Malattie infettive nel mondo, i rischi in viaggio

 

Nuovi allarmi per i viaggiatori internazionali, soprattutto quelli più temerari e avventurieri. Si ritorna a parlare di febbre gialla e di epidemia scoppiata nei paesi africani di Angola e Repubblica Democratica del Congo. A lanciare l’allarme l’Organizzazione mondiale della sanità, che sottolinea in modo esplicito come il vettore ‘zanzara’, soprattutto l’Aedes aegypti, per intenderci quella che trasmette Zika, ha rispolverato il rischio globale di febbre gialla.

“Le epidemie in Angola e Congo sono sotto controllo” spiega l’Oms, “ma questo è solo un avviso di focolai più grandi, che potrebbero manifestarsi se non si intraprendono azioni urgenti”. A questo scopo lo scorso 12 settembre una coalizione di partner si è riunita a Ginevra, per mettere a punto una strategia per fermare le epidemia in corso e prevenirne lo sviluppo ad ampio raggio.

Ad oggi molti paesi a rischio, soprattutto dell’Africa, del centro e del sud America, richiedono ai viaggiatori in ingresso il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla:

La grave malattia causata da un virus che colpisce soprattutto essere umani e scimmie attraverso la puntura di zanzare Aedes. Il nome indica l’ittero che colpisce alcuni pazienti, causando occhi e pelle gialla. I primi sintomi possono comparire da 3 a 6 giorni dopo l’infezione e non esiste cura specifica.

Paesi a rischio di trasmissione

Africa: Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, Cameroon, Chad*, Congo, Rep, Costa d’Avorio, Ethiopia*, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sierra Leone, Sudan, Sud Sudan, Togo, Uganda. In aggiunta i paesi con basso rischio: Eritrea, Tanzania, Rwanda, Somalia, Zambia.
America: Argentina, Bolivia, Brasile, Colombia, Equador, Guyana, Guyana Francese, Panama, Paraguay, Perù, Suriname, Trinidad e Tobago, Venezuela.

zika-world-mapAltro virus diffusosi ormai in larga parte del mondo e legato alle punture di zanzara Aedes è Zika. Circa 60 paesi colpiti, tra cui Stati Uniti e le spiagge della Florida. Il virus era stato individuato per la prima volta nel 1947 nella foresta Zika in Uganda e oggi, dal 2015, un’epidemia si sta diffondendo nelle Americhe, Africa ed Estremo Oriente. In Italia il maggior numero di casi registrati proviene dalla Repubblica Dominicana e dal Brasile.

A spaventare è la sua multi livellare trasmissione: attraverso puntura diretta della zanzara, per via sessuale e con la trasfusione e,soprattutto, dalla madre infetta al feto. Ecco perché si sconsiglia in mondo netto alle donne in gravidanza di viaggiare nelle aree a rischio.

Paesi colpiti da virus Zika

Stati Uniti (Florida), Samoa, Anguilla, Argentina, Barbados, Bolivia, Bonaire, Brasile, Capo Verde, Colombia, Costa Rica, Curacao, Dominica, Repubblica Dominicana, Equador, El Salvador, Fiji, Guyana Francese, Guadalupe, Guatemala, Haiti, Honduras, Jamaica, Martinica, Messico, Micronesia, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Filippine, Porto Rico, Santa Lucia, Saint Martin, Saint Vincent, Singapore, Saint-Barthelemy, Saint Marteen, Suriname, Thailandia, Trinidad and Tobago, Isole Vergini Americane, Venezuela, Antigua e Barbuda, Bahamas, Isole Vergini britanniche, isole Cayman, Cuba, Grenada, Guinea Bissau, Malesia, Saba, Saint Kitts and Nevis, Sint Eustatius, Isole Turks and Caicos, Vietnam.

Non esiste ancora un vaccino, tutti gli avvisi sono quindi legati alla prevenzione con repellenti, zanzariere, abiti lunghi di colore chiaro e soprattutto, per le donne in gravidanza, non recarsi nelle aree a rischio se non necessario.

Se si è stati in un paese colpito dal virus invece i consigli sono di: contattare il proprio medico entro le 3 settimane dal ritorno dal viaggio; ai donatori di sangue, che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni d’infezione di virus Zika, si raccomanda di attenersi al criterio di sospensione temporanea della donazione per 28 giorni dal ritorno; Si raccomanda agli uomini di ritorno di adottare pratiche sessuali sicure (uso del preservativo), per almeno 8 settimane dopo il loro ritorno, anche in assenza di sintomi clinici, per evitare il rischio di ulteriore trasmissione; se una coppia sta pianificando una gravidanza, dovrebbe attendere almeno 8 settimane prima di cercare di concepire.

Incidenza mondiale Tubercolosi, 2014. Fonte World health Organization

Incidenza mondiale Tubercolosi, 2014. Fonte World health Organization

Il Sudafrica ha un nemico silenzioso, che si insinua soprattutto tra le fasce più povere della popolazione. È la tubercolosi, divenuta ormai endemica nello stato africano. Causata dal bacillo di Koch (Mycobacterium tuberculosis) che porta alla formazione di noduli infiammatori in diversi organi, è altamente contagiosa e si trasmette per via aerea.

La forma polmonare è quella più comune. Sono stati 9,6 milioni i casi stimati nel mondo nel 2014 con 1 milione e mezzo di morti, secondo l’organizzazione mondiale della sanità, e circa 70 paesi ne sono colpiti. Nonostante sia curabile e l’incidenza stia lentamente scendendo, rappresenta un’emergenza mondiale per numero di decessi, soprattutto nei paesi del sud del mondo e per la sua contagiosità.

