Dopo i recenti episodi terroristici, ritorna l’ipotesi delle inferriate al Colosseo

A seguito dei recenti attacchi jihadisti di Londra e Parigi, cresce la tensione anche a Roma e ritornano al centro del dibattitto le prevenzioni di sicurezza contro il terrorismo.

Il Parco Archeologico del Colosseo, il secondo tra i musei più visitati in Italia dopo il Pantheon, rispolvera l’idea delle inferriate alte 5 metri.

Un progetto già proposto, ma mai varato dalla Soprintendenza Capitolina più favorevole invece a lavorare su una corona di dissuasori elettronici in grado di individuare la presenza di possibili insidie grazie a un sistema di allarme volumetrico.

Secondo il comune, “mettere in gabbia l’Anfiteatro” avrebbe degli effetti devastanti visto che nei momenti di massima affluenza vi circolano tra gli 8 e i 9mila turisti.

In caso di un attacco il fuggi fuggi generale, sicuramente scomposto, in un ambiente recintato peggiorerebbe la situazione mietendo ulteriori vittime e feriti.

Basta guardare quanto accaduto recentemente a piazza San Carlo di Torino, durante la finale di Champions League.

Stando così le cose, il Parco incasserebbe un altro no al progetto, avanzato la prima volta dopo l’attentato del 15 novembre 2015 al Bataclan di Parigi.

Se vorrà insistere sulla cancellata, dovrà provvedere in proprio alla stesura di un nuovo masterplan.

Per alcuni una soluzione più che plausibile, almeno a giudicare i toni della missiva telegrafica firmata da Federica Galloni e inviata al prefetto Paola Basilone, al questore Guido Marino, al gabinetto del sindaco Virginia Raggi e ai dirigenti dei commissariati Trevi-Campo Marzio e Celio.

Fonte: Repubblica

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