venato di surrealismo.

Settima sezione – Gli anni Quaranta sono la stagione del ritorno alla pittura e degli “interni” di Vence. Matisse pone nuovamente al centro del proprio lavoro il motivo della finestra (Porta-finestra a Collioure del 1914). La raffigurazione dell’atelier costituisce allora un tema ricorrente presso parecchi artisti, tra cui Picasso (con il suo Lo studio dell’ottobre 1955), Braque (L’Atelier IX del 1952/1956), Dufy e Giacometti, quale immagine riflessiva e autoreferenziale della pittura in cui si mescolano affermazione del “mestiere”, spazio privato e di concentrazione a fronte della follia del mondo, e infine spazio mentale.

Ottava sezioneMatisse, Renoir e la “Danza” di Barnes Allo stesso modo, il genere della natura morta – ininterrottamente frequentato da Matisse – diviene per il pittore un imprescindibile strumento di autoriflessione. Nelle celebri nature morte con arance – che secondo Apollinaire costituiscono la quintessenza della sua arte – Matisse dà vita a un gioco di raffinati rimandi che si estende dalle Mele di Cézanne fino alle affettuose reinterpretazioni di opere di Picasso.

Nona sezioneIl Modernismo. La svolta degli anni Trenta Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, i grandi artisti figurativi, tra cui Matisse, Léger, Picasso e Dufy, mutano il proprio stile in direzione di un trattamento grafico più sciolto e schematico e di una tavolozza di colori primari che fanno eco al linguaggio modernista di Le Corbusier e di Mondrian. Così i dipinti eseguiti da Matisse dopo la grande decorazione per Barnes ritrovano una nuova economia formale che oggi appare chiaramente legata all’estetica modernista degli anni Cinquanta, che trova le sue migliori espressioni in Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) di Matisse e Il tempo libero – Omaggio a Louis David (1948-49) di Léger.

Decima sezioneA partire dal 1947, Matisse inventa una nuova tecnica, il guazzo ritagliato che gli permette di ritagliare “al vivo” nel colore. È di questo periodo la serie di venti tavole colorate realizzate da Matisse con la tecnica dello stampino Jazz (1947) cui appartiene Icaro (tavola VIII). Le nuove tecniche ideate da Matisse avranno conseguenze notevoli sul lavoro degli artisti delle generazioni successive: gli espressionisti astratti come Rothko e Sam Francis, gli artisti di Supports/Surfaces come Vincent Bioulès, Claude Viallat (che, in quanto sua fonte di ispirazione, produce Omaggio a Matisse del 1992) e Jean-Pierre Pincemin, ma anche Simon Hantaï e molti altri ancora.

Grazie alla diffusione della sua opera negli Stati Uniti per merito di suo figlio, il mercante Pierre Matisse, alle mostre dei lavori dell’estrema maturità in Francia e al complesso decorativo e architettonico della cappella di Vence (1949-1951), l’opera di Matisse nutre profondamente di sé l’arte del XX e del XXI secolo.

 

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