Le aree colpite

SudAfrica, Leshoto, Swaziland, Gibuti, Namibia, Mozambico, Gabon, Zambia, Botswana, Congo, Repubblica centrafricana, Angola, Guinea Bissau, Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Nigeria, Sierra leone, Liberia,Zimbawe, Somalia, Pakistan, Kenya, Madagascar, Malawi, Camerun, Etiopia, Afghanistan, Guinea, Gambia, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea equatoriale, Uganda, Ciad, Sud Sudan, Capo Verde, Senegal, Burundi, Mauritania, Marocco, Haiti, Bolivia, Perù, Guyana, Moldavia, Georgia, Timor leste, Nord Corea, Indonesia, Myammar, Thailandia, bangladesh, India, Bhutan, Nepal, Papua Nuova Guinea, Cambogia, Filippine, Micronesia, Laos, Mongolia, Vietnam, Malesia, Kazakistan.

A pochi mesi fa risale l’ultimo caso pubblico di contagio da meningite. Susanna Rufi, morta a Vienna, di rientro da un viaggio a Cracovia dopo aver partecipato alla giornata mondiale della gioventù. E un focolaio si era registrato in Toscana. È questa l’altra malattia molto temuta – la meningite meningococcica -gravissima e causata da un’infezione del batterio meningococco.

È presente ovunque nel mondo, Italia compresa, ma la più alta incidenza di malattia si ha nella ‘cintura della meningite’ dell’Africa Sub Sahariana, dove risulta iperendemica, con epidemie stagionali durante la stagione secca (stime Oms 1.000 casi per 100.000 mila abitanti). In Usa, Europa, Australia e SudAmerica l’incidenza varia invece da 0,3 a 3 casi su 100 abitanti. Si può prevenire con un vaccino, altamente consigliato per le persone maggiormente esposte al rischio, in aree dove la meningite causata da gruppi A, C, W135 e Y è endemica o epidemica, tra cui turisti e viaggiatori internazionali.

Incidenza malaria- Fonte World Health Organization

Incidenza malaria- Fonte World Health Organization

Tra le più diffuse malattie tropicali resta la malaria, malattia infettiva e si trasmette solo per contagio di punture di zanzare anofele infette dal plasmodio. Esistono diversi ceppi e stadi e circa 3 miliardi di persone vivono oggi in aree malariche in 107 zone del mondo. Ogni anno sono circa 500 milioni i casi di malaria nel mondo e agli stadi iniziali la malattia è spesso indistinguibile da una normale influenza febbrile.

Il vaccino contro la malaria non esiste. Quello che viene consigliato di fare ai viaggiatori in partenza è una profilassi farmacologica, che consente di ridurne gli effetti e la pericolosità in caso di infezione, e preventiva per evitare di essere punti. Una volta contratta può essere curata con apposito trattamento.

Aree colpite a diverse densità

Africa del Nord, Africa Centrale, Africa Orientale, Africa Occidentale, America del Sud, Asia centrale e del sud ovest, Europa sud est, Indocina, Indonesia, Madagascar, Oceano Indiano, isole del Pacifico.

A queste malattie infettive, se ne aggiungo altre legate sempre ad insetti, in particolare zanzare, come Dengue, trasmessa da zanzara del tipo aedes o tigre. La maggior parte dei casi si registra nei paesi tropicali e subtropicali, rappresentando una minaccia per ben 2,5 miliardi di persone in 100 paesi, con un incremento di ben 30 volte negli ultimi 50 anni.

La sindrome è causata da 5 ceppi virali e, in alcuni paesi tropicali, a fronte di una riduzione dei casi di malaria, si è registrato un aumento delle infezioni da Dengue. Dati del ministero della Salute indicano che in Italia nel 2013 abbiamo avuto circa 147 casi di dengue. Nel’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani nel triennio 2012-14 sono stati ricoverati 41 casi per dengue (10 nel 2014)

Aree coinvolte

Caraibi, America centrale e del sud, isole del Pacifico occidentale, Australia, Sud est asiatico, Africa.
I viaggiatori che si recano in zone tropicali sono generalmente considerati a rischio e non esiste oggi una profilassi efficace, se non la prevenzione con repellenti e l’uso di zanzariere, l’indossare abiti lunghi, soprattutto nelle ore a maggior rischio puntura 8durante il giorno).

Altro pericolo infettivo, viaggiando in aree a rischio, seppur talmente basso da non rendere obbligatoria la vaccinazione, è il colera, infezione del tratto intestinale causata da un batterio che altera la capacità di assorbimento delle sostanze nutritive e dei liquidi da parte dell’intestino. Il colera si manifesta con diarrea e vomito.

La sua trasmissione avviene per via oro-fecale e per prevenirla è necessario adottare precauzioni per evitare il consumo di cibi, bevande e acqua potenzialmente contaminate. Importante la disponibilità di soluzioni reidratanti orali da usare come per le altre patologie diarroiche. Il vaccino è sicuro ed immunogeno, fornendo però solo il 66-67% di protezione per almeno due anni contro le forme di colera clinicamente significative nei paesi od aree che riportano epidemie. Al momento l’unico paese a richiedere la vaccinazione contro il colera è il Madagascar. Nel caso di questa malattia il rischio sembrerebbe davvero basso.

 

 

Fonti: Viaggiare Sicuri, Mae, Cesmet, Oms, Centre for Disease Control and Prevention

 

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