Il grande mistero della vera Croce di Gesù

In tanti si contendono reliquie, o sedicenti tali, della Croce su cui morì Gesù.

La storia narra, (storia molto antica, e pertanto piuttosto imprecisa) che l’imperatore Costantino – primo imperatore che tese la mano ai cristiani ponendo fine al periodo delle persecuzioni – mandò, nel 325 d.C., sua madre Elena a Gerusalemme per recuperare delle reliquie della Passione di Cristo.
Elena adempì al suo compito, tornando con un notevole carico di memorie, oggi custodite nella Cappella delle reliquie della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Di queste vestigia, i pezzi più importanti riguardano ovviamente la Croce di Gesù, e consistono in un chiodo e una parte dell’iscrizione che fu posta in cima alla Croce, INRI (Jesus Nazarenus Rex Judeorum).
Lo stesso sant’Ambrogio testimonia a favore dell’attendibilità di questa versione, e pare, secondo alcune fonti, che un ebreo che era a conoscenza del luogo dove si trovavano le croci di Gesù e dei due ladroni, venne torturato per una settimana affinchè svelasse la strada che conduceva al Golgota.

Le vicende della vera Croce sono raccontate nella “Legenda Aurea” di Jacopo da Varagine (XIII secolo), e rappresentate da Piero della Francesca in un meraviglioso ciclo pittorico nella basilica di San Francesco ad Arezzo.
Sembra anche che sant’Elena portò delle reliquie nel suo palazzo, in un’aula adibita a cappella per conservare un residuo della Croce.

Eppure questa versione si presta ad alcune controversie: ad esempio, un’altra dicitura INRI è stata trovata a Gerusalemme alla fine del IV secolo, altre due si trovano a Parigi nella Cattedrale di Tolosa.
È anche certo, secondo gli scienziati Francesco Bella e Carlo Azzi, che il pezzo di legno (rinvenuto solo nel 1492) appartenente ad Elena – analizzato con il metodo del Carbonio 14 – risale al 1020 circa, quindi del pezzo portato a Roma dalla santa si sono perse le tracce.

D’altra parte, in passato, possedere una reliquia era qualcosa di molto prestigioso, e ne è logica conseguenza il fatto che tante di queste si rivelavano fasulle: in Europa, le memorie di Gesù e dei santi sono oltre 50mila, sembra addirittura che, nell’838, un chierico portò dall’Italia al monastero benedettino di Fulda (in Germania) ben 11 corpi di santi.

Fu grande collezionista Federico III di Sassonia, che vantava un repertorio di 21.441 reliquie: dato sufficiente per capire che non tutte erano vere, con buona pace di Federico il Saggio.

Le teorie che riguardano la vera Croce di Gesù sono quindi destinate a rimanere tali, in aggiunta ai grandi Misteri che la religione cattolica porta in sé.

 

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