Colosseo.Un’icona, la mostra che racconta le mille vite dell’Anfiteatro

“Colosseo. Un’icona” è il titolo della mostra inaugurata oggi all’Anfiteatro Flavio. Una rassegna che racconta l’immagine iconica del Colosseo, crocevia di storia e tradizioni per la cultura occidentale.

Non si tratta solo di un viaggio nel tempo dei Cesari, perché la mostra ripercorre la storia dell’Anfiteatro guardando anche alla timida attività commerciale del Medioevo, all’età del Rinascimento, del Cinquecento e del Settecento.

Il primo plastico del percorso espositivo è quello firmato da Carlo Lucangeli, che riproduce perfettamente il prospetto esterno e le gallerie interne. Realizzato tra il 1790 e il 1812, è composto da vari materiali: pioppo, faggio, piombo ed osso. Il restauro effettuato nel 2000 ha valorizzato e riportato in vita i colori originari.

E’ durante il Medioevo però che il Colosseo cessa di essere il Colosseo. Privato della sua funzione e del suo significato, diventa per così dire un “mammozzone”, come lo ha definito Romano –una delle curatrici-  in occasione della conferenza di presentazione, “la gente a Roma non sapeva cosa fosse, a cosa servisse, la sua funzione era ormai opposta rispetto a quella per cui era stato concepito” ha aggiunto.

Ed è proprio in quel periodo che si insediano degli edifici residenziali, anche di alto livello. Gli scavi statigrafici rendono possibile la ricostruzione della vita quotidiana che si svolgeva all’interno del Colosseo. Sono stati rinvenuti tanti materiali diversi, non solo oggettistica ma anche scarti di ossa animale che testimoniano l’esistenza di macellerie. Le monete rinvenute sono lì a testimoniare che alcuni ambienti dell’anfiteatro venivano usati a scopi commerciali.

Poi all’epoca del Grand Tour, affascinati dalla maestosa architettura, gli artisti e i pittori sarebbero venuti al Colosseo per disegnare, quando Roma e l’Italia erano le mete della giovane elite inglese e nord europea. Era a Roma che gli artisti trovavano il connubio tra Antico e Rinascimento.

Nel frattempo però, come ha sottolineato Romano, “il monumento si disabitava, la terra si accumulava e nascevano nuove piante”. I dati storici hanno registrato più di 400 specie botaniche diverse che rendevano il Colosseo un orto botanico sui generis.

Il monumento sarebbe stato riscoperto dal punto di vista archeologico solo nell’Ottocento, su volontà dello Stato Pontificio, del Governo Francese e del Regno d’Italia.

E’ durante il fascismo che il Colosseo rivive l’apogeo della popolarità, diventando un simbolo della propaganda mussoliniana. Del resto il duce assegnava al Colosseo Quadrato dell’Eur il compito di incarnare i valori fascisti e l’identità nazionale propria di un popolo di “guerrieri e costruttori”.

Un centinaio le opere in esposizione tra:

  • reperti
  • disegni
  • dipinti
  • modelli ricostruttivi
  • fotografie
  • e -ultimo ma non meno importante- proiezioni cinematografiche.

Perché a concludere la mostra sono proprio i film dove il Colosseo ha spesso fatto da cornice. Dal Quo Vadis di Enrico Guerzoni del 1913, al Gladiatore di Ridley Scott, senza dimenticare Vacanze Romane di William Wyler, La commare secca di Bertolucci, La Grande Bellezza di Sorrentino. Nell’immaginario cinematografico, se ci si trova a Roma è impensabile dimenticare il Colosseo.

(Photo by Movie Poster Image Art/Getty Images)

A corredare la rassegna anche un libro edito da Electa –The Colosseum Book-  che raccoglie immagini e pagine letterarie in coerente relazione con il monumento.

 

Credits:
La mostra è curata da Rossella Rea, Serena Romano e Riccardo Santangeli Valenzani. Il progetto di allestimento è di Francesco Cellini e Maria Margarita Segarra Lagunes.
A promuovere la rassegna la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma
 in collaborazione con Electa e Coopculture. 

Catalogo Electa 
La mostra è corredata dal volume The Colosseum Book, che illustra alcuni dei tanti itinerari alla scoperta della fortuna post-antica dell’anfiteatro.
Nunzio Giustozzi, The Colosseum Book, Roma, Electa Editore, 2017, pp. 256.

“Colosseo.Un’icona”
8 marzo 2017- 7 gennaio 2018

Orari
8.30-17.00 dal 8 al 15 marzo
8.30- 17.30 dal 16 al 25 marzo
8.30- 19.15 dal 26 marzo al 31 agosto
8.30 – 19.00 dal 1 settembre al 30 settembre
8.30 – 18.30 dal 1 al 28 ottobre
8.30 – 16.30 dal 29 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018

L’ultimo ingresso si effettua un’ora prima della chiusura del monumento

Biglietti (comprensivi delle mostre in corso nell’area archeologica Foro Romano – Palatino – Colosseo)
Intero: 12 euro
Ridotto: 7,50 euro
Riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente
Lo stesso biglietto consente, nell’arco di due giorni, un solo ingresso al Colosseo e un solo ingresso al Foro Romano e al Palatino

I biglietti sono acquistabili online sul sito www.coopculture.it. Per evitare la fila leggere con smartphone e tablet il QRcode all’ingresso del monumento.

Tel +39 06.39967700
www.coopculture.it

Colosseo, un'icona Colosseo.Un’icona, una mostra per raccontare l’Anfiteatro Flavio nei secoli
MiBACT, è online il bando per il direttore del Parco Archeologico del Colosseo
Print Friendly, PDF & Email

copyright Riproduzione riservata.