In Inghilterra nei luoghi di Jane Austen

Qualunque cosa lei scriva è compiuta e perfetta e calibrata. […] Il genio di Austen è libero e attivo. […] Ma di che cosa è fatto tutto questo? Di un ballo in una città di provincia; di poche coppie che si incontrano e si sfiorano le mani in un salotto; di mangiare e di bere; e, al sommo della catastrofe, di un giovanotto trascurato da una ragazza e trattato gentilmente da un’altra. Non c’è tragedia, non c’è eroismo. Ma, per qualche ragione, la piccola scena ci sta commuovendo in modo del tutto sproporzionato rispetto alla sua apparenza compassata. […] Jane Austen è padrona di emozioni ben più profonde di quanto appaia in superficie: ci guida a immaginare quello che non dice. In lei vi sono tutte le qualità perenni della letteratura.

Virginia Woolf

Jane Austen è stata una donna d’eccezione.
Non si è mai sposata, non ha mai lasciato l’Inghilterra, e, dal poco che si sa di lei, avrebbe condotto una vita tranquilla e lontana da fasti e mondanità.

Eppure, nei suoi romanzi ambientati tra paesi di provincia, Bath, Londra – le realtà che lei conosceva, in quali altri luoghi avrebbe mai potuto collocare gli attori di una sua storia? – emerge qualcosa che è in netto contrasto con il vissuto dell’autrice: l’esperienza.

Le mille sfaccettature del carattere dei personaggi dei romanzi austeniani, ancora oggi così attuali, e l’analisi dei sentimenti così profonda, giungono da qualcuno che deve aver in primis conosciuto l’amore – distinto con troppa maestria, in più di un’occasione, dall’infatuazione – e, in secondo luogo, deve aver osservato tantissimo il contesto socio-culturale circostante.

Non chiamateli romanzi rosa, perchè dietro ai salotti e le sale da tè, si cela una grande conoscenza del genere umano e una capacità descrittiva eccezionale dei suoi sentimenti più complessi.
E, se manca il riferimento anche solo a un bacio, l’immensità dell’amore tra Darcy ed Elizabeth arriva direttamente al cuore del lettore nero su bianco, nonostante le reciproche dichiarazioni siano estremamente compassate.

Un’altro valore aggiunto: gran parte delle esperienze di questa donna provengono dai suoi occhi e dalla sua mente.
Cerchiamo allora di conoscerla meglio, visitando i luoghi dove ha vissuto la sua breve vita.

  • Steventon – Hampshire

Hampshire

Questo è piccolo paese dell’Inghilterra dove nacque la scrittrice.
Figlia di un pastore, venne alla luce in una canonica che di cui oggi, purtroppo, rimane solo il pozzo dietro la cucina.
L’amato fratello James è sepolto poco lontano.

  • Ashe – Hampshire

Se Jane Austen mai conobbe qualcosa di simile all’amore romantico, successe proprio qui, ad Ashe, dove si trova la tenuta che apparteneva ai Lefroy.
Chi ha visto il film “Becoming Jane” con Anne Hathaway e James McAvoy, e crede che la storia tra i due sia stata un’aggiunta fantasiosa per dare un pò di colore alla vita della Austen si sbaglia: tra Jane e Tom Lefroy c’era del tenero.
Nel film il flirt è stato estremamente romanzato, è chiaro, ma c’è stato, e alcuni elementi fanno pensare che fu proprio un impedimento di natura economico-sociale a impedire una conoscenza più approfondita.

  • Manydown – Hampshire

A Manydown, Jane Austen rifiutò – coraggiosamente, data la tendenza dell’epoca e etichettare come “zitelle” le donne che non si sposavano – la proposta di matrimonio di Harris Bigg-Wither, fratello di alcune amiche di Jane e la sorella Cassandra.
Per la verità accettò in un primo momento, per riappropriarsi della sua “mano” il giorno seguente.
Forse fu tentata davanti a una possibilità di mettere su famiglia, come sarebbe convenuto a una signorina in età da marito, ma evidentemente Mr. Bigg-Wither non era abbastanza attraente e simpatico.
Curioso il riferimento a una situazione simile in “Orgoglio e Pregiudizio“, quando Lizzy, già ventunenne e con poche possibilità di contrarre un buon matrimonio – nonostante le pretese della sua instancabile madre – rifiuta il noiosissimo Mr.Collins.

  • Bath – Somerset

Gli Austen si trasferirono nella città termale di Bath nel maggio 1801.
Nel giardino della chiesa della cittadina si trova la pietra tombale del padre della scrittrice, che morì il 21 gennaio 1805.


Bath, inoltre, è la scenografia di due importanti romanzi austeniani: Persuasione e Northanger Abbey.
Chi ha intenzione, tra gli appassionati di Jane Austen, di vistare Bath, dovrebbe farlo a settembre quando si tiene il Jane Austen Festival, tra un evento a tema e una lettura in pubblico.
L’attrazione più nota è la Grand Regency Costume Promenade, una passeggiata in cui tutti i partecipanti sono vestiti con i costumi d’epoca, noleggiabili sul posto.

  • Lyme Regis – Dorset

Lyme Regis

E’ una località di mare sul canale della Manica, dove gli Austen sono stati più di una volta .
Un molo che si trova in questo luogo, un muraglione chiamato Cobb, è stato utilizzato come location sempre per il suo Persuasione.

  • Southampton – Hampshire

Southampton, Bosnus Locker

La scrittrice si trasferì a Southampton nel 1806.
La casa in cui visse in quel periodo, in Castle Square, oggi è un pub, il Bosnuns Locker, che sfoggia una targa in ricordo della scrittrice.
Se ci capitate, brindate alla sua memoria. Inoltre, presso quello che ora è il Dolphin Hotel, si trova ancora la sala da ballo frequentata da Jane.

  • Chawton – Hampshire

Chawton Cottage

L’ultima casa di Jane Austen è Chawton, dove si trasferì nel 1809.
Oggi il cottage dove l’autrice ha trascorso i suoi ultimi anni, ospita il Jane Austen’s House Museum, in cui sono conservati manoscritti, oggetti, lettere e gioielli utilizzati dalla scrittrice.
Il paese, immerso nella campagna inglese, è assolutamente un must see, per la sua atmosfera ancora ottocentesca.

Naturalmente, tutti i luoghi in cui Jane visse o trascorse delle vacanze, furono intervallati da periodi londinesi più o meno lunghi.
Nella capitale, i luoghi che la Austen amava frequentare sono molti: dal Drury Lane Theatre al Covent Garden Opera House, passando per il negozio di Twinings, dove si riforniva di tè.
La scrittrice conosceva bene Londra – come emerge dai suoi romanzi – e, ospite del fratello, abitò prima in Sloane street, poi a Henrietta street, a Covent Garden, e infine a Knightsbridge in Hans Place.

Purtroppo, a causa della tisi la penna di Jane smise di scrivere nel 1817, interrompendo l’ultimo romanzo intitolato Sanditon, una satira sulle conseguenze del progresso che si sarebbe rivelato sicuramente un altro capolavoro.

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