Le vie della spiritualità: viaggi alternativi alla ricerca di se stessi

 

Il risveglio spirituale è la cosa più essenziale nella vita dell’uomo, è l’unico scopo dell’esistenza. (Khalil Gibran)

La vita è un cerchio si sa, e la modernità alla fine torna sempre ad appoggiarsi alle radici più forti, alla nostra identità. Anche nel turismo, che registra negli ultimi tempi un vero e proprio ritorno alla ricerca del benessere fisico e mentale, della lentezza e, soprattutto, della spiritualità. Un modo diverso di viaggiare percorrendo – in Italia, in Europa e nel mondo – i sentieri spirituali, i cammini su cui fin dai tempi antichi (addirittura dal 300 dopo Cristo) i pellegrini si mettevano in marcia, spogliandosi di tutto.

A questo si lega il nuovo turismo dei cammini. E proprio lo scorso anno, il 2016, è stato l’Anno dei cammini. Un’esperienza spirituale che fa bene a corpo e anima. E i motivi sono tanti:

Camminare fa bene al nostro corpo. Stimola infatti nel nostro sistema endocrino la produzione di serotonina (l’ormone della felicità, per intenderci) ed endorfine; migliora la salute circolatoria e respiratoria; favorisce il ricambio di ossigeno nel nostro corpo e irrobustisce i muscoli.

Camminare fa bene all’anima. Un lungo viaggio all’insegna della lentezza e all’aria aperta, immersi nella natura è un toccasana per fuggire dallo stress che la vita quotidiana ci impone. Dagli orari, dagli autobus, dalle riunioni in ufficio, dagli appuntamenti, dalle corse frenetiche, dalla claustrofobia quotidiana. Camminare ci regala tempo per riflettere, per soffermarci su noi stessi, ci aiuta ad irrobustire la nostra mente e il nostro spirito.

E i dati dimostrano l’exploit di questa tipologia di viaggio.

Secondo una ricerca Isnart, in Italia il turismo religioso pesa sull’economia nazionale l‘1,5 per cento sul totale dei flussi turistici, per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano). I turisti stranieri sono circa il 60% del comparto: il 45,3% proviene dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei. Nello specifico il 45,3% arriva dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei.

Non resta allora che scegliere il proprio cammino, attrezzarsi e iniziare il proprio viaggio alla ricerca di se stessi e della bellezza nella semplicità.

Due tra i più famosi cammini che è possibile scegliere ci sono sicuramente:

Il cammino di Santiago de Compostela
Il cammino delle vie Francigene

 

Il cammino di Santiago a piedi

Quella di Santiago è una delle più importanti vie di peregrinazione, considerata addirittura la terza via delle Cristianità, dopo Gerusalemme e Roma. il culto ebbe inizio dall’apostolo Giacomo e del suo sepolcro e presto ebbe una rapida diffusione nel mondo Cristiano. Ne parla persino Dante Alighieri in Vita Nova. Fino al 1987, quando il Consiglio d’Europa ha dichiarato i percorsi che portano a Santiago “itinerario culturale europeo”. E oggi è un fenomeno mondiale con oltre 200 mila pellegrini che vi giungono ogni anno.

Il percorso e le tappe più suggestive

Il cammino di Santiago (fonte percorsiditerre)

Ci sono vari percorsi che portano a Santiago: il cammino del Nord, il cammino aragonese, le vie de la Plata, il cammino portoghese, quello di Cadiz e Sevilla, il cammino primitivo.

Di sicuro il più conosciuto è la rotta che giunge da fuori la Penisola iberica, dai Pirenei fin alla Galizia, in un percorso di 800 chilometri da percorrere a piedi in circa un mese. Ovviamente per chi ha meno tempo, anche solo 10 giorni può prendere in considerazione solo alcune tappe e varianti di percorso.

 

Ecco il percorso:

Zona pirenaica, nella quale si scavalcano i Pirenei e si raggiunge la pianura a Pamplona (3-4 giorni); il tempo qui è abbastanza variabile, con notevole piovosità

Navarra – Rioja – Burgos: si attraversano queste due Regioni da Pamplona sino a Burgos, attraverso continue ondulazioni, ma senza grandi dislivelli. Navarra (e l’Aragona per chi entra dal passo del Somport) e la Roja, grande terra di vini.

Regione delle mesetas da Burgos sino a Castiglia-Leòn con altopiani larghissimi, dislivelli minimi o inesistenti, grande caldo d’estate, piovosità ridotta, grande solitudine

Monti del Leòn e Bierzo: da Leòn al passo del Cebreiro si valica una catena di monti (punto più elevato del Cammino) e la verde Valle del Bierzo; clima più temperato

Galizia: ultima regione che si attraversa, molto verde, estesi boschi, clima temperato, tempo notevolmente variabile con elevata probabilità di piogge, se pure in estate di breve durata

Ovviamente le strade sono segnalate:

• Nel versante francese con segni bianco-rossi, ai quali si sovrappongono segni gialli che saranno presenti ovunque sino a Santiago

• Piastrelle in ceramica con fondo blu e conchiglia disegnata in giallo: si trovano spesso murate sulle facciate delle case

• Cippi stradali sui quali è raffigurata la conchiglia o con mattonella murata o con bassorilievo; dal Cebreiro a Santiago i cippi sono presenti ogni 500 metri e indicano la distanza mancante all’arrivo

• Cartelli stradali

• Lapidi che indicano i successivi paesi e le distanze

La via Francigena. Le sue tappe italiane

La via Francigena, che tradizionalmente portava i pellegrini a Roma, è stata per tutto il medioevo uno dei cammini storici della cristianità insieme a Santiago e Gerusalemme. La più antica testimonianza di questo Cammino è quella dell’arcivescovo Sigerico che nel 990 partendo da Canterbury giunse a Roma, attraversando appunto la terra dei franchi, a cui il nome di Francigena, conosciuta come la via che mette in comunicazione tutti i percorsi da dall’Europa centro-occidentale portano a Roma.

