Cosa vedere in Andalusia: 5 luoghi da non perdere

“A Siviglia non s’invecchia. È una città in cui si sfuma la vita in un sorriso continuo” (Edmondo De Amicis)

Un nocciolo di terra dove caldo, sole, natura sconfinata, mare e deserti, coste selvagge, imperano e profumano del sapore vero di vita. Quante cose è l’Andalusia. Otto province, una più affascinate dell’altra: un territorio sconfinato dominato da un’estate che dura 6 mesi l’anno, da meravigliose città che restituiscono il fascino di architetture e forme che la dominazione araba ha lasciato e dalla nascita della tradizione delle tapas e del flamenco.

La sua storia è il risultato di un processo durato secoli e attraversato nell’arco del tempo da popoli e culture che ne hanno forgiato linee e caratteri: dai cartaginesi ai romani, dai bizantini agli arabi musulmani. Passaggi che hanno creato un identico riflesso sulla cultura di un popolo che vanta oggi una identità tutta propria. Così come il suo territorio.

Non si può dire di conoscere la Spagna senza prima essersi concessi un tuffo in questo lembo di terra.

Tra i tanti percorsi che sarebbe possibile scegliere per vivere appieno il fascino di un viaggio itinerante in Andalusia, andiamo alla scoperta di 5 luoghi da non perdere.

1. Siviglia

Partiamo da qui. Dal capoluogo e cuore pulsante della regione andalusa. Un crocevia di culture che nei secoli l’hanno dominata e resa quello che oggi vediamo: un incrocio tra Europa, America e Africa. Contaminata da due principali anime: quella moresca e quella cristiana che ci restituiscono oggi una città ospitale, energica, vivacemente ispanica, bagnata dal fiume Guadalquivir e contornata da caratteristiche stradine, vicoli e quartieri poggiati su monumenti, chiese, piazze ed edifici di un fascino senza tempo.

Con i suoi famosi e caratteristici quartieri: Triana e Barrio de Santa Cruz, Juderia, Alamaeda, Macarena. Per finire al centro della sua stupenda e famosa piazza – Plaza de Espana:

costruita nel Parque de Maria Luisa da Aníbal González e inaugurata nel 1929 in occasione dell’Expo Iberoamericana, è un tripudio di architettura andalusa realizzata con ceramiche e mattoni tipici della regione, una forma a “U” di diametro 170 metri a raffigurare un ideale abbraccio alle colonie ibero-americane. La sua grandezza di 500 mila metri quadrati è circondata da due torri, una fontana al centro, un piccolo canale attraversato da 4 ponti, che richiama Venezia e una fila di panchine ricoperte da piastrelle, che rappresentano tutte le province spagnole.

Da non perdere a Siviglia c’è poi la Cattedrale: immensa, tanto che guardarla mette i brividi e rappresenta la terza chiesa più grande al mondo dopo San Pietro a Ro a e St. Paul a Londra. Con i suoi 60 pilastri, le 30 cappelle, costruita sull’antica Moschea degli Almohadi – di cui oggi rimane solo il minareto, con l’antica Torre campanaria della Giralda. E poi le ceramiche, gli ornamenti, le vetrate. Assolutamente da vedere

Come da vedere è il Real Alcazar: on i suoi palazzi e giardini è uno dei monumenti più suggestivi dell’architettura spagnola, in un misto di decorazioni e stili che incantano l’occhio e l’anima di chi li visita. Dall’islamico al neoclassico è un tripudio di bellezza. È il palazzo reale, residenza di Califfi e Re di Siviglia.

2. Granada

Ai piedi della Sierra Nevada, fondata dai romani, vive oggi quello che fu il cuore del regno islamico di el-Andalus, famosa per l’Alhambra, probabilmente la più grande testimonianza della dominazione araba in Europa. Si trova sulla cima di un’altura – la Sabika – ed costituisce una vera e propria città murata risalente all’11esimo secolo con all’interno un giardino arabo, palazzi, torri, moschee. Un vero e proprio pulpito di islam in una viva città spagnola.

