Burri torna a casa, una mostra lo celebra a Città di Castello

 

Burri ha creato un nuovo tipo di oggetto, simultaneamente pittorico e scultoreo, che ha influenzato successivamente artisti associati col New Dada, il Noveau Réalisme e il Postminimalism…” – Richard Armstrong, direttore Guggenheim Museum –

Da New York e Düsseldorf all’Umbria, nella sua Città di Castello. Alberto Burri torna a casa, e lo fa in occasione del centenario della sua nascita, con Burri: lo Spazio di Materia / tra Europa e Usa”, mostra conclusiva dell’intenso anno celebrativo che il 2015 è stato per il pittore italiano, nato nel 1915.

Fino al prossimo 6 gennaio, gli Ex Seccatoi del Tabacco cittadini ospitano un’intensa retrospettiva, a cura della Fondazione Burri, pronta ad abbagliare, diffondere e offrire spunti di riflessione su un artista che ha danzato nella storia dell’arte contemporanea con leggiadria e profondità, gettando un seme innovativo e influenzando artisti e movimenti, come il New Dada, il Nuovo Realismo e il Postminimalismo.

Centinaia le opere raccolte, tra dipinti, sculture e istallazioni, che restituiscono l’immagine di una figura centrale, sin dalla fine degli anni ’40, sulla scena artistica internazionale. Laureato in medicina, vive intensamente la seconda guerra mondiale e il dopoguerra, con la cattura e la prigionia negli Stati Uniti, durante la quale inizia a dialogare con la pittura. Poi il viaggio iniziatico a Parigi, negli anni ’48-’49, che gli fa conoscere la pittura di Mirò, Fautrier, Dubuffet e altri esponenti attivi in città. Qui inizia a sviluppare un linguaggio pittorico suo, basato sulla materia. Una ricerca astratta dedita all’impiego di materiali molto concreti: sabbie, pomice, catrami, smalti, che nelle sue mani divengono veicolo di arte poetica.

Dal suo viaggio negli Stati Uniti anni ’50 arriva il suo confronto con la pittura espressionista astratta di Pollock, Motherwell e De Kooning, omaggiandola con il suo tipico tocco di originalità.

Burri è l’artista che nell’impiego diretto e pressoché esclusivo della materia ne ha ottenuto una spazialità inedita, all’insegna di un controllo dell’imprevisto e di un magistrale equilibrio che ne ha qualificato le forme.

Innovazione artistica, frutto della sua ricerca, genitrice di opere come “Catrami” e“Sacchi”, che divengono fonte di ispirazione trascinante sul panorama internazionale. Fino alle successive fasi di pittura, con capolavori come “I Gobbi”, con una superficie deformata da protuberanze, create inserendo rami nodosi dietro il telaio; le “Combustioni; le “Plastiche”, ottenute manipolando materie artificiali; i “Ferri” e i “Legni”.

La iuta rossa utilizzata per i Sacchi, i catrami, le plastiche trasparenti, le lacerazioni, il collage, le bruciature. Tutto con Burri diventa materiale pittorico. Opere che lo ergono ad esempio per artisti come Klein, Rotella, Manzoni, Kounellis, Pascali, Pistoletto, Uncini, Arman, Christo ed altri, le cui ricerche sembrano sviluppare, con contributi individuali di originalità e forza, le premesse di una elaborazione della materia sostantivamente basilare nei processi di qualificazione dell’oggetto e della forma.

Presenti in mostra anche opere di Rauschenberg, Johns, Twombly, Colla, Nevelson, Marca-Relli e Scarpitta. Sul versante italiano ed europeo Burri si confronta con la pittura di artisti contemporanei di altrettanto valore, da Afro a Capogrossi, da Fontana a Matta, da Nicholson a Tàpies. ‘Masterpieces’ storici, che nella cornice di Città di Castello affiancano l’arte di Burri e la arricchiscono di senso.

È così che, dopo le retrospettive allestite al Guggenheim Museum di New York (Burri: The Trauma of Painting), e al Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf, non poteva mancare all’appello la città che a Burri ha dato i natali, e che oggi intende diffondere la conoscenza sul genio della materia del Novecento, ponendolo in dialogo con il contesto storico in cui era profondamente inserito, quello europeo e nordamericano, fino agli anni Novanta, poco prima della sua scomparsa. Così attraverso opere e documentazioni, monografie, fotografie, cataloghi e altre testimonianze, il tracciato espositivo restituisce la tela di rapporti che Burri ha intessuto con artisti e ambienti a lui contemporanei, analizzando le influenze che il suo lavoro può aver suscitato.

Sono inoltre proiettati filmati di vari artisti presenti e, con il supporto del Guggenheim di New York, anche il film “Il Grande Cretto di Gibellina” di Petra Noordkamp e, nel mese di ottobre, il pubblico può assistere all’anteprima europea del balletto “Novembrer Steps“, ideato da Minsa Craig, moglie di Burri, che prevede scenografie originali che l’artista stesso ideò nel 1973, riadattato ed eseguito dalla “Tom Gold Dance” di New York.

Una mostra che non si limita a celebrare il maestro umbro quella in corso, ma che segna un punto in più nella sfida culturale italiana, inaugurando nuovi spazi museali nella cornice degli Ex Seccatoi del Tabacco appena restaurati e ingranditi. Un complesso che da oggi vanta 11.500 metri quadrati di spazi espositivi dedicati proprio al maestro tra cui, dal prossimo 12 marzo, il Terzo Museo Burri, permanente e dedicato all’intera opera grafica dell’artista.

 

Info utili
ORARI MOSTRA

DAL MARTEDI’ AL VENERDI’
9.00 – 12.30 e 14.30 – 18.00
SABATO, DOMENICA E FESTIVI
10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
LUNEDI’ chiuso (ad eccezione di festivi e prefestivi)

BIGLIETTI:
INTERO MOSTRA: € 8,00
RIDOTTO MOSTRA: € 6,00
RAGAZZI DA 6 A 18 ANNI € 4,00

INTERO MOSTRA + EX SECCATOI TABACCO € 10,00
RIDOTTO MOSTRA + EX SECCATOI TABACCO € 8,00
RAGAZZI DA 6 A 18 ANNI MOSTRA + EX SECCATOI € 6,00

CUMULATIVO DUE SEDI MUSEALI + MOSTRA INTERO: € 15,00
CUMULATIVO DUE SEDI MUSEALI + MOSTRA RIDOTTO: € 12,00
CUMULATIVO DUE SEDI MUSEALI + MOSTRA RAGAZZI DA 6 A 18 ANNI: € 10,00

VISITA GUIDATA PER OGNI SEDE: € 5,00 (Min. 5 pax.)
VISITA GUIDATA PER GRUPPI PER OGNI SEDE (Max. 20 pax) € 40,00
Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
Via Albizzini, 1
06012 Città di Castello (PG)
Tel. 0758554649
e-mail: museo@fondazioneburri.org
www.fondazioneburri.org

 

Fonti: Studio Esseci, Fondazione Burri

 

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