Roma, dal restauro di Trinità dei Monti agli angoli della dolce vita

Non siamo più nel cinematografo, qui. Siamo nel grande affresco. Fellini secondo me non vi tocca vette meno alte di quelle che Goya toccò in pittura, come potenza di requisitoria contro la sua e la nostra società. Ed è di questo che voglio parlare. Fellini, prima di fare il cineasta, è stato giornalista. (Commento di Indro Montanelli dopo aver visto in privato La Dolce Vita)

Si avvia verso l’ultima fase di restauro la celebre Scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna, la meravigliosa opera del ‘700 raccordo scenografico tra le pendici del Pincio, che domina dall’alto della Chiesa, e la sottostante Piazza di Spagna, icona della Roma turistica di oggi e della Roma mondana della dolce vita anni ’60.

Nei giorni scorsi è stata chiusa al pubblico anche la rampa laterale sinistra, un passaggio che permetteva di accedere e vedere, attraverso pannelli trasparenti, lo svolgimento dei lavori del restauro avviato grazie alla donazione di un milione e mezzo di euro del gruppo Bulgari. Obiettivo del restauro, riportare all’originaria bellezza uno dei monumenti più celebri della città Eterna, tra i luoghi simbolo dell’epoca della dolce vita e ancora oggi elegante cartolina che qualsiasi turista straniero ha in mente viaggiando a Roma.

Rimetteremo a nuovo la scalinata di Trinità dei Monti, chiuderemo la scalinata a pezzi e l’investimento è di 1,5 milioni di euro. In Italia abbiamo tantissime bellezze e lo Stato non ce la fa a restaurare tutto, per questo devono intervenire investitori privati, queste le parole del presidente del gruppo Paolo Bulgari.

Una capitale che sembra oggi lontana dai fasti degli anni ’50-’60, quando le sue strade divennero emblema e simbolo per cittadini, turisti stranieri e per il jet set internazionale. Da Trinità dei Monti a Via Vittorio Veneto fino alla Fontana di Trevi. E poi i locali, le discoteche, le vie, i ristoranti.

Cominciando dal ristorante in cui per convenzione si fa iniziare l’epoca della dolce vita, il Rugantino in Trastevere, luogo in cui la danzatrice del ventre Aiché Nana improvvisò uno streptease che le costò una denuncia per atti osceni in luogo pubblico, ma che fu d’ispirazione per il grande capolavoro Felliniano, La Dolce Vita, destinato a restare al top negli annali del cinema italiano d’autore. Definito dal giornalista Indro Montanelli “Uno straordinario documentario sullo spaccato italiano” il film scompone e ricompone i pezzi della vita romana a cavallo tra gli anni ’50 –’60 che si svolgeva tra le arterie centrali della Capitale tra avventure, scandali e movida sfrenata.

Così Fellini dipinge Via Vittorio Veneto com’era in quegli anni, una strada in cui il ‘bel mondo intellettuale’ anni ‘20 fu spazzato via dal miracolo economico che condusse a una liberazione ed exploit di vita mondana e scandali da rotocalco. Fellini diventa pittore per immagini dello spirito del tempo, a lui è stato dedicato “Largo Federico Fellini – che fece di via Veneto il teatro della dolce vita”. Via Veneto vissuta dalle grandi star del cinema italiano e internazionale: Elizabeth Taylor, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Brigitte Bardot, Alain Delon. Attori, registi, soubrette, star. Chiunque transitava per questa arteria e veniva inseguito da reporter e paparazzi (che dovettero il conio del loro nome proprio al film La Dolce Vita).

Così dall’epicentro della mondanità di via Veneto, ancora oggi zona borghese e chic della città, si gravita sempre nell’orbita del centro romano, percorrendo via della Dataria e ascoltando quell’inconfondibile rumore di acqua che rimanda al celebre bagno di Anita Ekberg (Sylvia) nella Fontana di Trevi (anche questa recentemente restaurata ad opera di Fendi), altra simbolica scena del film Felliniano.

Ma non solo Dolce Vita, un altro capolavoro icona del cinema italiano che ha raccontato Roma al mondo è senza dubbio Vacanze Romane, l’avventura di una ribelle principessa stanca delle regole di corte che scappa da palazzo e si concede la libertà della vacanza capitolina.

Da Piazza San Pietro, scena dell’arrivo a Roma della principessa Anna (Audrey Hepburn), via dei Fori Imperiali, Foro Romano e Colosseo, si arriva in un’altra celebre via capitolina, dove Anna incontra il giornalista Joe (Gregory Peck), Via Margutta, piccola e appartata nel centro di Roma, alle pendici del monte Pincio, dopo il film diventa quartiere esclusivo di personaggi famosi, artisti, gallerie d’arte, pittori e botteghe artigiane.

Anche la principessa, proprio come Sylvia de La Dolce Vita, dopo il Pantheon, Piazza Venezia, la Bocca della Verità, non poteva non approdare a Fontana di Trevi e infine a Piazza di Spagna, icona anche delle moda e dello stile, con l’adiacente arteria di via Condotti, regina dell’alta moda. Luogo importante sulla cui scalinata di 135 gradini decine di modelle hanno sfilato e reso questa Piazza di Roma ricca di fascino ed eleganza. Ecco perché tanto importante per stilisti e case di moda.

 

Fonti: Sito ufficiale Turismo Roma, Sovrintendenza capitolina, Portale ufficiale Cineturismo

 

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