Bando agli sprechi: in Italia ogni anno finiscono nella spazzatura almeno 5 tonnellate di cibo per un valore di circa 16 miliardi, praticamente l’1% del Pil del nostro paese.
Ma non solo piatti non finiti nei ristoranti e avanzi dimenticati nel frigorifero, sembra che la maggior parte di questo cibo che viene sprecato provenga dalle tavole di feste, matrimoni ed eventi di sorta.
Cucina da catering quindi, e riciclabile.
I numeri dello spreco hanno fatto il loro effetto, e ad oggi sono sempre di più gli sposi che scelgono di rivolgersi ad associazioni che si occupano di imballare e mandare – con la massima velocità – il cibo avanzato alle mense dei poveri, dei rifugiati e di chi ha più bisogno.
Niente avanzi dai piatti, ovviamente.
Più di una onlus ha accolto con entusiasmo la sfida, è il caso per esempio di “Avanzi popolo 2.0“, nata in Puglia nel 2015.
Le attività spaziano dalla raccolta e redistribuzione di grandi quantità di prodotti alimentari verso i più bisognosi, all’organizzazione di seminari o eventi, fino al foodsharing che permette di poter mettere in condivisione con chiunque anche piccole quantità di cibo.
Anche “Equoevento” a Milano, grazie ai suoi volontari recupera ogni anno circa 10mila pasti da eventi di vario tipo, che vengono poi trasportati alle mense quotidiane dell’Opera Cardinal Ferrari, del Centro Sant’Antonio e all’hub di accoglienza per migranti.
Questo tipo di operazioni è già da tempo diffuso in Europa – dove il cibo sprecato tocca i 90 milioni di tonnellate – e, sono comprese tra le esperienze della cosiddetta economia collaborativa, in cui le persone costruiscono relazioni e creano valore e forme di scambio e dono.
E sono sempre di più le coppie prossime al matrimonio che accolgono con entusiasmo questo tipo di iniziative, di solito chi si sposa tra i 30 e i 40 anni – dato la maturità e la sensibilità a questioni sociali e ambientali vanno di pari passo!
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