I cambiamenti climatici l’hanno voluto: la Larsen C dice addio all’iceberg grande quanto la Liguria e quattro volte più grande di Londra.
L’Antartide assiste allo stacco definitivo dell’A68. Il colosso faceva parte della piattaforma di ghiaccio Larsen C, all’estremità nord-ovest dell’Antartide. Si tratta di uno tra i più grandi iceberg misurati dall’uomo.
Gli scienziati della Swansea University, che controllavano il fenomeno dal 2014, hanno comunicato il distacco ieri 12 luglio.
Era una frattura attesa da abbastanza tempo. La prova, l’avvertenza che i ricercatori avevano fatto già a fine maggio di quest’anno:
“C’è assai poco ormai che possa impedire il distacco dell’iceberg. Quando questo avverrà, la Larsen C perderà il 10% della sua superficie e il fronte del ghiaccio raggiungerà la posizione più arretrata che sia mai stata registrata”.
L‘evoluzione dello spacco
Dieci anni fa i ricercatori avevano cominciato a controllare le crepe prodotte nell’area della Larsen C. In 2014 è stata notata una grande spaccatura, che da quel momento è aumentata sempre più velocemente.
I progressi durante gli ultimi mesi sono stati sproporzionati:
- Solo nelle due ultime settimane di maggio, il progresso era stato di 17 chilometri. Ne mancavano 13 per il distacco definitivo.
- A metà giugno, la spaccatura era già lunga 200 chilometri e stava per giungere al termine.
- L’iceberg separato definitivamente dalla Larsen C è di oltre 5.000 chilometri quadri, grande quanto la Liguria. Con uno spessore di 190 metri, la porzione perduta dal continente bianco contiene circa 1200 chilometri cubi di ghiaccio.
Il professor Adrian Luckman della Swansea University, investigatore principale del progetto MIDAS, afferma:
“Avevamo anticipato l’avvenimento durante mesi, ma siamo ancora commossi dal poco tempo che ci è voluto perché si producesse lo stacco finale degli ultimi chilometri di ghiaccio”.
La ricostruzione in 3D della spaccatura elaborata da Next Animation Studio, realizzata nei mesi scorsi che si producesse, permette di capire facilmente l’evoluzione del fenomeno. Ecco alcuni dei frammenti del video (ottenuti da Repubblica TV):
- Crepe individuate sulla piattaforma di ghiaccio Larsen C, originate dal 2010 in poi:
- La spaccatura è aumentata notevolmente sin dal 2016. Ad un certo punto, solo cinque chilometri di ghiaccio tenevano il blocco collegato alla piattaforma principale.
- La porzione staccata è diventata uno degli iceberg più grandi mai misurati dall’uomo.
Massimo Frezzotti, glaciologo dell’Enea e presidente del Comitato glaciologico italiano, osserva:
“Il distacco di questo iceberg è un segnale significativo di un processo che si è avviato da tempo e bisognerà vedere l’andamento della situazione nei prossimi anni”.
Le cause
I cambiamenti climatici hanno sempre più effetto sullo scioglimento di ghiaccio nel pianeta. Soprattutto nell’Antartide, che ospita il 90% del ghiaccio sulla Terra.
Per questo motivo, lo spacco definitivo dell’A68 è un chiaro segnale di allarme per gli esperti sullo stato di salute dei ghiacci antartici.
Se continuano le tendenze attuali, danno l’avviso da Greenpeace, la temperatura globale probabilmente raggiungerà il picco più alto degli ultimi due milioni di anni. Un tale riscaldamento comporterebbe l’estinzione di molte specie animali e vegetali e lo sconvolgimento dell’assetto climatico così come lo conosciamo.
Il futuro
Anche se ancora sono da stabilire le conseguenze dello stacco, si prevede che la massa di ghiaccio spaccata non causerà l’innalzamento dei livelli del mare. Tuttavia sì lo potrebbe comportare la perdita di banchisa polare.
Secondo gli scienziati, la piattaforma Larsen C potrebbe diventare meno stabile a conseguenza della spaccatura. Se questo succedesse, potrebbe disintegrarsi e collassare nel mare.
Così è successo con i crolli precedenti delle piattaforme staccate dal continente bianco: la Larsen A, disintegrata nel 1995, e la Larsen B, improvvisamente crollata nel 2002.
In questo momento, la porzione distaccata corrisponde al 10% di tutta la piattaforma. Restano ancora integri circa 50.000 chilometri quadrati di ghiaccio.
Le investigazioni proseguiranno e, afferma Luckman: “Continueremo a monitorare l’impatto di questo evento sulla piattaforma glaciale di Larsen C ed il destino di questo enorme iceberg. Si tratta di uno dei più grandi mai registrati ed il suo futuro progresso è difficile da prevedere. Può rimanere in un unico pezzo, ma è più probabile che si rompa in frammenti. Parti del ghiaccio rimarranno nella stessa zona per decenni. Altre parti dell’iceberg finiranno al nord, in acque più calde”.
E aggiunge: “il recente sviluppo di sistemi satellitari come Sentinel-1 e MODIS ha notevolmente migliorato la nostra capacità di monitorare gli eventi come questo.”
Info:
www.swansea.ac.uk
www.nature.com
www.bbc.com
www.greenpeace.org
Video di ‘video.repubblica.it’
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