Petroceltic rinuncia a trivellare le Tremiti

A due giorni fa risale la nota con cui Petroceltic Italia, comunica di voler rinunciare a trivellare il mare a largo delle isole Tremiti. La compagnia petrolifera irlandese, finita in piena bufera trivelle nel mare Adriatico, ha presentato al Mise (ministero dello Sviluppo economico) istanza di rinuncia, in merito al permesso di ricerca nella zona delle isole.

Queste le parole esatte della compagnia “Obiettivo del nuovo piano è l’ottimizzazione delle risorse destinate ad attività di esplorazione. Nello specifico, in riferimento al permesso di ricerca B.R274.EL conferito dal Ministero dello Sviluppo Economico e situato nel Mare Adriatico meridionale, essendo trascorsi 9 anni dalla presentazione dell’Istanza – periodo durante il quale si è registrato un significativo cambiamento delle condizioni del mercato mondiale – Petroceltic Italia ha visto venir meno l’interesse minerario al predetto permesso”. Non è dunque del ministero la decisione di revocare l’autorizzazione allo sfruttamento del fondale marino nella zona adriatica, concessa a Petroceltic, con decreto del 22 dicembre 2015, ma è la stessa compagnia a rinunciarvi “per esigenze strategiche”.

Secondo le parole del coordinamento No Triv, la decisione della società avviene per diverse motivi, tra cui il difficile momento del mercato petrolifero mondiale, la ancora più difficile situazione finanziaria della compagnia e “l’ampia impopolarità del progetto”, che ha visto l’elevarsi di un coro di voci contrarie, comitati, regioni, opinione pubblica e Corte costituzionale, che ha autorizzato il referendum sulle trivelle. In realtà non passa in secondo pieno la mancanza di capitali della società, che potrebbe aver portato alla decisione. Da rilevare che Petroceltic mantiene l’interesse, e quindi i permessi minerari, per ricerca e prospezione ottenuti dal governo italiano, tra cui proprio quelli davanti all’Abruzzo, a Ombrina.

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