I dolci della cucina romana

“E’ mejo che la panza mia crepi che la grazia de Dio se sprechi” recita un famoso detto culinario romano.

E come dargli torto se pensiamo alle pietanze tipiche della cucina romana. Primi piatti ma non solo, perchè la tradizione culinaria della Capitale vanta anche moltissimi dolci, tramandati di generazione in generazione.

In linea con i principi della cucina romanesca, anche i dolci sono realizzati con ingredienti semplici e poveri (discorso assolutamente non valido per le calorie).

Ecco alcune idee, anche in vista del weekend di Pasqua: 

  • i maritozzi: soffici e dolci panini farciti di panna montata. Li trovate in molti bar della città. L’impasto può essere arricchito di pinoli, uvetta e scorza d’arancia.

  • i bignè di San Giuseppe -anche detti panza mia fatti capanna- sono fritti ripieni di crema. La tradizione vuole che si preparino nel mese di marzo in onore al santo, ma per chi volesse onorarlo anche ad aprile va benissimo.

  • altrettanto buona la crostata con le visciole, particolare tipologia di ciliegie di colore rosso scuro e dal sapore acidulo.

  • la ricotta: ingrediente fondamentale per moltissimi dolci romani, la si può condire da sola con zucchero, cioccolato, scorza d’arancia e liquore. La lista delle tentazioni contempla però pure il budino di ricotta, la torta di ricotta o i bocconotti farciti.

  • è obbligatorio mangiare almeno una volta nella vita il pangiallo, arricchito dalle scorzette di cedro, pinoli e mandorle. Solitamente è un dolce che si prepara nel periodo natalizio.

  • la pizza ricresciuta è il dolce pasquale per eccellenza. Chiamata anche “pizza dolce”, è aromatizzata alla cannella e ai semi di anice.

  • Nel periodo estivo, infine, quando il caldo afoso attenta alla vita dei turisti coraggiosamente camminanti sotto il sole di luglio, va mangiata la grattachecca. Invenzione tipicamente romana risalente alla fine dell’Ottocento, è diventata presto un cibo di strada. Non è difficile trovarla in vendita nei tanti chioschetti in giro per la città.

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