Roma, gli incontri “Luce sull’Archeologia” al Teatro Argentina

Il Teatro di Roma presenta la terza edizione del ciclo di incontri  “Luce sull’Archeologia” al Teatro Argentina, un successo senza precedenti che è ripartito da gennaio 2017 con sei appuntamenti che vanno fino ad aprile, la domenica mattina alle 11,00.
Un percorso che vuole offrire una riflessione storica, artistica e spirituale, con la quale cittadini e visitatori potranno continuare un viaggio emozionante nella millenaria storia di Roma, creatrice di un bacino culturale che ha unito tra loro culture diverse.
Uno straordinario viaggio nell’antico, nella classicità, attraversando vari momenti della storia romana e della romanizzazione, fatta di incontri e scontri di civiltà, che hanno determinato la creazione di un nuovo modello sociale e culturale trasformando territori e popoli in una communis patria.
Solo attraverso la condivisione e la conoscenza si potrà ritrovare il senso di appartenenza al nostro Patrimonio Culturale e uno degli obiettivi che il Teatro di Roma si pone è la creazione di relazioni con e tra enti pubblici e privati, per ideare, sostenere e realizzare progetti culturali come questi.
Il programma:
  • 19 marzo
“Roma e Atene. Memoria, conoscenza, immaginario.”
Luciano Canfora, Storico del mondo antico e Professore di Filologia Greca e Latina presso l’Università di Bari.
Annalisa Lo Monaco, Archeologa, presso La Sapienza Università di Roma.
Elena Korka, Archeologa ateniese e Direttore generale delle antichità presso il Ministero della Cultura Greca.
  • 26 marzo
” Schiavi di Roma”
Andrea Giardina, Professore di Storia Romana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Orietta Rossini, Responsabile del Museo dell’Ara Pacis, Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.
  • 23 aprile
“La fine del mondo antico: da Roma a Costantinopoli”
Alessandro Barbero, Storico e Scrittore, è Professore di Storia Medievale  presso l’Università del Piemonte Orientale di Vercelli.
Massimiliano Ghilardi, Direttore Associato dell’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Da una nota stampa di beniculturali.it
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