Cinecittà, il luogo simbolo del cinema made in Italy compie 80 anni

La storia di Cinecittà inizia ufficialmente il 28 aprile del 1937 anche se la società “Cinecittà” fu fondata due anni prima per rivitalizzare gli stabilimenti di Cines, la casa cinematografica che aveva prodotto il primo film nazionale con Filoteo Albertini, il primo kolossal (“Quo Vadis?”, 1913), il primo film sonoro (“La canzone dell’amore”, 1930), oltre a vari documentari in linea col fascismo.

Dopo la distruzione della Cines a causa di un incendio nel 1935, la decisione da parte di Luigi Freddi a capo della Direzione Generale per la Cinematografia di intervenire con capitali pubblici e privati per costruire una nuova e moderna “cittadella del cinema” di fronte all’appena nato Centro Sperimentale di Cinematografia.

Luigi Freddi

Tre anni dopo Cinecittà viene resa pubblica, divenendo una scuola per molti professionisti del settore: dalla stagione dei “telefoni bianchi” che tiene a battesimo i migliori talenti del futuro neorealismo come Rossellini e De Sica ai rastrellamenti nazisti che, nella Roma occupata, fanno dei teatri di posa dei campi di concentramento.

La rinascita nel Dopoguerra si deve ai capitali americani immessi in Italia con l’apporto del Piano Marshall, ma anche all’eccellenza di carpentieri, scenografi, costumisti, tecnici che l’Italia è in grado di offre agli americani”: si realizza così il sogno di Luigi Freddi, fin dal “Principe delle volpi” con Orson Welles prodotto in Italia dalla 20th Century Fox nel 1948. Le grandi produzioni targate Cinecittà come il nuovo “Quo Vadis?” con Robert Taylor (1951), “Ben Hur” con Charlton Heston (1959), “Cleopatra” con Liz Taylor (1963) hanno avuto il pregio di risvegliare un cinema di genere tutto italiano, realizzato in economia e pieno di idee nel segno dell’arte di arrangiarsi che furono l’autentico polmone economico con cui la produzione nazionale seppe rilanciarsi.

A questa Cinecittà rende omaggio Fellini in “Roma” e successivamente Ettore Scola in “C’eravamo tanto amati”. Negli anni ’80 il periodo di crisi profonda degli studios, una stagione mestamente ricordata da Fellini in “Ginger e Fred”.

Una foto della locandina promozionale del film ‘La dolce vita’ tratta dall’Archivio dell’Istituto Luce Cinecitta’.

Il termine Cinecittà è ancora oggi sinonimo di grande cinema, professionalità da oscar, kolossal americani, basti pensare che nei suoi stabilimenti sono ancora presenti le costruzioni di “Gangs of New York”, che qui il pluripremiato Dante Ferretti ha il suo laboratorio e che negli studi è stato prodotto recentemente il kolossal televisivo “Rome”.

L’interno della mostra ‘Cinecitta’ Si Mostra’, 2011 © ANSA

Fonte: ANSA

 

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