Gli ulivi umbri possibili candidati Unesco

Assisi, Spello, Foligno, Campello sul Clitunno, Spoleto e Trevi sono i comuni umbri appartenenti alla ‘Fascia olivata’, territorio che vanta piante millenarie e che vorrebbe per questo il riconoscimento come Patrimonio mondiale dell’umanità.

Sono circa un milione e 240 mila le piante di ulivo della Fascia, importanti dal punto di vista idrogeologico, per le piante e le sistemazioni idrauliche che sono anch’esse monumenti archeologici che garantiscono la stabilità del suolo.

Nello specifico, la zona intorno a Trevi è quella che più di tutte vanta il tipico ‘paesaggio olivato’, determinato dalla coltivazione del ‘moraiolo’ che ha plasmato l’ambiente circostante con i suoi terrazzamenti.

Il comune fa parte tra l’altro delle associazioni delle Strade dell’olio e delle Terre dell’olio, ma è consapevole del fatto che per salvaguardare i suoi ulivi deve fare di più.

“Si vede benissimo che nelle zone più impervie” – dichiara il sindaco Bernardino Sperandio – “la boscaglia sta avanzando. Lassù non va più nessuno a cogliere le olive perché è troppo difficile, le macchine non arrivano e la manodopera costerebbe troppo”.

La richiesta all’Unesco è comunque soltanto una delle iniziative proposte dai comuni umbri: “Siamo iscritti al Registro nazionale del Paesaggio Rurale e la candidatura per il programma Giahs (Globally Important Agricultural Heritage Systems) sui siti agricoli culturali della Fao è a buon punto”.

Non sarà facile tuttavia ottenere il riconoscimento Unesco, perché l’Onu al momento sembra preferire e dare spazio a nazioni e culture diverse.

Ecco perché altre 40 candidature italiane sono in attesa, con alcune che aspettano da oltre dieci anni.

 

Fonte: L’Espresso

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