Oltre a questa meraviglia, Nel centro della città si trovano numerosi edifici in stile nazari, i bagni arabi e il tortuoso quartiere moresco di Albaicín e la collina del Sacromonte:

qui si percepisce appieno l’anima moresca di Granada, Un tempo c’erano più di 30 moschee e lungo le strette vie sorgono ancora le carmenes, ville con giardini moreschi, completamente isolate dal mondo esterno dagli alti muri di cinta. Nel quartiere ci si perde tra viuzze e stradine tutte da passeggiare, lasciandosi inebriare dai profumi di fiori e gelsomino.

Si può visitare partendo da da Plaza Nueva per dirigersi verso nord, passando dalla graziosa chiesa di Santa Ana e seguendo il corso del fiume Darro. Sulla sinistra è possibile vedere subito El Banuelo, i Bagni Arabi dell’XI secolo dove, in alcune sale, si possono ammirare aperture a forma di stella sul tetto. Poco più avanti sorge Casa de Castril, un palazzo rinascimentale che ospita il Museo Archeologico.

3. Cordoba

Sorge sulle rive del fiume Guadalquivir. Fu capitale romana e poi centro islamico, fino alla riconquista spagnola. La sua epoca d’oro scintillante la vide però sotto l’influenza islamica, come testimoniano la moschea, il sito archeologico della Medina Azhara e il quartiere della Juderia.

La Grande Moschea innanzitutto, conosciuta anche come Mezquita.

In assoluto il monumento simbolo della città, che prende oggi il nome di Immacolata Concezione di Maria Santissima, a sottolinearne l’identità cristiana. Ma se si osserva con uno sguardo più profondo si vede bene sotto sotto c’è di più: la cattedrale gotico dal 1523 è incastonata all’interno dell’antica Moschea, dando vita così a un mix di stili e architettura che lasciano senza fiato. Un labirinto di arcate e pilastri bianco-rossi, rimanendo sbalorditi di fronte al Mihrab, l’antica zona di preghiera degli islamici, e non sarà così strano scorgere un crocifisso sotto a un’arcata in stile mudéjar.

C’è poi il complesso archeologico di Medina-Azahara.

Antiche rovine che sorgono a 10 km dal centro di Cordoba e che restituiscono i resti della residenza califfale di Abd al-Rahmān III, figura centrale della dominazione islamica in Andalusia alla fine del X secolo. Il califfo fece costruire il suo grandioso palazzo, nel cuore di una città di imponenti dimensioni. I lavori archeologici stanno dando alla luce le rovine di un monumento grandioso, e, per quanto sia ridotta la superficie visitabile della città, vale la pena visitare questo sito per comprendere la notevole importanza della cultura islamica per Cordoba.

La Juderia è un’altra chicca da non perdere in questa città andalusa. Un quartiere che ricorda molto il Bario de Santa Cruz di Siviglia e che – come testimonia il nome – rappresenta l’antico ghetto, in cui viveva la comunità ebraica prima della cacciata alla fine del XV secolo da parte dei Re Cattolici. Oggi il quartiere, si presenta come un reticolo di stradine strette, con la Sinagoga e scorci da favola, come ad esempio Callejon de las Flores, minuscola viuzza sulla quale si affacciano case bianche dai balconi fioriti. E, arrivati in cima all’erta, si gode un suggestivo scorcio della Mezquita.

Vale la pena poi di scoprirne i paesi bianchi, i campi di olivi e i paesaggi montuosi, come i parchi naturali della sierra di Hornachuelos e delle cordigliere di Cardeña e Montoro.

4. Cadice

Un incanto di città poggiata sul mare ed ereditiera di millenarie contaminazioni culturali. Affacciata su una baia a cui dà il nome, baciata sulle labbra dall’Oceano Atlantico e circondata da splendide spiagge, Cadice, piccola e lucente città bianco-gialla di lontanissime origini fenicie.

