Si può dipingere ogni cosa,basta soltanto vederla
Fino al 25 aprile, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, ospita la mostra dal titolo Giorgio Morandi, incisioni dalla collezione Luciana Tabarroni.
19 incisioni, che rappresentano un’eccezione in assoluto per la collezione di Luciana Tabarroni, collezionista bolognese che come regola generale collezionava due tre opere per artista.
L’interesse per Morandi nasce in seguito alla pubblicazione Del 1943 dell’articolo di Giuseppe Raimondi dedicato a Le incisioni di Giorgio Morandi, primo testo che, dopo anni di silenzio in città, aveva riaperto il dibattito sull’incisione.
La collezionista si è mostrata da sempre attenta al dibattito storico-critico a lei contemporaneo, un dibattito che dovette influire sul definirsi del suo ruolo di collezionista, legandola fortemente al maestro bolognese, di cui dovette tra l’altro apprezzare la riservatezza e la concentrazione metodica sul proprio lavoro, aspetti tipici anche del suo carattere.
Tra le prime opere acquisite nel 1952, l’acquaforte che ritrae la famosa Natura morta del 1933. Per Morandi le incisioni rappresentano una passione assoluta, le sue prime opere, andate perdute, risalgono al 1911, quando l’artista aveva vent’anni, fino agli anni Trenta quando venne designato come titolare della cattedra di Incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Le sue incisioni presentano grande cura nell’intreccio dei tratti, caratterizzati da segni sottili e rettilinei, che suggeriscono un’efficace dimensione prospettica.
L’interesse della collezionista è salito sempre di più, fino a quando è riuscita a prendere possesso di diverse tipologie di stampe raffiguranti la sua evoluzione stilistica e i suoi temi privilegiati: le vedute di angoli nascosti di Bologna – antiretoriche visioni della città – o delle colline nei pressi di Grizzana Morandi, le nature morte di oggetti semplici e dimessi, i mazzolini di fiori variamente composti.
Luciana Tabarroni, attraverso le sue collezioni voleva realizzare una sorta di grande “racconto storico” del “mirabile continente” europeo, organizzato per nazioni.
Il “racconto” di Luciana Tabarroni si legge come una storia dell’arte italiana scritta con gli strumenti dell’incisione: quasi tutti i maggiori artisti che se ne valsero ai massimi livelli sono rappresentati in collezione, dove vengono ampiamente documentate le tendenze e gli stili del secolo fino agli anni ottanta.
Delle 19 incisioni del maestro Morandi, 9 sono inserite, a dialogare con gli altri artisti attivi in Italia, nel percorso della mostra a Palazzo Pepoli Campogrande, Percorsi di segni. Grafica italiana del Novecento nella collezione Luciana Tabarroni della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
La grafica è considerata dalla collezionista uno dei mezzi privilegiati per rivelare una profonda spiritualità, come viene da lei stessa sottolineato nel testo pubblicato, postumo, dedicato alla Grafica svizzera del XX secolo:
[…] credo ovvio che tra tutte le estrinsecazioni artistiche di un popolo sia proprio la grafica la più immediata e sintomatica narratrice del carattere del popolo stesso per la sua essenza illustrativa e narrativa, per il suo intimismo e lo schivo appartarsi da qualsiasi effetto plateale, per la sua minuziosa e raccolta esecuzione.
Informazioni utili:
Giorgio Morandi, incisioni dalla collezione Luciana Tabarroni
dal 29 gennaio al 25 aprile 2016
Pinacoteca Nazionale di Bologna
via Belle Arti 56, Bologna
Orari in occasione di ArteFiera
29 gen 14 – 19 / 30 gen 14 – 24 / 31 gen 14 – 19
Orari dal 2 febbraio al 25 aprile
mar e mer 9 – 13,30, da gio a dom 14 -19
Chiuso il lunedì (aperto festivi 28 marzo e 25 aprile e di conseguenza chiuso martedì 29 marzo)
Ingresso Euro 4,00, ridotto Euro 2,00 per possessori biglietto Arte Fiera e biglietto mostra Artefiera 40; altre riduzioni e gratuità di legge
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