Dichiarazione di Firenze al G7. La cultura come strumento di pace.

g7, firenze, 2017

Si chiude con la “Dichiarazione di Firenze”  il G7 della Cultura, primo summit internazionale dedicato alla cultura come strumento di pace e dialogo tra i popoli.

Da un’idea promossa dall’Italia, il vertice svoltosi nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, ha visto al tavolo dei lavori 7 ministri della Cultura:
Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone. Nonchè rappresentanti e delegati dell’Unione Europea, del Consiglio d’Europa, dell’Unesco e delle principali istituzioni culturali internazionali.

Punto sostanziale della Dichiarazione di Firenze è stato
‘L’appello a tutti gli Stati affinchè adottino misure robuste ed efficaci per contrastare il saccheggio e il traffico dei beni culturali dal loro luogo di origine, in particolare dai Paesi in situazione di conflitto o di lotte intestine.”

La dichiarazione è già considerata un atto fondamentale per rafforzare il ruolo della cultura come strumento di dialogo tra i popoli e per ribadire l’importanza di un’azione comune e coordinata per rafforzare la tutela del patrimonio culturale.

Un atto molto importante, ha dichiarato il ministro Franceschini, che introduce strumenti concreti sui temi della tutela del patrimonio, anche quello colpito dal terrorismo. Nella Carta di Firenze c’è l’impegno a implementare le recenti risoluzioni delle Nazioni unite che prevedono la presenza di una componente culturale anche nelle missioni di peacekeeping, dunque anche durante le crisi in corso”.

Incontro talmente proficuo, si legge nella nota del MIBACT,  che il Canada, presidente di turno del G7 nel 2018, ha già deciso di replicare in una formula destinata a divenire permanente.

I temi principali del vertice

  • La cultura come strumento di dialogo nell’attuale contesto di crisi del sistema geopolitico mondiale e la sua possibile funzione di contrasto all’emergere dei nuovi populismi e nazionalismi;
  • La protezione del patrimonio culturale mondiale dalle minacce del terrorismo, delle calamità naturali e del traffico illecito;
  • L’importanza delle attività di formazione e ricerca nelle istituzioni culturali;
  • La comunicazione in ambito culturale e la necessità di politiche finalizzate ad avvicinare i cittadini al mondo dell’arte e della cultura;
  • La mission delle istituzioni culturali

I Ministri della Cultura del G7
Stati Uniti, David Bruce Wharton; Regno Unito, Karen Anne Bradley; Germania, Maria Bhömer; Francia, Audrey Azoulay; Canada, Mélanie Joly; Giappone, Ryohei Miyata e Italia, Dario Franceschini insieme al Commissario Europeo, Tibor Navracsics, e al Direttore Generale Unesco, Irina Bokova.

La sessione ministeriale è stata preceduta da tre riunioni tecniche, sempre a Palazzo Pitti, nella quale oltre 100 delegati hanno affrontato i temi del contrasto al traffico del patrimonio culturale, della normativa internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale e del compito dell’educazione nel formare cittadini consapevoli e professionisti della tutela.
Tra i relatori i rappresentanti dei Paesi G7, dell’Unione Europea, dell’Unesco, dell’Interpol, dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, dell’UNoDC – United Nations office on Drugs and Crime e di Unidroit insieme ai vertici di organizzazioni e organismi internazionali quali il Consiglio d’Europa, l’ICOM – International Council of Museums, l’ICCROM – International Center for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property.

INFO:  www.beniculturali.it/g7culture  testo integrale della dichiarazione di Firenze

CURIOSITA’
Per l’occasione era stata allestita per un giorno a Palazzo Corsini la retrospettiva di DOMON KEN. Organizzata da Bunkacho-Agency for Cultural Affairs of Japan- per i 150 anni delle relazioni Italia/Giappone e del vertice G7 Cultura
In collaborazione con la Galleria Corsini e il Museo Domon Ken. Hanno partecipato Mondomostre e Università degli Studi di Milano.

 

 

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