Perchè Trinità dei Monti è anche un pò francese

Lo scorso 22 settembre, la monumentale scalinata di Trinità dei Monti è stata riconsegnata ai romani e al mondo, completamente restaurata dopo dieci mesi di lavori: l’intervento è stato finanziato dalla maison Bulgari – storica Casa di gioielli – in occasione dei suoi 130 anni capitolini, e la fine della ristrutturazione è stata festeggiata con uno spettacolo e un concerto dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta dal maestro Antonio Pappano.

Inaugurazione Trinità dei Monti

Non è la prima volta questo grandioso monumento beneficia de l’argent francais (il gruppo LMHV, che comprende anche Bulgari fa capo all’imprenditore francese Bernard Arnault): la scalinata di Trinità dei Monti fu un’idea proposta dal cardinale Mazzarino, nella seconda metà del Seicento, alla Roma di Alessandro VII.

Un monumento che avrebbe rappresentato la pace – del 1659 – tra Spagna e Francia dopo la Guerra dei Trent’anni, (e la posizione della scala rispetto alla piazza sottolinea la vittoria francese) nella città eterna.
Il progetto fu affidato al Bernini, ma Alessandro VII – nonostante fosse stato in un primo momento attratto dall’idea di un collegamento tra piazza di Spagna e il Pincio, corredato di rampe per le carrozze – lo rifiutò a causa della statua di Luigi XIV che Mazzarino avrebbe preteso di far ergere sugli scalini (nella Roma di Alessandro c’era poco spazio per la celebrazione di uomini, fossero anche dei re, che non appartenessero alla famiglia Chigi).
Lo stesso Bernini, avendo immaginato la reazione del papa, ci pensò più di una volta prima di consegnare il suo progetto, e, quando si decise, lo fece sotto falso nome.

Una curiosità: in occasione della nascita del delfino di Francia, figlio di Luigi XIV, il Bernini realizzò un incredibile apparato festivo per una serie di rappresentazioni teatrali proprio dove poi fu costruita la scalinata.

Solo sessant’anni più tardi si riuscì a dare inizio ai lavori, con il progetto di Francesco De Sanctis (che non prevedeva statue di re) e il finanziamento dei frati dell’ordine dei minimi che abitavano la chiesa di Trinità dei Monti (ovvero la Francia).

Nel 1803 fu firmato – in un contesto di grandi tensioni tra Francia e Toscana (causate dalle campagne napoleoniche) – un contratto per cui la Villa Medici ,che si trova tra il Pincio e la cima della scalinata, divenne sede della celebre Accademia di Francia.
Anche per questo si dice che Trinità dei Monti è “un po’ francese”.

Sta di fatto che nel 2016, per la seconda volta, beneficiamo dell’intervento dei nostri cugini d’Oltralpe su uno dei più iconici monumenti romani, e gliene siamo grati.
Ora spetta ai romani, e ai turisti che visitano la nostra città, rispettare e conservare nel miglior modo possibile questo prezioso gioiello di architettura settecentesco.

Fonti: Ilaria Beltramme, 101 perchè sulla storia di Roma che non puoi sapere, Newton Compton, 2015, 380 p.p.

villamedici.it

 

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