Tol-e Ajori: il segreto dell’altra porta di Babilonia

Una missione archeologica, composta da un’équipe italo-iraniana, ha portato alla luce qualcosa di straordinario dopo quattro anni di scavi nella piana di Persepolis, in Iran.

Sembra si tratti di una gemella della monumentale Porta di Ishtar, commissionata dal sovrano babilonese Nabucodonosor e oggi custodita al Pergamon di Berlino.

Chi poteva averla costruita? Si ipotizza che sia opera di Ciro il Grande, che conquistò Babilonia nel 539 a.C., qualche decennio dopo la costruzione della porta di Ishtar.
Era un must dei re conquistatori del passato portare in terra natìa qualche “souvenir” dai paesi appena assoggettati all’Impero. Ad avvalorare l’ipotesi la pianta della porta e le sue decorazioni, soprendentemente simili alla sua gemella babilonese.

Un fatto curioso riguarda le raffigurazioni: nei pannelli a rilievo sono rappresentati simboli religiosi babilonesi – come il drago o il serpente simbolo del dio Marduk – che sono in contrasto con l’ideologia zoroastriana, e che non compariranno mai più, in nessun monumento commissionato da un re appartenente alla dinastia achemenide.

E, nonostante Ciro professasse la fede dei suoi padri, le influenze sul grande re della cultura mesopotamica sono note.

Su cosa si aprisse la porta, si può facilmente indovinare: è estremamente probabile che fosse l’ingresso a un giardino di un complesso palaziale, un’altra coincidenza, poichè l’imperatore persiano amava molto i giardini.

Con il metodo radiometrico e la termoluminescenza si arriverà a chiarire la datazione dell’imponente reperto, ma il giallo più interessante riguarda lo stato della porta: dai primi studi è emerso che è stata usata per breve tempo e una fine repentina seguita da un lungo abbandono.

Calamità naturale? Guerra di religione? O forse l’ideologia mesopotamica ha urtato qualche re successivo a Ciro, ad esempio Serse, che aveva l’abitudine di definire come demoniaco tutto ciò che non riguardasse la religione zoroastriana?

L’interrogativo per il momento rimane aperto.

Articolo basato su una ricerca del Prof. Pierfrancesco Callieri insieme a Alireza Askari Chaverdi, che hanno diretto il team di archologi negli scavi di Persepolis.

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