Il ‘Rinascimento segreto’ sboccia a Pesaro, Fano e Urbino con una mostra curata da Vittorio Sgarbi

 

Urbino, Pesaro e Fano: un triangolo marchigiano di bellezza sublime, in cui il Rinascimento ha lasciato tracce indelebili nell’arte. Conosciute e non. Luoghi in cui l’arte fa sfoggio dei suoi migliori esempi, da Raffaello a Piero della Francesco, da Bellini al Perugino. Ma accanto a questi grandi nomi vive un patrimonio di artisti quattro e cinquecenteschi meno conosciuto, ma non per questo di minore importanza.

Un patrimonio esplorato e riportato in luce dalla mostra “Rinascimento segreto”, curata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e allestita fino al 3 settembre in 3 sedi:

• Palazzo Ducale, sala del Castellare a Urbino
• Museo archeologico e Pinacoteca del Palazzo malatestiano, sala Morganti a Fano
• Musei civici di Palazzo Mosca a Pesaro 

Oltre 80 opere tra dipinti, sculture, disegni e oggetti d’arte di inizio Quattrocento metà Cinquecento sono esposti per restituire al pubblico tutta la complessità e meraviglia di un periodo di indiscussa fioritura e rinascita. Un patrimonio artistico quasi del tutto sconosciuto perché mai esposto nei musei pubblici e di proprietà di fondazioni, banche e collezionisti privati, portato ora in mostra per valorizzare pittori rimasti nascosti sotto il velo rinascimentale e, al tempo stesso, creare un dialogo con le opere presenti sul territorio marchigiano.

Non solo maestri marchigiani però. Altre eccellenti scuole pittoriche sono illuminate dal faro espositivo promosso dai Comuni di Pesaro, Fano e Urbino e organizzato da Sistema Museo, con capolavori indediti:

la scuola toscana, in cui spiccano tra gli altri Francesco di Giorgio Martini, Benvenuto Cellini, Pontormo, Baccio Bandinelli, Matteo Civitali, Agostino di Duccio

la scuola veneta, con Bonifacio de’ Pitati, Giovanni Bonconsiglio detto Marescalco, Marco Bello, Filippo da Verona
quella ferrarese con Antonio Cicognara, Benvenuto Tisi detto Garofalo, Dosso Dossi, Ludovico Mazzolino, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano

quella romagnola, tra cui spiccano Maestro di Castrocaro, Giovanni Francesco da Rimini, Bernardino da Tossignano, Severo da Ravenna, Marco Palmezzano, Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo, Parmigianino, Giacomo e Giulio Francia

e poi la scuola lombarda con Antonio de Carro, Gasparo Cairano, Agostino de Fondulis, Giovanni Agostino da Lodi, Cesare Magni, Defendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari

e quella umbra, adriatica e centroitaliana con Paolo da Visso, Nicolò di Liberatore detto l’Alunno, Raffaello, Perugino, Giulio Romano, Giovan Francesco Penni, Liberale da Verona, Cola dell’Amatrice.

Urbino,‘la città in forma di palazzo” come descritta da Baldassarre Castiglione, è la principale sede espositiva, con il grandioso edificio progettato Francesco Laurana e completato da Francesco di Giorgio Martini e lo Studiolo di Federico, principe e intellettuale, condottiero e mecenate. La città simbolo ed esempio più fecondo di fioritura rinascimentale, per merito di Federico da Montefeltro.

Qui, tra i simboli della cultura umanistica, spicca la “Città Ideale”, nella Galleria nazionale delle Marche, nel Palazzo Ducale di Urbino.

Pesaro, è centro umanistico non meno importante, con la Pala dipinta da Giovanni Bellini per la chiesa di San Francesco, giunta nel 1475. Il massimo pittore veneziano del Quattrocento dipinse la Pala di Pesaro, che oggi si trova a Palazzo Mosca e che rappresenta uno dei massimi esempi dei Rinascimento italiano, testimonianza dall’avviarsi di Bellini su un percorso di modernità, ispirato da un confronto con Antonello da Messina dai valori di monumentalità prospettica, luce e colore.

Fano è la terza tappa di questo massimo percorso umanistico. Qui la valenza architettonica la fa da padrona e a spiccare è l’illuminazione culturale dei Malatesta ai quali la città deve l’ampliamento della cinta muraria, il ripristino di porte e bastioni, la costruzione dell’imponente Rocca Malatestiana col relativo mastio e uno dei simboli più belli del rinascimento, commissionato Da Sigismondo Malatesta quasi certamente a Leon Battista Alberti: la Tomba di Pandolfo III.

Sul finire del 15esimo secolo e nei primi anni di quello successivo trionfa poi il nuovo stile urbinate: nella Casa degli Arnolfi dalle belle finestre di gusto lauranesco, nell’Arco Borgia Cybo eretto a ricordo della ottenuta libertas ecclesiastica, nella Loggia e, soprattutto, nella chiesa di San Michele, dal bellissimo portale di Bernardino di Pietro da Carona che già alcuni anni prima aveva scolpito il pregevole portale della Chiesa di Santa Maria Nuova in San Lazzaro, trasferito poi nell’omonima chiesa cittadina, insieme con il prezioso coro intarsiato e intagliato dai fratelli Antonio e Andrea Barili da Siena e con le splendide pale di Giovanni Santi (Visitazione) e del Perugino (Annunciazione e Madonna in Trono con relativa lunetta della Pietà e la superba predella con Storie della Vergine).

«Rinascimento segreto è una mostra difficile. C’è una complessità di ricerca sia delle opere che degli autori che rende questa mostra di livello sofisticato. Accanto a Raffaello e Perugino, si possono ammirare tanti artisti che ancora si muovono nell’anonimato, conquiste della ricerca critica recente o artisti pur conclamati ma ancora oggetto di studio. Tutte le scuole del Rinascimento italiano sono raccolte nella mostra di Urbino, il settore veneziano è ospitato a Pesaro, connesso alla grande Pala del Bellini. Questo Rinascimento segreto, nel suo percorso d’insieme, diventa così per il visitatore un Rinascimento rivelato». Con queste parole Vittorio Sgarbi presenta il percorso marchigiano, che punta il faro su un aspetto poco indagato (o indagato solo di recente).

Non c’è, probabilmente, nella storia umana e nell’arte, momento più alto e fervido d’invenzioni di quello che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento, da Piero della Francesca a Pontormo. A Firenze, e non solo a Firenze, ma a Venezia, a Ferrara, nelle Marche, in Sicilia, in Sardegna, in Friuli, in Lombardia, gli artisti danno vita a quella cultura umanista che non poté esser definita meglio se non dal termine Rinascimento.

Il video con intervista a Vittorio Sgarbi 

 

Info utili

Mostra
Rinascimento segreto
Sedi
Urbino, Palazzo Ducale, Sale del Castellare;
Fano, Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti;
Pesaro, Palazzo Mosca, Musei Civici
Durata
13 aprile – 3 settembre 2017
Orari di apertura
Urbino da martedì a domenica e festivi 10/18, chiuso lunedì non festivo; Pesaro e Fano da martedì a domenica e festivi 10/13 – 16/19, chiuso lunedì non festivo
Biglietti
biglietto unico per le tre sedi di mostra: intero 10 euro; ridotto 6 euro

Credits: Sistema Museo

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