Viaggio attraverso i quadri di Van Gogh, tra Arles e Auverse-sur-Oise l’itinerario che segue la scia del maestro

Non so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare

Vincent Van Gogh

Quando si visita una città in genere ci si affida a guide che segnalano gli “highlights” del posto, mete simbolo che diventano mete turistiche troppo affollate.

Ma avete mai pensato ad un percorso alternativo, magari sulla scia di un grande artista come Vincent Van Gogh?

Un viaggio attraverso i luoghi che il maestro ha impresso per sempre su tela per vedere come sono oggi, un secolo e mezzo dopo?

Ecco quello che vi proponiamo è un itinerario alla scoperta dei luoghi dipinti da Van Gogh nelle sue opere più famose nel periodo di Arles e Auvers-sur-Oise, tra il 1888 e il 1890, quando la sua produzione artistica aveva già definitivamente abbandonato l’impronta impressionista per lasciare spazio ad un nuovo stile e ad una tavolozza di colori tutti nuovi.

La natura di questo paesaggio meridionale non può essere resa con precisione con la tavolozza di un Mauve, per esempio, che appartiene al Nord e che è un maestro e rimane un maestro del grigio. La tavolozza di oggi è assolutamente colorata: celeste, arancione rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino, violetto. Ma, pur giocando con tutti questi colori, si finisce con il creare la calma, l’armonia

queste le parole dell’artista alla sorella Wilhelmina per descrivere Arles e i colori dei suoi paesaggi. 

Entriamo nei quadri di Van Gogh partendo da Place Lamartine n°2, dove si trovava la sua casa ritratta nel famoso dipinto Casa Gialla (1888), edificio che oggi non esiste più perché distrutto dai bombardamenti del 1944, ma dove possiamo notare come l’isolato sia rimasto simile a quando ad osservarlo erano gli occhi del maestro.

Seguendo il percorso verso Place du Forme avremo l’emozione di trovarci di fronte al Cafè ritratto dall’artista in una sera d’estate quando sedotto dall’atmosfera del luogo dipinge il Cafè le soir (1888), rimasto identico fatta eccezione per il nome, ora Cafè la nuit, dove sostare a bere qualcosa per sentirsi protagonisti di una delle più celebri opere di Van Gogh.

La tappa successiva ci porta nel giardino del manicomio in cui Van Gogh si fece ricoverare dopo il taglio dell’orecchio, Le jardin de la Maison de Santé (1889) dipinto nel quadro, che nonostante il suo aspetto immutato nei secoli è oggi sede dell’Espace Van Gogh.

Il percorso continua verso il ponte Trinquetaille e il fiume dove ha dipinto la famosissima Notte stellata sul Rodano (1888), e dove rivivere l’emozione che l’artista ha provato sentendosi immerso nell’atmosfera del paesaggio.

L’ultima tappa di Arles ci porta infine al Ponte di Langlois (1888), a cui Van Gogh era molto affezionato ricordandogli l’Olanda, la sua terra natale, che dipinse e disegnò più volte e che è rimasto immutato da oltre un secolo.

E proprio qui ad Arles il gesto inconsulto del taglio dell’orecchio sinistro, ma dopo un anno di internamento nella clinica Saint- Rémy-de-Provence l’artista si trasferisce ad Auverse-sur-Oise, dove trascorrerà gli ultimi tre mesi di vita prima del suicidio.

La bellezza di queste sue ultime opere mostra anche tutta la tristezza e il tormento interiore da cui era pervaso, il capolavoro Champ de blé aux corbeaux (1890) rappresenta i campi di frumento del Parc du Vexin nei quali Van Gogh si perse a dipingere:

Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l’estrema solitudine.

Sempre qui ad Auverse-sur-Oise altre due tappe dell’ultimo periodo dell’artista sono L’Eglise d’Auverse-sur-Oise (1890) e l’Hotel de Ville d’Auverse-sur-Oise (1890) che intrisi di solitudine e angoscia rappresentano rispettivamente la chiesa e il municipio della provincia in cui Vincent Van Gogh pose fine alla sua esistenza.

 


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