Ci vuole anche le patatine?
Patatine fritte: Dio benedica chi le ha inventate, chiunque sia.
Già, perché risalire all’origine del contorno più amato dai bambini – e più sognato dagli adulti, in un mondo dove sono le calorie a comandare – è un’impresa tutt’altro che facile.
Lasciando per un momento da parte l’eterna polemica tra belgi e francesi su quale dei due paesi possa annoverare le frites tra i propri piatti nazionali, uno dei motivi che rende così difficile dare un nome a colui che per primo ha avuto l’intuizione di buttare le patate nell’olio bollente è il fatto che la patata fritta, già intorno al ‘700, faceva parte dei “cibi di strada” proposti dai venditori ambulanti.
Un prodotto povero, dunque, che non è passato alla storia per essere stato la ricetta di punta di qualche illustre banchetto.
Se i francesi sostengono che le patatine siano nate sul Pont Neuf, il ponte più antico di Parigi – dove poco prima della Rivoluzione, erano vendute insieme alle caldarroste – i belgi ne rivendicano la paternità raccontando che, intorno al ‘600 gli abitanti di Namur – in Vallonia – erano soliti friggere il pesce pescato nel fiume Mosa. Con l’arrivo dell’inverno, quando il fiume gelava, il pesce veniva sostituito da patate tagliate a bastoncini.
E’ certo che ai belgi va la corona per la frittura, un perfetto connubio di croccantezza e morbidezza: le patate sono tagliate in tre diverse misure – tutte abbastanza larghe – e fritte nello strutto, una prima volta a non più di 175°, una seconda volta a 180°.
Ma non è solo una questione di cucina, per fare le patatine fritte qui è utilizzata una varietà di tuberi speciali, che cresce in Belgio e nel nord della Francia, chiamata “Bintje”.
Va detto che le piogge abbondanti, il clima umido e il terreno ricco di sostanze nutrienti creano la situazione ideale per la coltivazione delle patate.
Anche alle salse i belgi danno molta importanza: soprattutto alla maionese in tutte le sue varianti.
Sulle salse di accompagnamento ogni paese dice la sua: se in Olanda con le chips non mancano mai maionese, salsa di arachidi e cipolle crude, in UK e Irlanda spesso sono proprio le patatine a essere di supporto a un trancio di pesce fritto.
In Germania le Bratkartoffeln vengono prima lessate e tagliate a fette tonde e spesse, poi ripassate in padella con cipolla e bacon, in Canada sono molto amate con formaggio e salsa Gravy.
L’origine delle sottilissime “chips” che oggi troviamo confezionate, invece sembra provenire dagli USA: precisamente da Saratoga Springs, nello Stato di New York.
La storia narra che nel ristorante del burbero chef George Speck Crum, una sera si presentò un magnate di nome Cornelius Vanderbilt, che ordinò delle patatine fritte.
Con grande disappunto del cuoco, la pietanza dopo essere stata servita fu rimandata in cucina per due volte di fila, perché le patate erano “troppo molli e poco salate”.
Seccato dall’eccesso di esigenza e dalla scarsa considerazione della sua cucina, George Speck Crum pensò di giocare un brutto tiro al ricco cliente tagliando le patate a fette sottilissime e salandole abbondantemente: il piatto fu immensamente gradito e fece la sua fortuna.
Che siano piatto unico, contorno o aperitivo, che le abbiano inventate i belgi, i francesi o gli americani, accompagnate o no da salse, alzi la mano chi adesso non ha voglia di patatine fritte!
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