Conosciuta come Habanita (la piccola Havana), è caratteristica perché esente dai grandi fasti islamici e arabi raccontati fino ad oggi dalla terra andalusa. Al contrario si posa su importanti resti di epoca romana.

A brillare sopra tutti è la cupola dorata della grandiosa Catedral Nueva, costruita nel giro di un secolo. L’interno della grandissima chiesa è maestoso e proporzionato: il rigore architettonico dello stile risparmia alla cattedrale certi eccessi tipici degli edifici sacri andalusi. Qui è sepolto il compositore Manuel de Falla, al quale, in città, è intitolato un importante teatro dalla facciata in stile mudéjar, il Gran Teatro Falla.

In cima, uno dei campanili della Cattadrale è la Torre de Poniente da dove è possibile raggiungerne la cima per godere di uno spettacolare panorama di tutta la penisola di Cadice, con il mare che la circonda. Come nel caso della Giralda di Siviglia, anche qui non dovrete scarpinare sugli scalini, ma tramite delle rampe in salita.
Nel cuore del quartiere più popolare di Cadice – il Barrio del Populo, sorge poi una grande testimonianza romana: il Teatro Romano (da visitare gratuitamente).

Anche Cadice ha la sua Plaza de Espana, non lontana dal porto dove sorge un Monumento alla Costituzione del 1812, promulgata dalle Cortes di Cadice dopo l’occupazione napoleonica. Il monumento fu costruito in quasi 20 anni, a partire dal primo centenario dell’evento.

Non si scappa da Cadice senza aver messo piede in riva al mare. Lo si può fare a Playa de la Caleta:

una spiaggetta e porticciolo naturale sin dalle origine fenicie, è molto frequentata dagli abitanti di Cadice, da dove si raggiunge camminando il Castillo de San Sebastián, che si trova sul sito dove un tempo, secondo la tradizione, sorgeva un tempio dedicato al culto del dio Crono. All’estremità opposta del lungomare, sorge il Castillo de Santa Catalina, fortezza tardo-cinquecentesca a pianta stellata, perfettamente conservata e utilizzata per scopi ricreativi e aggregativi.

5 Ronda

Proseguendo su un itinerario forse un po’ più insolito, ma davvero affascinante, il consiglio è di poggiare lo sguardo su Ronda.

Città spagnola della provincia di Malaga, arroccata sulla gola del El Tajo, scavata dal torrente Guadalevin. Fondata nel sesto secolo a.c. sotto il nome di Arunda, è una delle più belle città dell’Andalusia, con i suoi incredibili panorami e il fasciano arabo e spagnolo. Furono i celti a fondarla, solo dopo la città fu conquistata dai fenici. In seguito arrivarono i greci, che le diedero l’attuale nome. Dichiarata città da Giulio Cesare, Ronda è circondata da valli fluviali e vive adagiata sopra un profondo burrone, che lascia esterrefatto chiunque vi si affacci: uno strapiombo di 200 metri che divide in due la città.

Da vedere senza dubbio gli antichi bagni arabi, il meraviglioso Ponte Nuevo, punto di raccordo in altezza tra cittadina e burrone. Completato nel 1793, regala una vista indimenticabile sulla gola del El Tajo e collega la città vecchia moresca e la più recente, El Mercadillo.

Da non perdere anche il Palacio Mondragon, uno degli edifici monumentali più belli di Ronda. Al suo interno c’è il museo civico e meravigliosi giardini. Dettagli dell’epoca moresca sono ancora presenti nel palazzo, come un classico soffitto mudéjar, alcune originali piastrelle, cortili interni e balconate. Si possono poi ammirare le antiche mura di Ronda, che nel corso della storia è stata una delle città più espugnabili della Spagna. Meravigliose anche le due piazze più importanti di Ronda – Plaza Duquesa e Plaza del Socorro – caratterizzate da tratti andalusi e centro della vita cittadina e turistica.

Info: Turismo in Spagna – spain.info, Official Tourism Website Andalucia – andalusia.org, Vivi Andalusia

 

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