Oceania, l’ispirazione di Tahiti e delle isole del Pacifico nel nuovo successo Disney

Volevamo incontrare persone che fossero cresciute sulle isole, volevamo ascoltare e imparare ciò che rende le culture delle isole del Pacifico così straordinarie

Ron Clements (regista Oceania)

“In principio c’era solo l’Oceano, finché non emerse l’isola madre Te Fiti. Il suo cuore, una piccola pietra verde, aveva il più grande potere magico mai conosciuto: creare la vita. Col tempo, in molti cominciarono a bramare questo potere, finché un giorno il cuore venne rubato dal semidio mutaforma Maui per donarlo all’umanità. Durante la sua fuga, Maui venne attaccato dal demone di lava Te Kā, provocando la caduta del cuore e del suo magico amo da pesca nell’Oceano. Da quel momento, non si seppe più nulla del semidio.”

Mille anni dopo una vivace adolescente di nome Vaiana, s’imbarcherà in una coraggiosa missione per salvare il suo popolo dalla distruzione a cui stava andando incontro.

Durante il suo viaggio, incontrerà il semidio ormai in disgrazia Maui, a sua volta alle prese con un viaggio alla scoperta di sé stesso, con un po’ di riluttanza inizia a guidare Vaiana nella sua ricerca per diventare una grande navigatrice e salvare il suo popolo.

Insieme, i due attraverseranno l’oceano in un viaggio pieno d’azione, che li porterà ad affrontare enormi creature feroci e ostacoli impossibili e, lungo il percorso, Vaiana porterà a compimento l’antica ricerca dei suoi antenati trovando l’unica cosa che ha sempre desiderato, la propria identità.

La storia si ispira in gran parte ai racconti della tradizione orale dei popoli e delle culture dell’Oceania che narrano come tremila anni fa i viaggiatori polinesiani fossero tra i più grandi navigatori al mondo e attraversassero in lungo e largo lo sconfinato Oceano Pacifico alla scoperta delle numerose isole dell’Oceania.

Successivamente però, secondo gli studiosi, per un millennio circa i loro viaggi cessarono, e nessuno sa esattamente il perché.

Molte le teorie, ma nessuna certezza su cosa potrebbe aver causato l’interruzione di questi viaggi per 1000 anni.

Ed è proprio questo che ha stimolato la fantasia dei registi Ron Clements e John Musker nella creazione di Oceania.

“La nostra speranza come filmmakers era quella di creare una storia universale che rendesse anche omaggio alle bellissime popolazioni delle isole del Pacifico, che ci hanno ispirato in questa avventura.”

dice la produttrice Osnat Shurer.

Quando i registi hanno cominciato a pensare di ambientare un film d’animazione nelle bellissime isole del Pacifico, hanno riportato a galla ricordi di gioventù a loro cari legati a dipinti e racconti sul Pacifico.

Quando hanno iniziato a immergersi nelle incredibili storie della mitologia polinesiana però, hanno capito che sarebbero dovuti andare molto più a fondo.

Sapevano che era importante recarsi nelle isole del Pacifico per vedere i luoghi con i loro occhi e incontrare la popolazione di persona.

Così Clements e Musker, insieme a un gruppo di artisti di Disney Animation, si sono messi in viaggio verso il sud della regione oceanica per ben due volte, recandosi prima a Fiji, Samoa e Tahiti e poi in Nuova Zelanda.

I filmmakers sono stati accompagnati da un esploratore di Fiji a bordo di un camakau, imbarcazione a vela tradizionale locale, e visitando il Museo di Fiji hanno potuto vedere un camakau vecchio di 2.000 anni, che hanno notato essere cambiato davvero poco nel corso di tutti questi anni.

Sono stati poi invitati ad esplorare il Parco Nazionale delle Dune di Sabbia di Sigatoka con archeologi locali.

I componenti del team hanno inoltre incontrato tatuatori e pescatori esperti, e hanno potuto gustare i sapori della cucina locale con le generose persone che hanno incontrato.

A Samoa hanno visto distese di lava nera e incontrato i capi villaggio locali.

A Savai‘i sono stati bagnati dai famosi geyser di Alofaaga e sull’isola di Manono sono stati invitati a partecipare a una cerimonia tradizionale di kava.

Sono andati in canoa passando accanto alle grandi onde di Teahupo‘o a Tahiti e hanno nuotato e camminato in luoghi che hanno poi influenzato l’ambientazione del film.

In seguito, insieme al trio che ha realizzato le musiche:

Lin-Manuel Miranda, Mark Mancina e Opetaia Foa‘i,

hanno partecipato al Pasifika Festival di Auckland, in Nuova Zelanda.

“Il festival è stata una splendida opportunità per assistere alla gioia e alla grande varietà di musiche e danze che caratterizzano le numerose culture delle isole del Pacifico”

danze e musiche riprodotte dai personaggi del film.

Anche la spettacolare ambientazione è frutto di una minuziosa ricerca sul luogo.

“Abbiamo sviluppato un mondo che è una leggera caricatura della versione delle isole del Pacifico in cui abbiamo viaggiato”, afferma Musker, “I colori, già molto ricchi, risultano ancora più intensi. Vogliamo che l’aspetto di questo film risulti così avvolgente che allo spettatore venga voglia di tuffarcisi dentro.”

e sono riusciti a pieno nel loro intento.

Nel film compaiono più di 60 specie vegetali, comprese alcune varietà che gli antichi polinesiani potrebbero aver portato con sé dalle loro isole natie, come alcune particolari palme da cocco, l’albero del pane e il taro.

I registi hanno usato delle licenze artistiche in alcuni casi, aggiungendo al paesaggio colori che sarebbero comparsi sull’isola solo molti anni dopo.

Anche per quanto riguarda la scelta dei personaggi l’ispirazione è venuta dalle persone che hanno incontrato durante i loro viaggi nelle isole del Pacifico.

Tra i tanti incontri che hanno fatto, uno è rimasto loro particolarmente impresso, ricorda Clemets.

“Un anziano sull’isola di Mo‘orea ci ha chiesto una cosa così semplice e allo stesso tempo così significativa: ‘Per anni siamo stati travolti dalla vostra cultura’ ha detto. ‘Questa volta potreste farvi travolgere voi dalla nostra?’”.

 

Fonti:
Disney
Tahiti Tourism

 

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