L‘exceptionelle culturelle è il vanto della Francia.
In questo paese esiste un vero e proprio culto per il progetto culturale. Fu Andrè Malraux, ministro di De Gaulle, a fondare il Ministero della Cultura nel ’59.
Non c’è da stupirsi quindi se la Città delle Luci è un cantiere a cielo aperto, un susseguirsi continuo di nuove aperture, restauri e lavori in corso.
Nonostante la crisi, Parigi si risveglia grazie alla musica e allo spettacolo, agli archistar, ai teatri storici che riaprono al pubblico e alla sinergia tra pubblico e privato.
Dal prossimo autunno riaprirà il Theatre de Chaillot, dopo un significativo intervento di ristrutturazione.
Stesso discorso per la Seine Musical, sull’isola della Senna. I lavori sono iniziati e tre anni fa e si sono conclusi lo scorso 22 aprile, quando è stata riaperta in occasione dell’evento di inaugurazione. Per la prima stagione artistica si dovrà attendere l’autunno, quando l’Auditorium diventerà una vera e propria città d’arte, un punto d’incontro per tutti i francesi e i visitatori dal mondo.
Un progetto costato 170 milioni di euro, risultato di una partnership che ha coinvolto soggetti pubblici (Stato, il dipartimento Haut-de-Siene) e attori privati (la società STS Evenements e la rete televisiva TF1).
“All’inizio il nostro modello era il Parco della Musica di Roma, l’Auditorium di Renzo Piano. Volevamo un luogo che fossè un’agorà, con una precisa funzione sociale e una programmazione che alternasse musiche colte a popolari” ha spiegato Stephan Kutniak, responsabile della cultura del Dipartimento.
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