Nell’Artico un archivio mondiale per conservare tutta la cultura dell’umanità

In una vecchia miniera del carbone norvegese, a circa 1000 km dal Polo Nord, è stato recentemente inaugurato il World Artic Archive, un enorme caveau sotterraneo che sorge accanto alla Banca mondiale dei Semi.

Un mega archivio che accoglierà i dati di tutti i Paesi del mondo, anche se al momento gli unici che hanno appena inviato il loro sapere universale sono il Messico e il Brasile.

Il primo scegliendo di preservare documenti antichi che risalgono all’era Inca, il secondo, invece, i dati relativi alla sua Costituzione.

Alla base di questa operazione vi è l’idea di preservare tutte le testimonianze delle culture dei popoli, classici della letteratura o della musica, immagini storiche e carte costituzionali per salvarle da un’eventuale catastrofe.

La Piql è l’azienda norvegese che si è presa l’incarico di convertire tutti i dati digitali trasferendoli su di una speciale pellicola analogica, quasi indistruttibile, che potrà resistere dai 5 ai 1000 anni.

Spiega Rune Bjerkestrand, fondatore di Piql, che “una volta stampato, ciò che si trova sulla pellicola non può essere modificato”. Come se fosse stato scolpito sulla pietra.

Così facendo i preziosi documenti vengono preservati da attacchi informatici e non sono più soggetti al funzionamento della rete o alla necessità di aggiornamento di software che in caso di un disatro planetario potrebbero non essere disponibili.

Chissà l’Italia cosa deciderà di mettere in cassaforte.

Fonte: Il Venerdì di Repubblica

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