Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso.
(José Ortega y Gasset)
In piena stagione estiva meta preferita per eccellenza si conferma il mare. Anche quest’anno oltre il 70 per cento degli italiani in ferie ha scelto di abbandonarsi al rumore delle onde, ai tuffi e al relax sotto l’ombrellone. Anche se spesso relax e riposo non sono le parole giuste per descrivere le calde settimane di esodo estivo con spiagge sovraffollate e sempre più sporche. Una perfetta alternativa per lasciarsi cullare da meravigliose località marittime in tutta tranquillità può essere quella di visitare le aree marine protette italiane.
Splendide e ricche dal punto di vista naturalistico, geografico e morfologico, sono veri e propri tesori protetti da speciali norme di tutela. l’area marina protetta di Miramare, vicino Trieste, o scendendo più a sud, l’isola di Bergeggi in Liguria. E poi Le isole Tremiti, le Egadi, l’Asinara in Sardegna, l’isola di capo Rizzuto in Calabria. Da Nord a Sud, ogni regione d’Italia ha il suo gioiello da preservare.
In tutto sono 27 le aree marine protette già istituite (più 2 parchi sommersi e il Santuario dei Cetacei), a cui oggi se ne aggiungono 14 di prossima istituzione, vale a dire zone di interesse per le quali è in corso l’iter di valutazione per l’inserimento nell’elenco.
Ecco l’elenco dei nostri tesori protetti:
Riserva marina di Miramare | Santa Maria di Castellabate | Tavolara – Punta Coda Cavallo |
Cinque Terre | Costa degli Infreschi e della Masseta | Capo Caccia – Isola Piana |
Portofino | Parco sommerso di Baia | Isola dell’Asinara |
Isola di Bergeggi | Parco sommerso di Gaiola | Ustica |
Parco regionale del Monte San Bartolo | Capo Rizzuto | Isole Ciclopi |
Torre del Cerrano | Isole Tremiti | Isole Egadi |
Isola di Ventotene e Santo Stefano | Torre Guaceto | Isole Pelagie |
Secche di Tor Paterno | Porto Cesareo | Capo Gallo – Isola delle Femmine |
Punta Campanella | Capo carbonara | Plemmirio |
Regno di Nettuno | Penisola del Sinis – Isola Mal di Ventre | Secche della Meloria |
Circondano la penisola italiana, tra i mari Adriatico, Ionio e Tirreno:
228 mila ettari di mare e 700 chilometri di costa. Acque, fondali marini e tratti costieri talmente belli, puliti e ricchi di flora e fauna da costituire un vero patrimonio naturalistico per il paese, oltre ad avere un’enorme importanza scientifica, culturale, ecologica ed educativa. Definizioni, obiettivi di tutela e codici amministrativi sanciti da due leggi nazionali – la n. 979 del 1982 (Disposizioni per la difesa del mare) e la n. 394 del 1991 (legge quadro sulle aree protette) – che le hanno istituite, garantendo a tutte le aree marine protette diversi gradi di tutela a seconda delle caratteristiche:
Zona A: il vero cuore della riserva, quello a protezione integrale e interdetto a qualsiasi attività che possa disturbare l’ambiente marino.
Zona B: zone dette a riserva generale, in cui alcune attività, seppur limitate a un uso sostenibile del territorio, sono consentite.
Zona C: dove la riserva è parziale, dove sono consentite attività di fruizione del mare, anche queste sulla base di regole di uso sostenibile.
Perché non approfittarne per visitarle, passeggiare, organizzare escursioni e ammirare veri e propri gioielli di madre natura posati nel Mediterraneo.
Eccone qualcuna:
Riserva Marina Capo Rizzuto: si trova in Calabria, si estende per 4 mila ettari e 42 chilometri di costa ed è una delle aree protette più affascinanti del Mediterraneo.
