Farfalle: tra pericoli di estinzione e tendenze wedding

 

Le farfalle sono le regine degli eventi: tutti amano vederle svolazzare leggiadre per creare atmosfera. Da qualche anno le farfalle sono molto utilizzate soprattutto nei matrimoni, da portare alla nascita di varie aziende che allevano questi incantevoli insetti, come Smartbugs, un società nata in Veneto che mette a disposizione dei clienti un kit fai da te, ordinabile online. Con circa 20 euro si acquistano il bruco, il mangime e il contenitore. I prezzi per le scenografie da matrimonio sono tutt’altro che modici: in media per 10 farfalle si spende circa 100 euro.

Per quanto riguarda lo stato di salute delle farfalle italiane ed europee recentemente è stato fatto il punto della situazione al Parco Natura Viva di Bussolengo lo scorso 28 maggio.

In Italia, il 13% delle farfalle diurne è classificato come a rischio estinzione, su un totale di 288 specie autoctone inserite nella Lista Rossa IUCN. A rischiare maggiormente l’estinzione è l’Euphidra maturna, presente ormai con una sola popolazione in provincia di Cuneo; poi 8 specie, tra le quali la Papilio Alexanor, vivono esclusivamente in Piemonte, Valle d’Aosta, in Sardegna centrale e sulle Isole pontine.

Altre specie come la Melitaea britomartis, durante lo svernamento soffrono dell’innalzamento delle temperature invernali e dell’assottigliamento dei manti nevosi sull’arco alpino. Tra i fattori di minaccia la riconversione del territorio e il cambiamento climatico, soprattutto per le specie d’alta quota.

Contrariamente a quanto si immagini – spiega Francesco Barbieri, entomologo per il Parco natura Viva – le farfalle italiane sono legate agli ambienti aperti dei pascoli e delle praterie, dove svolgono il ruolo cruciale dell’impollinazione. Questi ecosistemi tuttavia stanno subendo un progressivo abbandono da parte dell’uomo, provocando la riforestazione naturale dell’ambiente e la chiusura dello spazio vitale per questi animali. La loro distribuzione limitata poi, non ne aiuta né il monitoraggio né la conservazione. E non va meglio in Europa, dove la percentuale del rischio estinzione sale al 19%”. 

Fonte: ANSA

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