Pomodoro, Milano celebra i suoi 90 anni con una mostra diffusa

 

“Sulla carta disegno poco, il mio disegno lo faccio nella terra: fatti gli schizzi e fissate le intuizioni, passo subito alla loro realizzazione concreta”. (Arnaldo Pomodoro)

Fino al 5 febbraio Milano si riempie di luce scultorea e irradia strade, spazi pubblici e privati con un’antologica dedicata ad Arnaldo Pomodoro, forse il più grande scultore contemporaneo italiano.

Allestita in più punti cittadini, l’iniziativa ‘diffusa’celebra i 90 anni del maestro e vede il suo cuore pulsante nella mostra ospitata nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, luogo simbolo della storia di Milano.

Un percorso che accoglie circa 30 sculture realizzate dal 1955 a oggi, scelte da Pomodoro in persona come emblema dei suoi sessant’anni di creatività artistica. Una carriera legata indissolubilmente alla città della Madonnina, ma nata un po’ più giù, nella Romagna del mare e dei talenti, a Morciano dove il Re del bronzo è nato, nel Montefeltro dove ha trascorso la sua adolescenza e nella Rimini felliniana, dove ha studiato. Quella stessa Rimini che più avanti gli commissiona una scultura in memoria di Federico Fellini. Fino alla scelta nel 1954 di vivere e lavorare a Milano, la città che lo ha definitivamente adottato.

Una serie di bassorilievi degli anni ’50 in piombo, argento e cemento. Eccolo il punto di partenza di questo allestimento milanese. Sculture dove già emerge il tratto caratteristico di Pomodoro:

dalla Colonna del Viaggiatore alla Grande Tavola della Memoria, per giungere alle forme geometriche di bronzo lucido squarciate e corrose, alle famose Sfere, ai Cippi, fino al maestoso rilievo Le Battaglie di Fiberglass e polvere di grafite, dove la materia è magma, fonte di vita e di conflitto.

Raggiungendo la Piazzetta Reale si inciampa in un complesso scultoreo esposto per la prima volta nella sua totalità: The Pietrarubbia Group,

un’opera composta da 6 elementi realizzati in una sorta di work in progress a partire dal 1975 e completato nel 2015. Un omaggio ideale al Borgo di Pietrarubbia nel Montefeltro, terra adolescenziale dell’artista. Eccola l’opera che dà forma al legame di Pomodoro con le sue origini, formando un luogo fisico e immaginario al tempo stesso.

Anche la Triennale di Milano e La Fondazione Arnaldo Pomodoro rendono omaggio in questa iniziativa diffusa con quattro progetti ‘visionari’ che mostrano al pubblico il dialogo tra opera scultorea, architettura e spazio:

Il Simposio di Minoa a Marsala (Sicilia) e il Carapace, la Cantina delle tenute a Bevagna (Umbria), il monumento di Pietrarubbia e il progetto per il nuovo cimitero di Urbino. Documentati attraverso maquettes, disegni e fotografie.

E poi il Museo Poldi Pezzoli, che nella Sala del Collezionista illumina la passione per il teatro del maestro romagnolo, attraverso 16 teatrini che raccontano il suo lavoro per il palcoscenico tra l’82 e il 2009, spaziando tra drammaturgia, opera lirica, tragedia, teatro contemporaneo e musica.

A completamento di questo grande intento celebrativo, un itinerario artistico abbracciato da più punti della città.

Da Piazza Meda con il Grande Disco a Largo Greppi con Torre a Spirale, proprio di fronte al Piccolo Teatro. Fino a un luogo tra i più segreti e affascinanti di Milano: Ingresso nel Labirinto, un ambiente di circa 170 metri quadrati costruito nei sotterranei dell’edificio ex Riva Calzoni.

Nella Sala degli Arazzi poi per tutta la durata della mostra – promossa da Comune di Milano-Cultura, Fondazione Arnaldo Pomodoro e Palazzo Reale, con la collaborazione di Mondo Mostre Skira e curata da Ada Masoero – il pubblico può entrare virtualmente nel Labirinto, grazie a un progetto di realtà immersiva curato da Eugenio Alberti Schatz, Oliver Pavicevic e Steve Piccolo.

La mostra complessiva di tutto il mio lavoro che oggi mi dedica la mia città è per me motivo di grande gioia e profonda soddisfazione” ha affermato il Pomodoro, che in un’intervista tratta dal testo del catalogo Skira Editore afferma: “Ho raccontato tante volte che avrei voluto fare l’architetto; ma, lavorando al Genio Civile, ho capito che i miei interessi si indirizzavano verso l’arte. La strada della pittura non mi era congeniale, mentre ero attratto dalla materia che avevo bisogno di toccare e di trasformare. Io sulla carta disegno poco, il mio disegno lo faccio nella terra: fatti gli schizzi e fissate le intuizioni, passo subito alla loro realizzazione concreta”.

E non vi è dubbio sul meritato plauso che il grande artista, Signore della scultura contemporanea, riceve oggi. L’uomo che è presente con le sue opere in grandi e piccole piazze, in molte città del mondo: Milano, Rimini, Copenaghen, Brisbane, Dublino, Los Angeles, Roma, Mosca. E poi ancora in Romagna con Cesena, in Giappone e a Parigi. Solo per citarne alcune.

Pomodoro è ovunque nel mondo. E’ così il suo genio resterà per sempre al centro di piazze, strade, musei, università. E questa iniziativa milanese vuole ricordarcelo, abbracciando quell’idea di ‘diffusione’ del lavoro e delle opere di un uomo che resterà in eterno nella storia della scultura.

 

Info utili:
ARNALDO POMODORO
Milano, Palazzo Reale e sedi varie
30 novembre 2016 – 5 febbraio 2017

Biglietti: Ingresso Palazzo Reale
Intero 8 euro
Ridotto 5 euro

Credits: Clp Relazioni Pubbliche 

 

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