Le vie Francigene

Si parla infatti di Vie Francigene:

• La via Francigena da Canterbury
• La via Francigena del sud
• La via Romea
• La via della Costa

Chi sceglie di percorrerla restando in Italia, può farlo con tappe che davvero meritano di essere vissute per ritrovare appieno serenità di spirito e corpo.

Sono oltre 1.000 i chilometri da percorrere in territorio italiano, dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. Facili sentieri di montagna, mulattiere di pietra, vie campestri e viabilità minore, senza traffico, strade bianche tra i cipressi, oppure ombreggiati da solenni pini domestici.

Tutto percorrendo lentamente, all’insegna dello slow tourism, le più antiche strade del Bel Paese, le vie carraie con i ciottoli di fiume, lastre consunte dal passaggio, i “sanpietrini” di Roma, tra selciati medievali e il basolato dell’antica Via Cassia.

Tra le tappe più suggestive riconosciute da Mibact e Consiglio d’Europa:

Uscendo da Roma, il percorso della Via Francigena seguiva il tracciato dell’antica Cassia e, toccando la magnifica Tuscia, Bolsena e Acquapendente, proseguendo in Toscana, tra Chianti e colline senesi, in Val d’Orcia sino a Siena, seguendo poi la Val d’Elsa sino a San Gimignano, con le sue magnifiche torri.

• Di qui si attraversano i colli della Toscana centrale sino a Lucca e Camaiore, risalendo la Versilia sino a Luni / Sarzana.

• Di qui i pellegrini diretti a Santiago de Compostela potevano imbarcarsi e navigare fino al delta del Rodano ricongiungendosi, a Montpellier, alla Via Tolosana.

Da Luni la via si inoltra in Lunigiana valicando l’Appennino al passo della Cisa. Passando il borgo antico di Berceto la strada poi scende sul versante appenninico fino a Fornovo

• Si raggiunge così la Pianura padana, ripiegando verso nord ovest e toccando le emiliane Fidenza e Piacenza, affacciate sul Po. Si prosegue poi in Piemonte e Bassa Lombardia, tra campagne e coltivazioni di riso, a Pavia, Vercelli e Ivrea, per proseguire, ammirandone le bellezze montane, in Val d’Aosta superando le Alpi tramite il passo del Gran San Bernardo, giungendo a Sigerico.

Il percorso della Via Francigena è completamente segnalato, secondo una nuova segnaletica con segnavia bianco-rossi di vernice o materiale adesivo, con al centro l’immagine di un piccolo pellegrino. Fatta eccezione per la Val d’Aosta dove ancora è necessario seguire le indicazioni regionali gialle-verdi.

La preparazione a un viaggio spirituale in cammino

Un lungo viaggio a piedi non è riservato solo a provetti atleti. Tutti possono farlo, ma è necessario dedicarsi a standard minimi di preparazione fisica per affrontarli nel modo più sereno possibile, allenando il corpo a:

• Camminare diverse ore senza risentire dello sforzo fisico

• Tollerare gli sforzi fatti da caviglie e ginocchia

• Tollerare il peso dello zaino

La preparazione va iniziata almeno 3-4 mesi prima della partenza, camminando almeno 2-3 volte a settimana. Le camminate devono essere di almeno 1 ora a passo sostenuto, senza cedere però a inutili maratone.

L’equipaggiamento

Prima di mettersi in cammino è consigliato ponderare bene abbigliamento e, soprattutto, lo zaino che accompagnerà il pellegrino per tutta la traversata a piedi. Non esiste un’unica regola. L’organizzazione dello zaino dipende dalle esigenze e dalla preparazione e dal grado di allenamento del viaggiatore.

Ottima regola sicuramente è: portare l’indispensabile. Scartiamo ciò che può rivelarsi utile e concentriamoci sul necessario.

Ecco un elenco indicativo:

• La capacità dello zaino dovrebbe andare dai 30 ai 60 lt, del tipo ultraleggero e con molte tasche esterne. Dotarsi anche di un copri zaino.
• Scarpe a seconda della stagione: in estate, leggere e areate del tipo A3. In autunno del tipo A4 e nelle stagioni fredde sono preferibili stivali da trekking
• Sacco a pelo a seconda delle stagioni, corredato da telo o lenzuolo aggiuntivo
• Ciabatte in gomma
• Giacca leggera, impermeabile e anti-traspirante
• Pantaloni: 2 paia lunghi e 1 corto
• 3-4 paia di calze
• Una felpa leggera e una pesante
• Mutande, fazzoletti e berretto
• Borraccia e cordino
• Asciugamani
• Set per l’igiene personale
• Set per la medicazione (antiinfiammatori, antidolorifici, cerotti normali e per vesciche, crema solare)
• Occhiali da sole, tessera sanitaria e guida al cammino
• Ghette parapioggia e una coppia di bastoni telescopici e ombrello

 

Fonti: Terre di Mezzo – Percorsiditerre, Vie Francigene.com, Vie Francigene.org Pellegrinando, Mibact

 

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