Napoli, Madrid e Città del Messico unite per la mostra diffusa su Carlo di Borbone

 

“A volte, per dare semplici risposte al presente, basta dare una rapida occhiata all’operato di chi ci ha preceduto, avendo il coraggio di ammettere che talvolta le ‘epopee culturali’ passate ancora fanno scuola”. (Paolo Giulierini, direttore MANN)

 

Tre città – Napoli, Madrid e Città del Messico – si uniscono per celebrare Carlo III di Borbone, il sovrano illuminato delle due Sicilie e re di Spagna e il suo impegno per trasmettere al mondo le Antichità legate alle arti. Lo fanno con una mostra allestita contemporaneamente fino al 16 marzo nelle tre sedi internazionali:

Museo Archeologico di Napoli,
Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando e
Facoltà di Arte e Disegno di Città del Messico

Il trecentesimo anniversario della sua nascita diventa la ghiotta occasione che ha spinto il Mann e i partner stranieri a presentare al pubblico l’eredità del reale borbonico, ricordando il ruolo d’avanguardia svolto nella trasmissione della conoscenza e della passione per le antichità.

Una selezione di 200 matrici, da poco restaurate, costituisce il nucleo attorno al quale si sviluppa l’inedita mostra – “Carlo di Borbone e la diffusione delle Antichità” -, a cura di Valeria Sanpaolo, che conta complessivamente circa 60 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture, affreschi, documenti storici e rami, riconducibili all’attività illuminata del sovrano.

È a Napoli, infatti, che Carlo trascorre la sua gioventù. Ed è qui che ha deciso di dedicare un intero edificio alla ricca collezione Farnese (ereditata dalla madre Elisabetta Farnese). Sempre qui si impegna a recuperare le opere d’arte di Pompei, Ercolano e Stabia, per poi esporle al pubblico, trasformando la sua passione per le antichità in strumento di propaganda del suo regno e delle sue personali virtù.

Utilizza mezzi di comunicazione allora all’avanguardia per promuovere la conoscenze delle arti al pubblico:
• preziosi volumi a stampa realizzati a Napoli
calchi in gesso delle sculture bronzee rinvenute nella Villa dei Papiri a Ercolano, portati a Madrid
copie della sculture bronzee per l’Academia de San Carlos di Città del Messico, perché anche nel Nuovo Mondo gli allievi delle accademie potessero conoscere le antichità.

E per trasmettere le antichità il sovrano borbonico chiama alla corte di Napoli alcuni tra i migliori disegnatori e incisori operanti in Italia, quelli che costituiranno poi la celebre scuola di Portici annessa alla Stamperia Reale. E sotto la supervisione di Bernardo Tanucci, la Stamperia realizza gli splendidi volumi delle “Antichità di Ercolano esposte”, con il primo volume uscito nel 1757, con riproduzioni fedeli degli oggetti e le relative spiegazioni sulle loro funzioni da parte dell’Accademia Ercolanese.

Ecco come venivano divulgati i tesori vesuviani tornati alla luce.

Ed ecco che Napoli con gli originali, Madrid con i gessi settecenteschi e Città del Messico con i disegni, sono oggi accomunate da uno stesso patrimonio, esposto in contemporanea e connesso a distanza da tecnologie multimediali, ricostruzioni 3d e realtà virtuale.

Tre sezioni rendono l’idea dell’impegno dell’attività illuminata e propagandistica del sovrano:

• la prima restituisce l’immagine di Carlo III attraverso la sua iconografia, dall’infanzia fino agli anni napoletani
• la seconda è dedicata alle attività di scavo nelle città vesuviane, con l’esposizione o il rimando ad alcuni originali, i più famosi scoperti fino al 1759: le “Ercolanesi” dello scavo del principe d’Elboeuf, le grandi statue bronzee dell’Augusteum, il Teatro di Ercolano, le sculture in bronzo e marmo della Villa dei Papiri
• la terza sezione interamente dedicata all’attività della Stamperia Reale, con esposte le matrici in rame dell’Antichità e di quelle della Dichiarazione di Luigi Vanvitelli, l’artista e architetto assunto al servizio del sovrano, per il quale realizzò la splendida Reggia di Caserta, e i capilettera da egli stesso disegnati per le Antichità.

Una mostra che chiude con la partenza di Carlo III per la Spagna, che salutando Napoli si toglie l’antico anello che sempre aveva portato al dito dopo la scoperta di Pompei.

“Con Carlo e ‘i suoi uomini’ – scrive Paolo Giulierini, direttore del MANN – l’annoso e spesso sterile dibattito, purtroppo attuale, che pone come antagoniste conservazione e valorizzazione, era stato ampiamente superato dall’idea geniale di inserire in un unico ‘cortometraggio’ l’esperienza dello scavo, del restauro, dell’esposizione e della veicolazione dei contenuti tramite una stampa integrata da immagini. A volte, per dare semplici risposte al presente, basta dare una rapida occhiata all’operato di chi ci ha preceduto, avendo il coraggio di ammettere che talvolta le ‘epopee culturali’ passate ancora fanno scuola”.

 

Info Utili:

Mostra: Carlo di Borbone e la diffusione della antichità
Luogo: MANN di Napoli
Date: 15 dicembre 2016 – 16 marzo 2017
Orario: 9,00 – 19,30 dal mercoledì al lunedì / martedì chiuso
Biglietto: Intero 12 euro – Ridotto 6 euro. Ogni prima domenica del mese ingresso gratuito

Credits: Ufficio stampa Villaggio Globale

 

Potrebbe interessarti anche:

Da Hayez a Boldini, l’800 italiano in mostra a Brescia
Bellotto e Canaletto, luce veneziana e vedutismo. Zio e nipote dialogano in mostra
La mostra “Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova”: si apre una nuova stagione per le Scuderie del Quirinale
Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.