E’ iniziato tutto grazie all’ iniziativa di due docenti universitari -Filippo Lambertucci e Andrea Grimaldi- che tre anni fa hanno contattato la Soprintendenza archeologica per avere un giudizio in merito ad un progetto che potesse combinare infrastrutture moderne con le città storiche.
Quando il progetto è stato presentato a Metro C S.p.a si sono unite le forze per mettere su un’idea che fosse capace di restituire ai cittadini i reperti rinvenuti durante i 10 anni di scavi.
Valutata la fattibilità, la Sapienza ha indetto un bando per reclutare il meglio della Facoltà di Architettura, tra laureati e ricercatori.
“Prima il progetto di Metro C S.p.a era standardizzato ma sapevamo che puntare alla realizzazione di una stazione-museo sarebbe stata una scelta vincente. Certo, il progetto è stato più volte cambiato: la realizzazione di un’archeo-stazione è molto più complicata di quella di un museo vero e proprio. Qui le teche si devono poter aprire solo da determinati punti e devono resistere agli urti, alla folla. Le nostre giornate tipo? Al “campo base” al Casilino, a pensare agli allestimenti per i reperti selezionati tra i circa 40mila rinvenuti” ha spiegato Filippo Lambertucci a La Repubblica del 3 aprile.
Frammenti di statue, anfore, vasellame, piatti, gioielli: oggi sono tutti esposti nelle teche della stazione che sarà effettivamente attiva a partire dal prossimo autunno.
Lo scorso 1 aprile la stazione della linea C di San Giovanni si è così aperta al pubblico dalle 10 alle 17.
11mila i cittadini curiosi accorsi ad ammirare le opere, mentre il Governo non è stato invitato, come ha fatto notare il Ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio il quale ha detto “ho dovuto aprire Repubblica.it per entrarci, perché non siamo stati invitati”.
In effetti anche lo Stato ha fatto la sua parte nella realizzazione di questo progetto, contribuendo con un investimento pari al 70% dei fondi necessari.
“La stazione è bellissima, ci auguriamo mettano le telecamere di sorveglianza. Speriamo che la zona si riqualifichi un po’: coi cantieri tanti negozi avevano chiuso. Ora possiamo arrivare in un batter d’occhio dal nostro nipotino a Centocelle. L’unico timore? Che la metro A arrivi a San Giovanni già piena, almeno nelle ore di punta. L’Atac dovrà forse provvedere ad aumentarne le corse per non creare sovraffollamento” hanno spiegato due cittadine.
Info: Metro C S.p.a
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