Il coraggio, lo sforzo e la qualità della mostra di Conegliano che a Palazzo Sarcinelli ospita “I Vivarini, lo splendore della pittura tra Gotico e Rinascimento” sono stati premiati da pubblico e stampa nazionale e internazionale, tanto da consentirne una proroga fino al prossimo 17 luglio.
C’è ancora tempo quindi per ammirare in questa splendida cornice trevigiana il primo tentativo in assoluto di esporre l’arte della famiglia muranese Vivarini, che dalla seconda metà del ‘400 fino ai primi del ‘500 illuminò l’ambiente della pittura veneziana.
Antonio (il capo bottega), il fratello Bartolomeo e il figlio Alvise con le loro opere testimoniano gli influssi con alcuni dei più grandi artisti ed esponenti della pittura del primo Rinascimento italiano del calibro di Filippo Lippi, Mantegna, Squarcione, Antonello Da Messina, Bellini e altri pittori veneziani.
Un’esposizione-tentativo per aprire un sipario di riflessione su un clan familiare poco conosciuto, esponente del ‘400 lagunare, su cui aleggia ancora oggi una velata aura di mistero. Eppure i loro capolavori, diffusi ampiamente lungo tutto l’Adriatico, sono veri e le 40 opere saggiamente scelte per l’esposizione di Palazzo Sarcinelli, curata da Giandomenico Romanelli rappresentano tavole private, pale d’altare e polittici per chiesa e confraternite, storie di santi e miracoli che lasciano ampio spazio a preziosi e meravigliosi cromatismi, dal rosa al turchino con tratti di verde cangiante su preziosi fondi oro. Sette decenni d’attività per svariate committenze, di ordini religiosi, parrocchie, per chiunque e dovunque. Tracce dei Vivarini imperano in un palcoscenico che non è solo veneto, ma anche marchigiano, pugliese, della Dalmazia e dell’Istria.
Si possono ammirare per la prima volta splendidi dipinti, eccezionalmente trasferiti dalle loro sedi naturali come il polittico di Antonio dalla basilica Eufrasiana di Parenzo, prima opera firmata e datata dal capostipite della bottega – e tavole realizzate per committenti pugliesi, come la pala da Capodimonte e quella dalla basilica di San Nicola di Bari, opere entrambe di Bartolomeo, tra i primissimi e più originali esempi di pala con “Sacra Conversazione” a spazio unificato.
Splendida la monumentale opera che giunge da Bari, qui sovrastata da una lunetta con “Cristo in pietà tra San Girolamo e San Francesco”. Risale al 1476, è una tempera su tavola in tiglio che raggiunge quasi i 2 metri di altezza e raffigura una scena con Madonna e Santi in un atrio recintato da alte mura merlate.
Anche l’opera del Museo Nazionale di Capodimonte in origine era a Bari, presso il Convento degli Osservanti: soppresso nel 1813, la pala è stata trasferita a Napoli per entrare nelle raccolte borboniche prima del 1821. La Madonna in atto di preghiera guarda il figlio che dorme nel suo grembo. Il cielo s’intravede oltre la barriera vegetale in fiore, horto conlusus aperto verso l’osservatore che simboleggia la verginità di Maria.
Tra le celebri tavolette del fratello di Bartolomeo, Antonio, ci sono le storie di Santa Monica e Santa Apollonia, l’ancora misterioso Giovanni d’Alemagna (forse Antonio) e che rappresentano l’esatta linea di transizione tra le narrazioni gotiche e sensibilità già rinascimentali, con gustose citazioni dall’antichità classica.
Le opere di Alvise camminano lungo il percorso che portarono il giovane artista dall’impronta paterna all’exploit artistico, con picchi di maestria che si notano nella tavoletta francescana dall’Accademia Carrara di Bergamo e nel Sant’Antonio da Padova dei Musei Civici di Venezia uno dei rari esempi di ritrattistica vivariniana. E nella Sacra conversazione dal museo di Amiens, riconducibile sempre ad Alvise e datata al 1500.
La mostra segue i percorsi individuali e comuni dei tre protagonisti, ne indaga i caratteri e le peculiarità. Consente anche di capire che cosa essi abbiano lasciato in eredità alla cultura pittorica veneta del Cinquecento. Il Tutto in un percorso pionieristico ed emozionante alla ricerca dell’evoluzione dei linguaggi a cavallo degli anni tra il Gotico fiorito e il rigore prospettico del Rinascimento.
La proroga della mostra al 17 luglio 2016 consente anche al pubblico di partecipare ad altre due iniziative sinergiche che contemporaneamente animano la città di Conegliano: l’apertura straordinaria dei negozi fino a tarda sera con spettacoli di strada, musiche e letture diffusi e un evento enogastronomico di degustazione: Palazzo Sarcinelli la mattina diventa un palcoscenico non solo d’arte, ma anche di cultura enogastronomica d’eccellenza, con invito a degustare gratuitamente le migliori etichette di prosecco Superiore spiegate dagli stessi produttori.
Info utili:
Date
Fino al 17 luglio
Orari fino al 5 giugno
martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 18.00
venerdì 9.00 – 21.00
sabato e domenica 10.00 – 20.00
chiuso il lunedì
Nuovi orari dal 6 giugno
mercoledì, giovedì e venerdì 10.00 – 13.00 / 15.30 – 21.00
sabato e domenica 11.00 – 21.00
chiuso il lunedì e il martedì
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