Successo assicurato per la versione live action del film di animazione Bella e la Bestia a firma Disney.
Quello che di certo funziona sono le interpretazioni del cast stellare, le ambientazioni, gli effetti speciali, la raffinatezza delle digitalizzazioni.
Un po’ meno i numeri musicali.
E funziona il soggetto, il tema dello ‘sposo-animale’ noto all’immaginario collettivo in tutto il mondo.
Ne esistono varianti in Russia, Spagna, Germania, Italia, India, Africa.
La versione più conosciuta in occidente è quella della storia di Amore e Psiche che Apuleio inserì quale spartiacque narrativo ne L’asino d’oro.
La variante Disney è stata liberamente tratta dalla fiaba Il était une fois… Vieux contes français, che Jeanne-Marie Leprince de Beaumont pubblicò sul Magasin des enfants, ou dialogues entre une sage gouvernante et plusieurs de ses élèves nel 1756.
Si trattava di una riduzione della meno nota fiaba preromantica di Madame Gabrielle-Suzanne Bardot de Villeneuve, morta l’anno prima.
Il était une fois… è la versione che ha avuto maggior fortuna. Forse perché l’operazione di semplificazione di personaggi e racconto operata dalla de Beaumont ha dato vita a una variante archetipica che ben si è adattata all’immaginario popolare.
©Disney
Nel dare maggiore risalto all’approfondimento psicologico dei personaggi, Disney ha recuperato dalla de Villeneuve i riferimenti al passato di Bella e della Bestia e quel tratto di consapevolezza del femminile di Bella, che si ribella all’obbligo di sposare mariti a volte peggiori della Bestia.
Niente più solo buoni, cattivi, servi, buffoni.
I ‘tipi’ delle fiabe lasciano il posto alle motivazioni che stanno dietro a comportamenti e modi di essere.
Bella e la Bestia sembrano differenti, l’una bellissima, l’altro un mostro.
Ma li unisce un denominatore comune.
Il mondo che li circonda non li accetta. Sono dei diversi.
Da un lato Bella, che non riesce a uniformarsi alla banalità di una vita fatta di panni da lavare e piatti da cucinare, ma è affamata di curiosità e conoscenza.
Non può accettare che il suo futuro sia già segnato e che, come le sibila Gaston, l’unica scelta che può fare una donna è sposare un uomo del paese.
Dall’altro il principe/bestia, chiuso nel dolore di un trauma svelato per la prima volta in questa versione.
Un dolore che lo rende rabbioso, senza cuore, rassegnato a rimanere per sempre nello stato animalesco.
Bella si sente in prigione nell’ottuso villaggio di leopardiana memoria, da cui sembra non possa emanciparsi. A niente valgono il suo ingegno – costruisce un prototipo di lavatrice – e la passione per la lettura.
La Bestia è prigioniera di sé stessa, del suo castello, in cui è pericoloso entrare e uscire, perché i guardiani sono lupi affamati.
Entrambi sono prigionieri di un dolore che li accomuna, causato da un evento traumatico che emergerà tramite i flash mnemonici.
Quell’evento ha trasformato l’anima del principe bambino in una bestia e l’incantesimo della fata non farà altro che rendere visibile al mondo il mostro che il principe è diventato.
Bella scoprirà le origini del suo disagio, perché il padre abbandonò Parigi e cosa successe alla mamma.
Solo un atto d’amore può essere in grado di far uscire entrambi dalla loro condizione incantata.
La Bestia del live action ha, però, meno forza rispetto alla versione animata.
La progressiva metamorfosi di elevazione dall’aridità e arroganza umane, cause della sua punizione, è debole, lasciata al contesto scenico:il castello immerso nel gelo, in cui tutto è bloccato, semidistrutto, in cui gli ultimi aspetti vitali (gli oggetti animati) stanno per perdere vita se un atto d’amore non li farà tornare quello che erano.
Se la Bestia è meno definita nel suo passaggio evolutivo, i personaggi non protagonisti sono ben costruiti.
- Gaston è l’archetipo del manipolatore, del sobillatore di folle, narcisismo in atto che trasforma tutto a suo vantaggio.
- LeTont, da ‘tipo’ del servo sciocco si trasforma in persona in grado di scegliere.
- Maurice, personaggio passivo, buffo e accessorio nel cartone animato, nel live action si umanizza, diventa padre amorevole, ingegnoso costruttore di carillon, che gli riportano alla memoria un passato felice.
Maestri del musical, Disney e Hollywood questa volta stentano con le sequenze musicali.
La versione animata aveva più ritmo. Tengono abbastanza bene la scena della canzone di Gaston e LeTont nella taverna e il ballo tra Bella e la Bestia.
©Disney – Gaston e LeTont. La canzone della taverna.
©Disney
Ma il numero di apertura e quello del pranzo servito dagli oggetti animati non tengono il confronto con la versione di animazione.
Forse un po’ meno ansia da grandeur e spettacolarizzazione avrebbe giovato.
TgTourism ringrazia The Walt Disney Company Italia per la gentile concessione delle immagini e dei video.
Interpreti
Emma Watson – Belle
Dan Stevens – Bestia
Luke Evans – Gaston
Josh Gad – LeTont
Kevin Kline – Maurice
Ewan McGregor – Lumière
Stanley Tucci – Cadenza
Audra McDonald – Madame Guardarona
Gugu Mbatha-Raw – Spolverina
Hattie Morahan – Agata
Nathan Mack – Chicco
e con Ian McKellen – Tockins ed Emma Thompson – Mrs Brick
Interpreti italiani – Le voci del doppiaggio
Letizia Ciampa – Belle
Andrea Mete – Bestia
Marco Manca – Gaston
Daniele GIuliani – LeTont
Luca Biagini – Maurice
Emanuela Rossi – Mrs. Bric
Pietro Biondi – Tockins
Frédéric Lachkar – Lumière
Fabrizio Pucci – Cadenza
Fiamma Izzo – Madame Guardarona
Jacqueline Maiello Ferry – Spolverina
Vittoria Puccini – Agata
Alessandro Carloni – Chicco
Canzoni italiane
Belle – Ilaria De Rosa
Bestia – Luca Velletri
Maurice – Luca Biagini
Gaston – Marco Manca
LeTont – Daniele Giuliani
Mrs Birc – Giovanna Papattoni
Lumiére – Frédéric Lachkar
Tockins – Pietro Biondi
Spolverina – Jacqueline Maiello Ferry
Maga Agata – Vittoria Puccini
Walt Disney Studios Motion Pictures
“La Bella e la Bestia”
Regia di Bill Condon
Scritto da Evan Spiliotopoulos, Stephen Chbosky e Bill Condon
Prodotto da David Hoberman e Todd Lieberman
Produttori esecutivi Jeffrey Silver, Thomas Schumacher, Don Hahn
Musiche di Alan Menken
Canzoni di Alan Menken
Testi di Howard Ashman e Tim Rice
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