Solo in 2017, sono già morti la metà dei corali in alcune delle aree più turistiche dal profondo sbiancamento che ha colpito due terzi della Grande Barriera Corallina dell’Australia.
A causare il fenomeno c’è il riscaldamento globale, con l’aumento delle temperature di superficie che genera.
I coralli non tollerano quando le temperature eccedono troppo e sono indotti a espellere le alghe. Sono loro chi danno ai coralli grande parte della loro energia, ovvero i caratteristici e brillanti colori che possiedono. Così si produce lo sbiancamento, anche se non tutti i coralli sbiancati finiscono per morire.
Hanno dato l’allarme gli scienziati del Centre for Excellence for Coral Reef Studies dopo aver realizzato una ricognizione dell’area della più grande struttura vivente al mondo. In questa zona, patrimonio mondiale Unesco, ci sono 800 barriere coralline diverse lungo un arco di 8000 km.
L’anno scorso si è scoperto che le regioni settentrionali erano le più dannate. Invece, la ricognizione di quest’anno ha seguito il percorso di quella precedente e si è trovato come in 2017 il peggio è più a sud, fra Townsville e Cairns.
È stato evidenziato che due eventi di sbiancamento hanno impattato su una zona di 1500 km. In più, i due eventi si sono successi con una grande prossimità, motivo per il quale i coralli hanno poche possibilità di recuperare. Soltanto una terza parte a sud è rimasta indenne.
Info: www.coralcoe.org.au
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