Roma, apre il museo hi-tech dell’Istituto Superiore di Sanità

Rita Levi Montalcini ed Enrico Fermi sono i nomi che si leggono sulla targhetta del campanello del museo hi-tech dell’Istituto Superiore di Sanità. Inaugurato dal Presidente Sergio Mattarella e dai ministri Beatrice Lorenzin e Dario Franceschini, il nuovo museo ha sede nella sala del giardino d’inverno, al quarto piano dell’Istituto di Viale Regina Margherita. 

Dopo aver varcato l’ingresso, ad accogliere i visitatori è l’avatar della scienziata italiana più famosa. Subito dopo appare l’avatar di Enrico Fermi, Premio Nobel per la fisica nel 1938, quando furono approvate le leggi razziali.

Così i due avatar si rivolgono domande e risposte, raccontando 83 anni di storia e di scoperte scientifiche. Tecnologie digitali ed effetti speciali di ogni genere corredano l’esperienza multimediale all’insegna del progresso scientifico.

La salute pubblica era il primario obiettivo degli scienziati e dei ricercatori che abitarono quelle stanze per anni: dalla lotta contro la malaria, alla fabbricazione della penicillina passando per la creazione del primo microscopio italiano, oggi esposto all’interno del museo.

“Abbiamo voluto questo museo per farne un polo di diffusione della cultura scientifica, la sua crescita è strettamente connessa alla tutela della salute pubblica. Abbiamo immaginato la custodia della tradizione e della storia come una rivolta al futuro. I nostri sogni e i nostri desideri cambiano il mondo, forse non sempre accade così, ma sicuramente lo animano e lo colorano. In questo museo sono custoditi un po’ dei desideri di tante generazioni di ricercatori, di giovani che aspiravano a conoscere i segreti con i quali funziona la vita per proteggerla, per alleviare il dolore e contrastare le malattie” ha spiegato al Messaggero Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto.

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