Scogli, argilla, sabbia, mare cristallino, fondali frastagliati e ricco di insenature in cui si nascondono cernie, barracuda e altre specie marine. Nelle 22 vasche dell’Aquarium vivono molte specie endemiche. In più una bellissima area archeologica nelle località Capo Colonna, con resti murari di epoca greca sepolti dalle acque del mare e il castello aragonese del VX secolo posizionato su isolotto davanti alla costa. Visitare l’area significa immergersi nella natura, nella storia e nell’archeologia. L’istituzione dell’area protetta qui ha due finalità principali: preservare un tratto di costa di forte valore ambientale e proteggere il tesoro archeologico presente sui fondali. La zona A si estende nel tratto tra Capo Colonna e Capo Cimiti e il tratto di mare antistante Capo Bianco. Qui la tutela è rigida. Ci poi la zona B e C dove è possibile la balneazione, visite guidate subacquee, navigazione a vela e a remi e a motore con velocità massima di 5 nodi, ancoraggio e ormeggio in zone apposite. È vietata la pesca subacquea.
Isola dell’Asinara: all’estremo lembo nord-ovest della Sardegna, di fronte a Punta di Capo Falcone, compresa tra Punta Salippi e dello Scorno regna lei, l’area protetta che circonda l’Isola dell’Asinara e si estende per 108 chilometri quadrati.
Anche questa divisa in zone di tutela A, B e C, con accesso completamente vietato nel tratto di mare compreso tra Punta dello Scorno e Punta del Porco, nel tratto di mare compreso tra Punta l’Arroccu e Punta Galetta e il tratto di mare compreso tra Punta Pedra Bianca e Punta Agnadda. Le zone A coprono circa il 5% dell’intera area protetta. Un fondo marino è costituita da falesie ricche di anfratti, canali e spaccature, la piattaforma in alcuni punti sprofonda raggiungendo rapidamente la profondità di 50 m. In tutto il versante occidentale sono da ricordare alcuni paesaggi vegetali, dominati da grandi alghe brune di origine atlantica. Senza contare il tesoro archeologico sommerso, testimonianza dell’epoca romana, quando l’isola fu abitata ed era in stretto contatto con la vicina Turris (oggi Porto Torres). Così attorno all’isola sono disseminati relitti di navi romane.
Isole di Ventotene e Santo Stefano: si trovano nel Lazio queste due perle dell’arcipelago Pontino, in provincia di Latina, area protetta dal 1997, estesa per 2799 ettari di cui circa 410 in zona di tutela A, quindi strettamente interdetta.
Dalla flora brulicante di ginestra, ferula, cardi selvatici, fico d’India, lenticchie, leccio, lentisco, mirto, palma nana al tesoro acquatico con anfratti sabbiosi, distese di posidonia, pareti, grotte. E anche qui riposano resti archeologici di navi affondate in epoca romana con tanto di anfore e suppellettili, conservati oggi al Museo storico-archeologico. La fauna delle acque circostanti Ventotene regala spugne, gargonie, formazioni di calcare viola e blu e grossi pesci come cernie e saraghi
Isole Tremiti: cinque perle gettate nell’Adriatico. Anzi, enormi pietre scagliate dall’eroe omerico Diomede dalla Tracia su questo lembo di Mare Nostrum, leggenda che è valsa a questa terra il nome antico di ‘Isole Diomedee’.
Natura incontaminata, acque smeraldine, faraglioni di un colore accecante, vegetazione mediterranea fortemente aggrappata alla roccia, calette, sabbia fine e bianca, fondali cristallini e densamente popolati, grotte e fortezze. Questo tesoro è parte dell’arcipelago diomedeo, costituito da tre isole maggiori: S. Domino, S. Nicola e Caprara, da un isolotto posto fra le tre isole denominato il Cretaccio e infine da un’isola minore, Pianosa. Un patrimonio da proteggere e preservare. Così dall’89 è stata istitutia l’area marina protetta delle Isole Tremiti, la cui gestione è affidata al Parco nazionale del Gargano. Un’alternanza di tratti costieri emersi dove a fondali rocciosi si alternano falesie, fondi sabbiosi e ciottolati. Ben 17 tipi di habitat che hanno favorito l’insediamento di molte varietà di animali e vegetali: coralli, alghe, ricci, posidonia oceanica, Cymodocea nodosa. E poi la flora terrestre: Pino d’Aleppo, Dafne olivella, lentisco, oleastro, orchidee, limonio, fiordaliso delle Tremiti. Un vero regalo di madre natura agli uomini, da preservare con cura.
Fonti: ministero per la Tutela dell’ambiente, parcoasinara.org, riservaventotene.it, parcogargano.it
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