Arte e architettura: la “Re-evolution” del Maxxi

Roma. Il Maxxi- Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo riparte con un nuovo allestimento delle collezioni di arte e architettura, legato al tema dello spazio. A partire dal posizionamento delle opere fino al ristorante e ai servizi per il pubblico.

Una rivoluzione che è una evoluzione per il museo romano, che nella trasformazione degli spazi ideati da Zaha Hadid arriva finalmente ad aprirsi sulla città, creando un contenitore innovativo e capace di riproporre quotidianamente delle sfide.

L’operazione compiuta è stata una vera e propria rilettura delle raccolte che, nel ribadire l’identità del museo romano, è andata di pari passo con un profondo “lavoro di ricerca, scavo e comprensione del mondo”, come ha affermato Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, accompagnando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini nella visita inaugurale.

Dall’Igloo di Mario Merz ai progetti per il ponte di Messina, dalla casa per il sogno e la creatività di Baruchello alle stanze astratte di Toyo Ito, dalle Orme di Boetti al letto bianco di Domenico Gnoli.

Igloo di Mario Menz. Foto Ansa

Novità è un percorso espositivo fino a oggi inedito. Che prende le mosse dalla Galleria 1 del piano terra, da dove è sparita la grande installazione di Anish Kapoor, per lasciare posto alla parete di Sol LeWitt e al monumentale Igloo di Merz.

Un nuovo allestimento pensato come un corpo vivo e dinamico, fatto di opere esposte a rotazione che si snodano in una sorta di racconto di come artisti e architetti si siano confrontati con l’dea di spazio abitabile, dalla città agli ambienti più intimi e domestici.

Alternando capolavori del contemporaneo a progetti e modelli architettonici, tra cui i grandi carboncini della serie ‘The general jungle or carrying on sculpting’ di Gilbert & George, l’importante donazione ‘Piccolo Sistema’ di Baruchello, le fotografie di Letizia Battaglia, ‘Madre’ di Cattelan, ‘Orme I’ e ‘Orme II’ di Boetti, ‘Sternenfall’ di Ansel Kiefer, e i disegni per il fregio sulle sponde del Tevere di William Kentridge.

Nella Galleria 2 e nella Sala Gian Ferrari, invece, sono visibili a rotazione i focus e gli approfondimenti sugli artisti in collezione, come quello dedicato a Bruna Esposito, le architetture di Roma immaginate da Pierluisi, i modelli della Moschea di Portoghesi, l’Auditorium di Renzo Piano, la Nuvola di Fuksas.

Altra novità sono i servizi al pubblico che sono stati tutti rinnovati: sia il nuovo ristorante Linea cheTypo, sia la caffetteria con bookshop annesso, che hanno ora orari più ampi rispetto a quelli di apertura del museo.

Inoltre si allargano i momenti di approfondimento, grazie a una reading room dedicata all’Archivio degli Incontri Internazionale d’Arte, e una video gallery permanente.

Fonte: Il Venerdì di Repubblica

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