D‘ora in poi per attraccare al porto di Capri occorrerà pagare una tassa, ma solo nel caso dei traghetti e degli aliscafi.
Per le barche private, i gommoni o i panfili l’ingresso è gratuito.
Una questione, quella della tassa portuale, che va avanti dal lontano 2012, quando Capri e Anacapri avevano approvato un provvedimento che richiedeva la riscossione di un tributo (1,50 euro) anche nel caso delle barche private.
Il regolamento era stato presentato al Tribunale Amministrativo del Ministero delle Finanze, poi sottoposto all’attenzione del Consiglio di Stato che a sua volta aveva girato il caso alla Consulta. La querella si era conclusa nel 2013 con una decretazione d’urgenza che sostituiva la tassa a un “contributo di sbarco” riservato ai “vettori aeronavali che svolgono servizio di trasporto di persone a fini commerciali”.
A chiudere il caso è la Corte Costituzionale che ha approvato il contenuto del decreto legge perché “effettività e certezza della riscossione” motiverebbero la scelta di escludere le imbarcazioni private.
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