Prorogata all’8 gennaio la mostra: “Splendida Minima” al Palazzo Pitti di Firenze

La mostra Splendida minima. Piccole sculture preziose nelle collezioni medicee dalla Tribuna di Francesco I al tesoro granducale, aperta al pubblico dallo scorso 21 giugno e il cui termine di chiusura previsto era il 2 novembre 2016, viene prorogata all’8 gennaio 2017.

Nel corso di questi mesi l’esposizione ha ottenuto grandi consensi di pubblico oltre che riconoscimenti più che lusinghieri da parte della stampa e della critica di settore.
Per tali motivi è stato deciso di mantenerla aperta anche in questi ultimi due mesi del 2016, affinché altri visitatori, ed in particolare italiani e fiorentini, possano visitarla nel periodo delle prossime festività e scoprire un ambito artistico per i più inaspettato, curioso e raffinatissimo, che appartiene alla nostra cultura e al nostro patrimonio.

Come recita il suo titolo, la mostra è dedicata ad una particolare classe di manufatti di grande valore artistico, sebbene di ridotte dimensioni: piccole sculture a tutto tondo in pietre preziose, di epoca ellenistico romana, per secoli al centro dell’interesse collezionistico dei Medici e oggi in gran parte patrimonio del museo del Tesoro dei Granduchi delle Gallerie degli Uffizi.

La mostra si apre illustrando con alcuni esempi le caratteristiche di questi piccoli formati scultorei di epoca classica, realizzati a tutto tondo da pietre preziose, e mettendo in risalto la loro stupefacente vicinanza, in termini iconografici e formali, con la grande plastica del periodo.

Il corpus complessivo delle preziose sculture antiche ad oggi noto è costituito da circa quattrocentottanta esemplari, un numero senz’altro errato per difetto e destinato quindi a crescere con il progredire degli studi. Nella prima sezione sono anche illustrate le funzioni di queste preziose sculture che, come dimostrano confronti iconografici testimoniati in mostra da un prezioso dittico eburneo del VI secolo d.C. o da un rilievo marmoreo degli inizi del III secolo d. C., erano utilizzate come complementi di attributi connessi con i ritratti legati al culto imperiale.

Una grande passione per questo genere di sculturine in pietre dure fu propria di Francesco I de’ Medici, che ne possedeva una nutrita collezione e si impegnava ad incrementarla commissionando la ricerca a Roma di marmi e pietre adatti alla creazione di busti. Teste antiche in pietre dure furono così assemblate su busti in alabastro orientale, scolpiti nelle botteghe di corte e impreziositi da panneggi e acconciature d’argento dorato. Questa collezione fu destinata da Francesco I all’arredo della Tribuna (descritto nell’inventario del 1589), uno scrigno delle meraviglie nel cuore degli Uffizi.

Nel corso del Seicento e del Settecento altri illustri esponenti della dinastia medicea raccolsero e coltivarono il gusto di raccogliere questi particolari oggetti.
Tra questi si distinse il Cardinal Leopoldo, raffinato e colto collezionista, che acquistò pezzi d’eccezionale qualità. Al merito di Cosimo III si deve in seguito l’inserimento delle opere dello zio Leopoldo nell’arredo sempre più sfarzoso della Tribuna, che ci viene testimoniato al suo acme dai puntuali disegni dell’atlante della Galleria diretto da Benedetto Vincenzo De Greyss.
Dalla testimonianza di questo preziosissimo documento nell’ultima sezione della mostra si è tentata la ricostruzione a grandezza naturale dell’allestimento tardo settecentesco di uno dei palchetti della Tribuna degli Uffizi. La scenografica riproduzione del disegno della parete con la statua di Apollo fa da sfondo a quasi tutte le opere distribuite sullo scaffale: le poche mancanze sono dovute a pezzi perduti o di cui non è stato possibile ottenere il prestito in mostra. Si tratta del primo tentativo di ricostruire questo aspetto fondamentale della decorazione della Tribuna, che mette in luce come, ancora nel Settecento, la disposizione delle statue sulla mensola fosse incentrata su sottili rapporti tra le dimensioni e le cromie degli oggetti.

La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli e Fabrizio Paolucci, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.

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