Roma, il tribunale ha revocato l’ordinanza con cui, il 7 aprile, era stata sospesa l’applicazione Uber Black, mentre altri servizi accessori come Uber Pop – sistema che permette a chiunque di registrarsi come autista con Uber e usare un veicolo privato per trasportare clienti del servizio – restano fermi.
La causa del cambio di orientamento, che ha sollevato cori di proteste dai tassisti – ad aprile le obiezioni della categoria sono culminate in uno sciopero che ha messo in crisi l’Italia intera – ruota attorno al decreto milleproroghe, che ha sospeso fino al 31 dicembre 2017 l’efficacia delle norme che avrebbero dovuto regolamentare il settore.
Se l’azienda si dichiara soddisfatta e pronta a portare avanti l’impegno nei confronti dei clienti, inneggiando ai valori della libera concorrenza, i tassisti attaccano duramente le istituzioni. Come dichiarato da Federico Rolando – portavoce nazionale di Federtaxi – e Alessandro Genovese – segretario di Ugl – a Repubblica: “La politica e i veri poter forti hanno avuto la meglio, un servizio completamente abusivo come Uber Black potrà continuare a lavorare in Italia, non abbiamo parole per descrivere il nostro sconcerto.”
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